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Londra

UK, Londra, Scozia e Galles al voto il prossimo 6 maggio

L'articolo di Daniele Meloni sul prossimo appuntamento elettorale del 6 maggio in Regno Unito

Boris Johnson è stato costretto a rinviare la simbolica bevuta di una pinta di birra in occasione della riapertura odierna di pub, ristoranti e centri estetici.  La settimana di lutto causata dalla morte del Duca di Edimburgo ha suggerito al premier di rimandare.

Forse a dopo le elezioni amministrative, che si terranno tra meno di un mese, il 6 maggio prossimo. Il test sarà significativo, con oltre 48 milioni di britannici chiamati a votare 143 consigli comunali, 129 deputati del Parlamento scozzese, 60 deputati del Senedd gallese, 39 capi della polizia e 13 sindaci con elezione diretta.

In più, e questo è in realtà il piatto forte della tornata, c’è l’elezione suppletiva di Hartlepool, che si dovrà tenere dopo le improvvise dimissioni del deputato laburista Hill. I sondaggi sono abbastanza unanimi nell’indicare i Tories in netto vantaggio, con la candidata del partito, la contadina Jill Mortimer, in vantaggio di 7 punti sui rivali laburisti e LibDems. Per Johnson sarebbe uno scalpo non da poco: Hartlepool è da sempre rossa.

A Londra, invece, pare che Sadiq Khan possa essere rieletto per il secondo mandato, nonostante le polemiche sui fondi della Transport for London e l’aumento della criminalità nella capitale. Il candidato Tory, Shaun Bailey, sta facendo una campagna coraggiosa per spodestare Khan, ma deve scontrarsi anche con una città che negli ultimi anni è virata verso il rosso. In molti ricorderanno le immagini del 2017 quando la candidata del Labour corbyniano espugnò il collegio della ricchissima Kensington mostrando il pugno chiuso in segno di vittoria. Le cose non sono cambiate nel 2019: 49 dei 73 deputati eletti nella capitale sono stati Laburisti, segno di un problema-Londra che per i Tories esiste. D’altronde l’unico a entrare da Mayor alla Greater London Authority dalla sua nascita nel 2000 fu proprio l’attuale premier.

Tra le altre città o regioni che dovranno eleggere il nuovo sindaco – o confermare gli attuali – ci sono Bristol, Liverpool, la Grande Manchester e la Regione di Liverpool Città. I consigli di queste aree hanno poteri piuttosto ampi a livello locale come quelli di stabilire le tasse locali, la raccolta dell’immondizia e la gestione delle librerie e dei centri sportivi e delle case di cura.

In Scozia, dove i sondaggi su un eventuale IndyRef2, segnano risultati contrastanti, non dovrebbe cambiare molto. Il SalmondGate farà perdere qualche punto percentuale ai nazionalisti, che si avviano a essere il primo partito e forse ad avere la maggioranza assoluta a Holyrood. Stabili i Conservatori di Douglas Ross. Johnson non ha ancora preso parte alla campagna e forse non si recherà nemmeno a Edimburgo e nelle città scozzesi nei giorni prima del voto. Per questa campagna non è un asset. Il Labour è in leggero calo nonostante il cambio al vertice, con Anas Sarwas che ha sostituito il corbyniano Leonard il mese scorso. Il crollo dei Laburisti a Holyrood in questi ultimi 10 anni è coinciso con l’exploit dei nazionalisti, di fede socialdemocratica.

Infine, il Galles, una delle due nazioni – insieme alla Scozia – che ha approfittato della devolution del 1997 per ottenere poteri in materia di sanità, edilizia e istruzione. Qui governa il Welsh Labour dal 2018 con Mark Drakeford che, non avendo la maggioranza assoluta dei seggi al Senedd, è appoggiato dai LibDems e da un ex parlamentare dei nazionalisti del Plaid Cymru. Il Covid e la sanità sono i punti al centro di una campagna che vede il Labour davanti ai Tories di un soffio: l’ultimo sondaggio di YouGov dava due punti di margine tra i due partiti.

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