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Giorgetti

Vi racconto le guerricciole pacifiste di Salvini

Che cosa combina Salvini? I Graffi di Damato

 

“Gelo del governo”, ha titolato il Corriere della Sera riportando l’annuncio di Matteo Salvini di un viaggio a Mosca, passando forse per la Turchia, col proposito di incontrare Putin, ma col rischio di doversi accontentare del suo portavoce, A neo che il capo del Cremlino non decida di cogliere l’occasione per portare in Italia, sia pure al solo livello politico, la guerra che ha sinora condotto solo contro l’Ucraina. Ormai, con le divisioni sempre più evidenti nella maggioranza di governo, le due guerre parallele sono qualcosa di concreto, non tanto di immaginario o metaforico.

“Salvini sfida Draghi”, ha titolato non a torto Repubblica, perché l’iniziativa del leader leghista nasce evidentemente dal sospetto di quest’ultimo che il presidente del Consiglio non abbia fatto tutto quello che poteva o doveva per smuovere Putin dalla sue posizioni nella telefonata di qualche giorno fa, dallo stesso Salvini peraltro richiesta nella settimana scorsa nella discussione al Senato sull’informativa del governo.

Alla telefonata a Putin, preceduta con molta probabilità da consultazioni con gli alleati europei e d’oltre Atlantico, il presidente del Consiglio ne ha fatta seguire un’altra al presidente ucraino, sempre nel tentativo di avvicinare le parti e di ravvivare l’azione diplomatica italiana dopo il sostanziale flop del piano per la pace, embrionale o non che sia stato, che il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha consegnato anche al segretario generale delle Nazioni Unite. Ma che ha lasciato contrariati o indifferenti sia i russi che gli ucraini, per quanto i primi lo abbiano trovato troppo favorevole ai secondi.

E’ proprio in considerazione del tentativo di Draghi di rilanciare l’azione diplomatica del governo italiano che il viaggio annunciato da Salvini costituisce un’anomalia, a dir poco, se non si vuole condividere la “sfida” vista da Repubblica. Che, se fosse tale peraltro, sarebbe doppia, perché Salvini si è praticamente messo in concorrenza anche con il suo ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, pure lui insoddisfatto dell’azione del governo e del “suo” collega di partito titolare della Farnesina.

Siamo, come si vede, in un intreccio di relazioni e di manovre da procurare le vertigini politiche, e non solo. Immagino lo sgomento non solo del presidente del Consiglio ma anche o ancor più del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Che avrà forse colto l’occasione della partecipazione ai funerali del compianto amico Ciriaco De Mita a Nusco per pregare anche per il governo costretto a muoversi non fra soci di maggioranza, per quanto provvisoria, ma tra sostanziali sabotatori.

Ha da temere dal viaggio di Putin a Mosca persino il Papa, visto il proposito attribuito a torto o a ragione al leder leghista di perorare in Russia anche un incontro di Putin col Pontefice, da tempo voglioso di recarvisi anche lui, ma scoraggiato, trattenuto e quant’altro dal disinteresse o indisponibilità del fedelissimo del Patriarca moscovita, che ha benedetto la sua guerra e lui personalmente dal primo momento dell’invasione della sfortunatamente confinante Ucraina.

Certo, Salvini usa andare in giro, anche per i comizi, con rosari, medagliette della Madonna e altri oggetti religiosi in tasca, che non sono tuttavia sufficienti ad accreditarlo come un ambasciatore laico del Vaticano. Immagino pure lo sgomento del Papa, oltre a quello di Draghi e di Mattarella, ma forse anche, e più semplicemente, del ministro leghista Giancarlo Giorgetti, ancora capo della delegazione del Carroccio al governo.

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