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Compiti

Vi prego: anche noi adulti facciamo i compiti per le vacanze

“Quaderno di compiti delle vacanze per adulti” di Cristóbal Fortúne e Daniel López Valle letto da Tullio Fazzolari

Non era sicuramente intenzione degli autori ma il “Quaderno di compiti delle vacanze per adulti” (Blackie Edizioni, 96 pagine, 11,90 euro) può produrre un imprevisto effetto collaterale. E in fondo è un bene visto che spinge a guardare un po’ più attentamente alcuni cambiamenti. Abbiamo laureati che improvvisamente hanno iniziato a scrivere qual è con l’apostrofo e non c’è chi li corregge. Ci sono uomini d’affari che parlano perfettamente l’inglese ma in italiano usano il congiuntivo al posto del condizionale e viceversa. E capita perfino che un adulto non abbia dubbi nell’affermare che Attilio Regolo è stato l’ultimo dei fratelli Bandiera. O anche che un brillante studente scriva nella sua tesina che i grandi scioperi del 1920 sono avvenuti alla vigilia della 15-18… Difficile crederci ma è successo davvero. Non sarà analfabetismo di ritorno (pericolo, per altro, da non sottovalutare) ma i sintomi di una regressione e forse di un intorpidimento mentale ci sono tutti. Dal computer al cellulare, l’innovazione tecnologica ci semplifica la vita ma l’uso smodato sclerotizza alcune funzioni: le mani si usano ormai solo per digitare e la memoria sta tutta nel telefonino anziché nella propria testa.

Per salvarsi dalla regressione, chi ha un po’ di tempo libero farebbe bene a iscriversi a un corso di cucito o a una scuola di ebanisteria. Chi non ce l’ha può recuperare uso degli arti ed elasticità mentale mettendo a profitto le vacanze estive e utilizzando il “Quaderno di compiti” che non a caso inizia subito con perentorie istruzioni per l’uso: “Spegni il cellulare, prendi una matita, esercita la mente”. L’approccio mette un po’ di soggezione ma poi, passando da un cruciverba a un quiz, si finisce per rimanere coinvolti. Gli autori (gli spagnoli Daniel Lopez Valle e Cristobal Fortunez ai quali si affianca per l’edizione italiana Dario Falcini) hanno inventato un metodo originale che forse andrebbe usato anche per una scuola più moderna e meno inconcludente di quelle che oggi vengono definite innovative. Perché quello del “Quaderno di compiti” sembra più efficace? Innanzi tutto perché c’è la giusta quantità di nozionismo e quindi bisogna sapere le risposte giuste. Però non si rischia la monotonia perché si cambia continuamente materia passando per esempio dalla storia dell’arte a quella della musica o del cinema. Si scava nel passato ma anche nell’attualità e quindi si va dal perché si chiama così lo stato del Rhode Island a quale business oltre a Tesla s’è inventato Elon Musk.

Il metodo ha funzionato anche da un punto di vista editoriale. Il “Quaderno di compiti delle vacanze per adulti” è diventato un appuntamento annuale e, come la mitica “Settimana enigmistica”, vanta già innumerevoli tentativi di imitazione. Ma come sempre è meglio affidarsi all’originale. Poi magari non sarà facile rispondere a tutti i quesiti. Chi sia stato l’eroe rosso e quale sia la città bianca non viene subito in mente. Ma, prendendo matita e quaderno, si potrà dare un buon esempio ai più piccoli. Sì perché oggi succede anche che un bambino di quattro anni sa usare benissimo il tablet ma quando riceve in regalo il suo primo libro smanaccia i disegni sulla copertina e dice “ma non va”. Ed è vero: così proprio non va…

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