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Istituto Cybersicurezza

Tutti i papocchi di Conte sull’Istituto italiano di Cybersicurezza

Dove sono finiti i 200 milioni per l'Istituto italiano di Cybersicurezza? L'intervento del deputato Federico Mollicone, responsabile Innovazione di Fratelli d'Italia

 

Nell’ultima bozza circolante della legge di bilancio apprendiamo che la dotazione a disposizione del costituendo Istituto Italiano di Cybersicurezza passa da 210 milioni a 10, nonostante dal governo si sia plaudito alla costituzione della “fondazione degli 007“.

Mentre Conte si riempie la bocca di “innovazione” e “cybersicurezza” e garantisce ai servizi d’intelligence l’istituzione di questa Fondazione, definanzia di 200 milioni la norma.

Proponemmo già in un ordine del giorno approvato dal governo, la riproposizione in Italia di modelli già di successo, come negli Stati Uniti o in Germania, di interazione fra attori pubblici e privati per finalità di ricerca e sviluppo in materia di protezione e sicurezza dei dati, con risvolti economici e industriali, al fine di salvaguardare la sicurezza nazionale, migliorare i livelli di sicurezza cibernetica e garantire la sovranità digitale italiana.

Non vorremmo, però, che ci sia una proliferazione di enti e istituti con poche finalità operative e tante “poltrone”.

Leggiamo, infatti, che l’Istituto dovrà “favorire lo sviluppo della digitalizzazione del Paese, del sistema produttivo e delle pubbliche amministrazioni in una cornice di sicurezza”, compiti già assegnati al ministero dello Sviluppo Economico e al ministro per l’Innovazione.

Durante l’emergenza sanitaria, la minaccia cibernetica è aumentata in quantità e in qualità.

Presenteremo in legge di bilancio emendamenti al fine di garantire un credito d’imposta in favore degli investimenti delle Pmi in cybersicurezza e per l’istituzione, presso il Mise, di un Fondo dedicato all’aumento qualitativo della sicurezza informatica.

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