Skip to content

Iran

Perché Trump ha rottamato l’accordo sul nucleare con l’Iran

Gli Stati Uniti d’America abbandonano l’accordo sul nucleare e impongono nuove sanzioni all’Iran. Articolo di Giusy Caretto Donald Trump ha deciso: gli Stati Uniti d’America abbandonano l’accordo sul nucleare e impongono nuove ed importante sanzioni all’Iran. L’inquilino della Casa Bianca, l’8 maggio, ha affermato che la scelta è dovuta al fatto che “Teheran finanza il…

Donald Trump ha deciso: gli Stati Uniti d’America abbandonano l’accordo sul nucleare e impongono nuove ed importante sanzioni all’Iran. L’inquilino della Casa Bianca, l’8 maggio, ha affermato che la scelta è dovuta al fatto che “Teheran finanza il terrorismo”.

L’accordo, siglato nel 2015 dall’Iran e dai Paesi del cosiddetto 5+1 (cioè Usa, Cina, Russia, Regno Unito, Francia e Germania) durante l’amministrazione Obama, deve essere rinegoziato. “Il regime iraniano potrebbe portarci sull’orlo di una guerra nucleare”, ha affermato Trump nel suo discorso.

COSA PREVEDE L’ACCORDO SUL NUCLEARE

Partiamo dall’inizio. L’accordo sul nucleare, siglato da Teheran e dai Paesi del cosidetto 5+1, ovvero dai membri del Consiglio di Sicurezza dell’ONU con potere di veto (Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina, più la Germania) è stato raggiunto il 14 luglio del 2015 a Vienna dopo ben 13 anni di negoziati ed estenuanti trattative.

Il trattato, di 100 pagine e 5 allegati, prevedeva la rimozione delle sanzioni internazionali imposte all’Iran (eliminazione e non sospensione), a fronte di una serie di restrizioni al programma nucleare di Teheran. Per volontà di Barack Obama, allora Presidente Usa, l’accordo doveva essere un’opportunità storica di riavvicinamento tra la Repubblica Islamica e gli Stati Uniti.

Teoricamente la rimozione delle sanzioni sarebbe dovuta essere “immediata”, ma nella pratica si è dovuto attendere, prima, una risoluzione Onu e poi un certo periodo di tempo per permettere all’Aiea, Agenzia internazionale per l’energia atomica, di verificare che Teheran rispettasse i patti.

GLI IMPEGNI DI TEHERAN

L’Iran ha concordato una moratoria di 15 anni sull’arricchimento dell’uranio al di sopra del 3,67% e la riduzione del numero di centrifughe, che non deve essere superiore a 5.060. Ha promesso la modifica del reattore ad acqua pesante di Arak, con l’obiettivo di non poter permettere la produzione di plutonio a sufficienza per la bomba nucleare.
Per 5 anni dalla firma dell’accordo di Vienna, resta in vigore l’embargo Onu sulle armi e per 8 anni quello sui missili balistici.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica può condurre ispezioni anche nei siti militari, solo dopo il via libera di Teheran.

COSA NON HA FUNZIONATO?

Trump è convinto che l’Iran non rispetti lo spirito dell’accordo. “L’accordo del 2015 firmato dalla precedente amministrazione permette all’Iran di continuare ad arricchire l’uranio e alla fine arrivare ad avere una bomba nucleare”, ha spiegato il presidente Usa.

“Abbiamo le prove che la promessa dell’Iran di non costruire una bomba atomica è una bugia. L’Iran ha continuato il suo programma nucleare. Oggi annuncio che gli Stati Uniti escono dall’accordo con l’Iran e rimetteremo le più forti sanzioni possibili verso il regime iraniano”, ha affermato Donald Trump.

“Il regime iraniano è il leader degli stati che sostengono il terrorismo”, ha aggiunto il presidente. L’Iran “sostiene Hezbollah, Hamas, Al Qaeda e i talebani”.

NUOVE SANZIONI

Donald Trump non si ferma all’abbandono dell’accordo. Il Presidente americano ha detto anche che “le sanzioni saranno reintrodotte” ed ad essere sanzionati saranno “anche i Paesi che aiutano l’Iran”.

LE REAZIONI DELL’IRAN

Dura la risposta di Teheran: “C’è poco tempo per iniziare i negoziati per mantenere in piedi l’accordo sul nucleare” con gli altri partner senza gli Usa, avrebbe detto il presidente iraniano Hassan Rohani in diretta tv, “ho dato disposizione all’Agenzia per l’energia atomica iraniana di essere pronta a riprendere l’arricchimento dell’uranio come mai prima, già nelle prossime settimane”.

Gli “Usa non hanno piani e strategie per la guerra ma l’Iran sa come garantire i propri interessi nel cuore della regione”, ha affermato il capo dei Pasdaran, generale Hossein Salami.

BANDIERE USA BRUCIATE

Non solo parole. Le proteste non si sono fermate alle minacce sul futuro, ma alcuni deputati iraniani hanno bruciato, in aula, la bandiera americana stampata su carta. “Il presidente americano non è in grado di svolgere il suo lavoro e non ha la capacità mentale di affrontare i problemi”, ha detto il presidente del parlamento iraniano Ali Larijani. Assieme alle bandiere statunitensi, i deputati hanno bruciato anche un altro foglio di carta che rappresentava l’accordo sul nucleare.

Torna su