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Giorgetti

Vi racconto i grilli di Conte e Di Maio su Autostrade e non solo

Cosa fanno e cosa dicono Conte e Di Maio secondo il notista politico Francesco Damato

Proprio nel giorno in qualche modo “storico” — almeno per Il Fatto Quotidiano — del Consiglio dei Ministri convocato da Giuseppe Conte per decidere e possibilmente festeggiare “la fine della pacchia” dei Benetton, Annalisa Cuzzocrea su Repubblica ci ha informati che l’ex capo del  movimento pentastellato e tuttora ministro degli Esteri Luigi Di Maio, profittando probabilmente dei “caselli in aria” delle autostrade su cui si è scatenata  la solita, felice fantasia dei titolisti del manifesto, ha incontrato Gianni Mion. Che come presidente della Edizione Holding può considerarsi il custode della cassaforte della famiglia trevigiana tanto invisa a Palazzo Chigi.

Gli incontri di Luigi Di Maio sono ormai diventati spine nei fianchi di molti colleghi di movimento e dello stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Che, secondo indiscrezioni non smentite, non sarebbe neppure più capace, o voglioso, di nascondere il suo disappunto per le letture contro di lui cui si presta l’intensa attività del suo ex vice presidente del Consiglio fuori ma anche dentro la stessa Farnesina.

Oltre a Mario Draghi, che il vegliardo Eugenio Scalfari immagina a Palazzo Chigi con Romano Prodi al Quirinale e Conte a Bruxelles, in qualche angolo della Commissione Europea; oltre a Gianni Letta, l’ambasciatore personale di un Silvio Berlusconi che Prodi e ora anche Carlo De Benedetti, in una intervista al Foglio, vedrebbero bene nella maggioranza di governo, Di Maio ha voluto quindi incontrare anche il cassafortista dei Benetton per capire meglio quanto potrebbe costare all’Italia l’operazione di revoca delle concesssioni autostradali. A buon intenditor poche parole, dice un vecchio proverbio forse adattabile anche a questa notizia.

Fra i buoni intenditori è annoverabile proprio il direttore del già citato Fatto Quotidiano, Marco Travaglio. Che nell’editoriale di oggi, dopo i soliti elogi riservati a Conte, da cui  aveva raccolto personalmente il proposito di fare pagare finalmente cara ai Benetton la tragedia del crollo del ponte Morandi a Genova, due anni fa, oltre ai profitti loro garantiti dai precedenti governi, se n’è uscito con una sparata contro i grillini. Sì, proprio loro, i grillini. Di cui ha lamentato, probabilmente pensando anche a Di Maio, “l’encefalogramma piatto” opposto alla grande operazione anti-Benetton anticipata al Fatto dal presidente del Consiglio fra una tappa e l’altra del suo tour, che l’ha infine condotto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel nel castello di Meseberg in vista del Consiglio Europeo di venerdì prossimo sul “Recovery fund” e contorni.

Purtroppo, per Travaglio e amici, stavolta Di Maio non può neppure essere rimproverato di essersi troppo allontanato dai suoi compiti di ministro degli Esteri perché è delle ultime ore anche la notizia delle proteste o preoccupazioni cinesi per quanto sta accadendo nelle e sulle autostrade italiane, per via degli investimenti in gioco anche di Pechino in questo settore.

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