Skip to content

valditara

Valditara, Concia e il vero errore del centrodestra

L'errore sta nella stessa idea di fare un comitato per l'educazione alle relazioni. Una ricetta di stampo statalista che è suonata come un cedimento alla richiesta fatta da Schlein. La nota di Paola Sacchi

Il ministro dell’Istruzione e Merito Giuseppe Valditara, indicato dalla Lega, revoca, dopo la bocciatura del suo stesso partito e le proteste del centrodestra, l’incarico di garanti ad Anna Paola Concia, Suor Anna Monia Alfieri e Paola Zerman nel comitato per l’educazione alle relazioni contro la violenza nei confronti delle donne. Ma afferma che il “progetto va avanti”.

Il pasticcio stavolta tutto “made” in centrodestra presta il fianco naturalmente a una sinistra sempre a caccia di fascismo e fascisti ovunque, anche alla Scala, dove si urla contro il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il vicepremier Matteo Salvini, come fossero gli Austriaci occupanti, in un film di Luchino Visconti.

Ma quale è il progetto su cui sembra insistere Valditara? Fare un’educazione di stato, più o meno quello che aveva chiesto la leader del Pd Elly Schlein, che ora, comprensibilmente dal suo punto di vista, attacca il ministro? Quello che per tv e giornali è diventato il “caso Concia” , ovvero la ex parlamentare del Pd, attivista Lgbt, sulla quale si è concentrata la maggior parte delle proteste, in realtà è anche il caso delle altre due ex garanti di fronte opposto. Ovvero, la religiosa Alfieri e l’avvocato dello stato Zerman ex candidata per il Popolo della famiglia. Ed eleganza vorrebbe che si esprimesse solidarietà a tutti e tre i nomi, di valore, trascinati in una surreale polemica.

Ma il problema non sono i nomi, è lo stesso progetto: l’educazione di stato che quel comitato sembra rappresentare. Una filosofia che contrasta con i programmi liberali con cui il centrodestra si è presentato contro la sinistra agli elettori poco più di un anno fa.

Non è illiberale la non attivazione dell’incarico a Concia, a Alfieri e Zerman (pure loro contestate, in questo caso da settori di sinistra), illiberale suona la stessa idea della commissione.

Che la scuola debba istruire e non educare, cosa che spetta alla famiglia, lo dicono con nettezza i due economisti della Lega, Alberto Bagnai e Claudio Borghi, entrambi parlamentari. Borghi in un post a Suor Monia Alfieri amichevolmente dice: “Tu sai quanto ti stimo, però non sarebbe meglio pensare ad insegnare meglio matematica, italiano, storia, scienze ecc. ed evitare il resto?”. Che la scuola non debba diventare  “luogo per le ideologie o per l’indottrinamento”, ma “deve essere libera, luogo di formazione e di confronto per le nuove generazioni” , lo aveva detto l’altra sera la responsabile del Dipartimento Famiglia della Lega Simona Baldassarre. Dichiarazione diffusa dalla Lega, con il timbro dunque di tutta l’ufficialità di partito.

Quella di Baldassarre è quindi suonata subito, per chi conosce i meccanismi decisionali della Lega, partito da sempre più strutturato di altri, come una bocciatura delle scelte di Valditara, e in particolare di Concia: “Nomi divisivi non servono”. Ma, come ha scritto subito l’altra sera in un post il direttore editoriale di “Libero Quotidiano”, Daniele Capezzone, “Il problema non è la scelta di Anna Paola Concia, persona ragionevole e seria. Il problema è l’incredibile cedimento culturale sull’’educazione affettiva’. Ragazzini e ragazzine non hanno bisogno di ulteriore indottrinamento a scuola: ce n’è anche troppo da decenni, e sarebbe il caso di iniziare a smantellarlo”. Capezzone conclude con un “parere non richiesto : “I liberalconservatori non dovrebbero inchinarsi al dirittismo progressista, né reagire schiacciandosi troppo a destra su posizioni illiberali e antistoriche. Dovrebbero scommettere sulla coppia libertà/responsabilità, che riguarda i genitori, non lo stato”. Posizioni analoghe ad esponenti della Lega come Borghi e Bagnai.

L’errore sta nella stessa idea di fare un comitato per l’educazione alle relazioni. Una ricetta di stampo statalista che è suonata come un cedimento alla richiesta fatta da Schlein (comitato nella scuola “per le relazioni affettive”) subito dopo la tragedia di Giulia Cecchettin.

Un passo falso che denota una insicurezza del centrodestra sui temi sensibili dove, come in una ricerca continua di simboli, si oscilla tra sponsorizzazioni di libri o spot commerciali e ricette di stampo statalista, tipiche della sinistra. Sono temi sui quali la politica dovrebbe lasciare libertà e comunque entrare in punta di piedi. Soprattutto se si è una maggioranza di governo dai programmi liberali in tutti i campi.

Torna su