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Fit For 55

Tutte le magagne dell’Ue da risolvere dopo la pandemia

Che cosa c'è da cambiare nell'Ue secondo Pierluigi Magnaschi, direttore di Italia Oggi.

Dell’Europa unita non possiamo assolutamente fare a meno. Ma di una Ue come quella che possiamo utilizzare, non possiamo certo essere contenti perché non solo fa acqua da tutte le parti ma finisce anche per scontentare tutti e non solo i sovranisti.

Da un sondaggio di Eurointelligence (ampiamente analizzato da Tino Oldani) risulta infatti che solo il 21% dei tedeschi (il paese, tra l’altro, che comanda la Ue e che dalla Ue ha sinora tratto il meglio), solo il 21% dei tedeschi, dicevo, ha fiducia nella Commissione Ue. Sennonché questa Commissione non solo è il cuore della Ue stessa, ma è anche presieduta da una tedesca come Ursula von der Leyen. Il gradimento da parte dei tedeschi della Commissione Ue non solo è basso ma è anche precipitato, nei soli due ultimi anni, dal 30 al 21%. Fra i tanti dati che si potrebbero commentare (tutti negativi) se ne può ricordare anche un altro: per il 63% dei tedeschi l’Unione europea è un organismo eccessivamente burocratico. Che è un altro modo per dire che spesso gira su se stesso.

I recenti capitomboli della Ue sono stati clamorosi. Il più deflagrante è relativo alla politica di approvvigionamento dei vaccini contro il Covid. La Commissione europea, peraltro molto opportunamente, c’è da dire, aveva deciso di esautorare i singoli Stati europei per riservare solo a se stessa il compito di contrattare con i grandi della farmaceutica mondiale le forniture. La Ue infatti, rappresentando un bacino di utenza di ben 446 milioni di persone (contro i 328 milioni degli Usa, tanto per rendere l’idea), se avesse agito bene, sarebbe stata in grado di ottenere condizioni più favorevoli sia in termini di prezzo sia di tempi di consegna. Purtroppo la Ue ha agito male per cui l’Europa si è trovata ad avere una quantità di vaccini largamente insufficiente per poter assicurare la vaccinazione di massa dei suoi cittadini che era necessaria e ineludibile.

In base al convincimento, giusto anche questo, che la politica di utilizzazione dei vaccini avrebbe dovuto obbedire a un’unica regia continentale che non poteva essere lasciata nella singola disponibilità dei suoi 27 Stati, la Ue ha anche attivato un suo organismo scientifico, l’Ema, incaricandolo di monitorizzare l’esecuzione delle vaccinazioni nel Vecchio continente. Sennonché la Commissione europea (che aveva nominato questo organismo scientifico terzo, attribuendo ad esso compiti che non erano politici ma tecnici e quindi ingiungeva all’Ema stessa di esercitarli compiutamente, senza interferenze sorta) è stata la stessa che poi ha colpito l’Ema, distruggendone e quindi anche ridicolizzandone le funzioni.

Infatti quando, a metà dello scorso mese di marzo, si diffusero, via agenzie, le notizie, peraltro approssimative, dei rischi connessi all’utilizzazione di AstraZeneca, i governi di Germania, Francia, Italia e Spagna decisero unilateralmente di sospenderne immediatamente l’utilizzazione, salvo riprendere le vaccinazioni tre giorni dopo quando l’Ema precisò, sulla base delle sue competenze tecniche, che «i benefici erano enormemente superiori agli svantaggi». Operando in questo modo, i paesi più importanti della Ue (con loro la stessa Germania) hanno rallentato il processo di vaccinazione (che tutti considerano cruciale per far raggiungere alla popolazione europea l’immunità di gregge) e ha ridicolizzato le competenza dell’Ema. Quest’ultima infatti, operando in questo modo, è stata declassata da vigile sanitario continentale alla massima potenza di trastullo nelle mani di politici nazionali emotivi che, proprio nel momento del bisogno, hanno fatto, in contraddizione con loro stessi, quello che volevano, sulla base di scelte istintive e quindi inevitabilmente deleterie.

E che dire di un continente di 446 milioni di abitanti, quello peraltro che ha inventato storicamente i vaccini, e che, al momento del dunque non è in grado di produrne uno, anche se da almeno dieci anni era chiaro che una pandemia di questo tipo era dietro all’angolo, pronta a scoppiare anche senza tenere contro dei guai già prodotti dalla Sars che era stata tutt’altro che domata? L’Unione europea rappresenta (e dovrebbe guidare) un continente rivelatosi a questo proposito stortignaccolo che non è stato in grado di produrre un vaccino che invece la Uk è riuscita a mettere sul mercato.

L’operazione è riuscita persino alla Russia che pure ha un prodotto interno lordo inferiore a quello della sola Italia e che quindi è incomparabilmente inferiore rispetto a quello dell’Europa a 27 che evidentemente, alla luce dei fatti sin qui descritti e dei molti altri che si potrebbe citare, non sa come utilizzarlo convenientemente.

A pandemia finita non basterà parlare di ecologia (una parola passepartout per dire niente facendo finta di dire tutto) e brindare allo scampato pericolo ma si dovrà discutere con determinazione di strutture, competenze della Ue che, al momento del dunque (ma la cosa era da tempo nota agli esperti che purtroppo sono stati zitti), si è dimostrata largamente inadeguata rispetto alle necessità di un mondo sempre più brutalmente competitivo che se ne fa un baffo del passato e si misura solo sul futuro.

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