Caro direttore,
sono un tipico romano che da 40 anni vive in questa meravigliosa città. Amo Roma e la difendo sempre, non la cambierei mai e non credo ci sia un posto più bello dove vivere.
Però.
Sono preoccupato, qua fa tutto sempre più schifo e funziona nulla. Ma come si fa ad accogliere 30 milioni di pellegrini quando manco il romano riesce a muoversi?
Bello il Cupolone, Castel Sant’Angelo, il Colosseo, dolce passeggiare tra i Fori imperiali, che emozione gettare una monetina nella Fontana di Trevi! Ma qua collassa tutto. Dove vanno i pullman coi pellegrini?
Il centro, ma non solo, è un pantano. Se piove poi sei finito. No bus, no metro, no taxi, no car sharing.
Se devi prendere un treno in stazione devi avere un motorino oppure esci di casa 2 ore prima e vai a piedi. Un tappeto di macchine tra i cantieri strategicamente posizionati per assomigliare a una tonnara. Manco i marciapiedi funzionano.
Il sindaco fa un po’ tenerezza, perché insieme alla polizia municipale sembra aver ideato percorsi stradali e pedonali come vicoli ciechi, strade chiuse ma senza alternative.
Un caos così strutturato sembra figlio di una intelligenza superiore. Non può arrivare a caso! Mi risponderanno piccati gli amministratori e i garanti dell’ordine pubblico: i cantieri ci sono per far funzionare tutto al giubileo! Daje. Vediamo.
A me sembrano cantieri decennali, un esempio su tutti della follia: Piazza Venezia. Il cuore della città bloccato da un cantiere per fare una fermata della metro inutile, considerando che se funzionassero bene la fermata Colosseo e la fermata Spagna sarebbe comodissimo arrivare a Piazza Venezia a piedi da due punti diversi. E poi, onesti, per il giubileo quel cantiere non finirà mai. I pellegrini ammireranno gli enormi Silos de cemento che hanno preso il posto di Spelacchio.
Poi, direttore, tutto è condito con un intenso fetore di monnezza, pavimenti oleosi da quando in mattinata vengono “puliti” con le spazzole dei furgoncini Ama, che puzzano anche quelli di morte. Ratti, piccioni e gabbiani fanno un bel lavoro di smistamento dei rifiuti, ma non basta.
Mettici pure nervosismo a palla, istinti omicidi di gente stressata, se hai un mezzo di trasporto e suoni il clacson rischi di morire di botte. Se te lo suonano dietro e non chiedi scusa disimpegnando la carreggiata immediatamente rischi una prognosi riservata. Anche se sei pedone rischi le botte. Passeggi e se incroci lo sguardo sbagliato t’ammazzano. E non parlo dei monopattini. Contromano, buttati nel Tevere, abbandonati sui marciapiedi se ti va bene. Sotto un furgone se va male.
Inoltre, la città è pronta a offrire bassa qualità dei prodotti e alta bruttezza. Negozi e ristoranti ad esempio sono ormai orientati alla rozza quantità, alimentari in serie gestiti dai nuovi schiavi extracomunitari con dietro padroni criminali italiani vendono prodotti avariati; ristoranti e locali volgari che si sentono alla moda vendono a prezzi folli merce scadente. Acchiappini e piatti finti fuori dalla porta, roba sporca e plastificata, un finto gomitolo di fettuccine “fatte in casa” invita a degustare “pasta fresca”, un bicchiere plastificato a prendere un aperitivo.
Roma è l’impreparazione a qualsiasi evento. Piove? Dramma. Afa? Dramma. Vento? Dramma. Evento sportivo allo stadio? Dramma. Concertone? Dramma.
Aho però mo arriva er giubbileo e svuotamo le tasche ai turisti, e se ripijamo! Speriamo.
Con affetto,
Gianluca Zappa