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gualtieri

Vi racconto il trionfo di bruttezza e stupidità nella mia bella e amata Roma

Ecco come Roma si prepara al Giubileo... La lettera (malinconica) di Gianluca Zappa

Caro direttore,

sono un tipico romano che da 40 anni vive in questa meravigliosa città. Amo Roma e la difendo sempre, non la cambierei mai e non credo ci sia un posto più bello dove vivere.

Però.

Sono preoccupato, qua fa tutto sempre più schifo e funziona nulla. Ma come si fa ad accogliere 30 milioni di pellegrini quando manco il romano riesce a muoversi?

Bello il Cupolone, Castel Sant’Angelo, il Colosseo, dolce passeggiare tra i Fori imperiali, che emozione gettare una monetina nella Fontana di Trevi! Ma qua collassa tutto. Dove vanno i pullman coi pellegrini?

Il centro, ma non solo, è un pantano. Se piove poi sei finito. No bus, no metro, no taxi, no car sharing.

Se devi prendere un treno in stazione devi avere un motorino oppure esci di casa 2 ore prima e vai a piedi. Un tappeto di macchine tra i cantieri strategicamente posizionati per assomigliare a una tonnara. Manco i marciapiedi funzionano.

Il sindaco fa un po’ tenerezza, perché insieme alla polizia municipale sembra aver ideato percorsi stradali e pedonali come vicoli ciechi, strade chiuse ma senza alternative.

Un caos così strutturato sembra figlio di una intelligenza superiore. Non può arrivare a caso! Mi risponderanno piccati gli amministratori e i garanti dell’ordine pubblico: i cantieri ci sono per far funzionare tutto al giubileo! Daje. Vediamo.

A me sembrano cantieri decennali, un esempio su tutti della follia: Piazza Venezia. Il cuore della città bloccato da un cantiere per fare una fermata della metro inutile, considerando che se funzionassero bene la fermata Colosseo e la fermata Spagna sarebbe comodissimo arrivare a Piazza Venezia a piedi da due punti diversi. E poi, onesti, per il giubileo quel cantiere non finirà mai. I pellegrini ammireranno gli enormi Silos de cemento che hanno preso il posto di Spelacchio.

Poi, direttore, tutto è condito con un intenso fetore di monnezza, pavimenti oleosi da quando in mattinata vengono “puliti” con le spazzole dei furgoncini Ama, che puzzano anche quelli di morte. Ratti, piccioni e gabbiani fanno un bel lavoro di smistamento dei rifiuti, ma non basta.

Mettici pure nervosismo a palla, istinti omicidi di gente stressata, se hai un mezzo di trasporto e suoni il clacson rischi di morire di botte. Se te lo suonano dietro e non chiedi scusa disimpegnando la carreggiata immediatamente rischi una prognosi riservata. Anche se sei pedone rischi le botte. Passeggi e se incroci lo sguardo sbagliato t’ammazzano. E non parlo dei monopattini. Contromano, buttati nel Tevere, abbandonati sui marciapiedi se ti va bene. Sotto un furgone se va male.

Inoltre, la città è pronta a offrire bassa qualità dei prodotti e alta bruttezza. Negozi e ristoranti ad esempio sono ormai orientati alla rozza quantità, alimentari in serie gestiti dai nuovi schiavi extracomunitari con dietro padroni criminali italiani vendono prodotti avariati; ristoranti e locali volgari che si sentono alla moda vendono a prezzi folli merce scadente. Acchiappini e piatti finti fuori dalla porta, roba sporca e plastificata, un finto gomitolo di fettuccine “fatte in casa” invita a degustare “pasta fresca”, un bicchiere plastificato a prendere un aperitivo.

Roma è l’impreparazione a qualsiasi evento. Piove? Dramma. Afa? Dramma. Vento? Dramma. Evento sportivo allo stadio? Dramma. Concertone? Dramma.

Aho però mo arriva er giubbileo e svuotamo le tasche ai turisti, e se ripijamo! Speriamo.

Con affetto,

Gianluca Zappa

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