Il summit di oggi a Parigi tra Emanuel Macron e il presidente cinese Xi Jinping si presenta pieno di incognite. In cambio di importanti concessioni commerciali, il presidente francese proporrà al leader cinese la realizzazione di una tregua olimpica con conseguente sospensione delle attività belliche in Ucraina e in Medio Oriente. Per Parigi lo svolgimento regolare e in sicurezza dei giochi olimpici è una priorità assoluta e il leader cinese ha ampi margini negoziali per ottenere ottimi risultati nella trattativa.
Aumentare le esportazioni di beni cinesi in Francia e in Europa è condizione fondamentale per rianimare l’economia del Dragone, che dopo la pandemia continua ad attraversare una fase difficile. In questo ambito, uno dei dossier più importanti riguarda le auto elettriche. Non è un mistero per nessuno che la Cina sta svolgendo da tempo (anche in Italia) una intensa attività di lobbying perché le barriere tariffarie della Ue siano le meno elevate possibile.
Ma prima di analizzare gli interessi del comparto automobilistico cinese e dei conseguenti gravi rischi per l’economia europea, c’è una domanda cruciale cui nessuno è in grado di rispondere: il presidente Xi Jinping ha davvero la possibilità di esercitare una pressione determinante su Mosca e su Teheran per arrivare ad una tregua?
Se accetta la proposta di Macron, Xi Jinping sa bene che potrebbe essere un azzardo. Né Vladimir Putin né tantomeno l’ayatollah Khamenei sono personalità politiche facili da convincere. Più di venti aziende tecnologiche del Dragone (sanzionate la settimana scorsa da Janet Yellen) stanno supportando l’invasione militare russa in Ucraina; una delegazione di Hamas è stata pochi giorni fa a Pechino invitata dal Ministero degli Esteri cinese.
Questi comportamenti recenti confermano quanto alla Cina interessi mostrare a Mosca e a Teheran la sua amicizia e il suo supporto; ma questi segnali di vicinanza non comportano automaticamente che Xi riesca a convincere i suoi interlocutori ad accettare la tregua olimpica.
D’ altra parte, per il presidente cinese rinunciare al progetto di tregua che Macron gli ha proposto sarebbe un segno di debolezza, in contrasto con le ambizioni della Cina che da anni si accredita per una vera (o presunta) leadership a livello globale.
La tregua olimpica può peraltro diventare un’arma a doppio taglio anche per Emmanuel Macron. Concedere troppo alla Cina sul piano commerciale senza ottenere niente di tangibile sull’Ucraina avrebbe indubbiamente ripercussioni negative sulla reputazione del presidente francese e sulle sue aspirazioni ad esercitare un ruolo di punta in termini di leadership europea.
Difficile fare previsioni dell’esito del summit. L’unico dato certo è che – per ragioni diverse – ambedue i leader saranno impegnati in una partita difficilissima, piena di insidie e forse determinante per il loro futuro politico.