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Londra

Vi racconto la guerra nel Labour

Il punto di Daniele Meloni

 

Tregua finita in casa Labour. Ieri, il leader del partito, Sir Keir Starmer, ha annunciato la sospensione dal partito del predecessore, il deputato di Islington, Jeremy Corbyn, scatenando la bufera e riportando il partito nella guerra ideologica tra riformisti e radicali che aveva caratterizzato il quinquennio di Corbyn al suo vertice.

La pubblicazione del report della Commissione per l’Uguaglianza e i Diritti Civili sui casi di antisemitismo all’interno del partito allora guidato da Jezza è stato il casus belli che ha fatto degenerare il conflitto. Corbyn ha descritto come “esagerate” le conclusioni del rapporto che evidenziavano, principalmente, la violazione delle norme anti-discriminazione da parte del Labour. “Una giornata vergognosa per la storia del nostro partito” ha detto Starmer in un video pubblicato sui social, annunciando la sospensione di Corbyn dal partito.

Subito è scattata la guerra civile interna al movimento. Len McCluskey, leader di Unite, il principale sindacato affiliato e grande sostenitore di Corbyn, ha parlato di “ingiustizia”. Pochi mesi fa Starmer aveva diminuito il contribuito che il Labour paga alla più grande Trade Union britannica. Anche i militanti di Momentum, l’organizzazione di attivisti creata ad hoc dall’ex leader, ha mugugnato, dopo avere espresso in passato dubbi sulla nuova leadership di Starmer. Positivo invece il commento di Margaret Hodge, capo a Westminster del Jewish Labour, i laburisti ebrei.

Dietro le questioni di principio, che hanno sicuramente macchiato l’immagine di un partito radicato nel cuore della democrazia britannica sin dai suoi albori – ci sono anche le questioni più prettamente politiche. Starmer sta cercando di virare dalle posizioni di sinistra radicale su posizioni più centriste per riconquistare i voti persi nelle constituencies laburiste del nord e del nord-est alle ultime elezioni. Mostrarsi duro con Corbyn certamente rientra nel suo piano. Allo stesso modo la sinistra interna al partito, finita all’opposizione, cerca di contrastare la sua marginalizzazione: nel nuovo Comitato Esecutivo Nazionale eletto contestualmente al nuovo leader lo scorso mese di aprile, i rappresentanti riconducibili a Corbyn sono finiti in minoranza con poche o nulle possibilità di incidere sulle scelte del movimento.

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