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Salvini

Tutte le fibrillazioni nella maggioranza che sostiene il governo Meloni

Che cosa succede nella maggioranza di destra-centro. La nota di Paola Sacchi

 

Le polemiche anche interne alla maggioranza di governo sul decreto anti-rave illegali, con Forza Italia che tende a ribadire la propria cifra garantista, non fanno certo venir meno il tema della sicurezza centrale nel programma comune della coalizione. E i distinguo sono cosa ben diversa dalle fibrillazioni.

La difesa della sostanza politica della norma, che ora dovrà essere migliorata in parlamento su due punti critici, ovvero la necessità di essere più circoscritta e la riduzione della pena sotto i 5 anni oltre i quali scatterebbero intercettazioni, resta. Ma se in contemporanea si apre anche il caso Lombardia con Letizia Moratti che sbatte la porta e vira a sinistra, di certo verso il terzo polo (si vedrà se sarà candidata del terzo polo e Pd insieme), un problema al centro del centrodestra o meglio del destracentro si pone.

Al di là del caso Moratti condannato da Matteo Salvini e Attilio Fontana, in ballo c’è la Lombardia dove si vota il prossimo anno. E se la Lega e FI, pur rafforzata dalla nomina di Guido Bertolaso – forze più di “centro” se si intende l’approccio pragmatico e meno identitario di FdI a temi economici ma anche sulla giustizia, per la cui riforma la Lega fece referendum che coniugavano certezza della pena al garantismo in linea con FI – dovessero cedere voti in direzione terzo polo, un problema si aprirebbe per tutta la coalizione fino a Roma. Anche per FdI.

Quello del premier Meloni è il partito che ha quasi il doppio dei voti di Lega e FI e non c’è dubbio che dia la sua impronta principale al governo. Ma se da centrodestra l’esecutivo si muove con un’impronta sempre più marcata di destracentro, falle rischiano di aprirsi nell’area dei cosiddetti “moderati”, che più che moderati sarebbe più esatto definire liberali, fino a avvantaggiare piccoli drappelli come il terzo polo in manovre di destabilizzazione parlamentare e poi nella ricerca dei consensi elettorali. Il decreto anti-rave illegali se da un lato ha visto spiazzato il Pd, che continua a non porsi da anni il tema della tutela della legalità, della sicurezza, dall’altro lato ha però anche visto il centrodestra imbrigliato di fronte al Paese, alle prese con la crisi energetica e l’inflazione, a discutere non di bollette ma di rave party.

Oggi comunque il Cdm, dopo gli incontri di Giorgia Meloni con i vertici Ue, incontri cordiali in cui il premier ha ribadito un europeismo che difenda “l’interesse nazionale”, affronterà il punto numero uno dell’agenda ovvero l’emergenza del caro bollette. Mentre altre emergenze come l’emigrazione clandestina vengono avanti. Salvini ribadisce la linea dello stop agli sbarchi e del rispetto dei confini nazionali: “Una nave che batte bandiera norvegese va in Norvegia”. E di fronte a richieste come quelle della Germania di accogliere i migranti su una nave tedesca anche il ministro degli Esteri, il coordinatore azzurro Antonio Tajani chiede nel vertice europeo degli omologhi “il rispetto delle regole”.

La linea contro gli sbarchi dei clandestini è da sempre comune al centrodestra. E questa è materia di sicurezza centrale. Ma se su altre questioni pur importanti come i rave l’esecutivo si fa più marcatamente di destracentro l’equilibrio interno rischia di venirne un po’ turbato. È fisiologico che FdI che ha nettamente vinto, ma non stravinto, faccia valere la sua linea, ma partner come FI da sempre su posizioni garantiste non innocentiste sono lo stesso fondamentali così come la Lega, seppur sui rave sia più in sintonia con FdI.

Far valere in contemporanea le altre identità nella maggioranza è interesse anche di FdI e della stessa stabilità di governo. O forse per Meloni ora si è aperta un’altra scommessa quella di traghettare ancora di più il suo partito verso posizioni di “centro, nel senso di un salto nella capacità di leadership nel tenere unita la coalizione che più che di destracentro sarebbe più forte di fronte a sfide come quella lombarda nelle vesti di centrodestra.

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