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Lega Salvini

Tutte le cooperazioni industriali europee di Italia e Francia

Che cosa è emerso dall’incontro a Roma, il 19 marzo, tra Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, e Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia. L'articolo di Enrico Martial

 

Almeno quattro elementi vanno ricordati dell’incontro a Roma, il 19 marzo, tra Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo economico, e Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia, delle finanze e del rilancio.

Il primo riguarda l’Europa. Anche in conferenza stampa, è stato posto il problema del ritardo europeo nell’avvio del Recovery plan o NextGENEU. Gli osservatori notano i lunghi tempi sia della Commissione europea sia delle ratifiche degli Stati membri sulle risorse proprie, che costituiscono la base giuridica per avviare il programma. L’auspicio di Bruxelles, il 25 febbraio, era di concluderle entro marzo, di fronte a soli sette Paesi che avevano fino ad allora completato la procedura.

La questione si è proposta anche nel successivo incontro con il ministro dell’Economia Daniele Franco, con cui Bruno Le Maire condivide le restanti competenze del suo ministero. La Francia ha già iniziato a spendere anticipando pagamenti già realizzati per 26 dei 100 miliardi di France Relance. Gli ascoltatori pensavano al nostro PNRR da 196,5 miliardi, che circola ancora in bozza, e ancora grazie, visto che si era sostanzialmente fermato. È emerso anche il richiamo ad un “inaccettabile ritardo dell’Europa rispetto agli Stati Uniti”, e al loro Recovery da 1900 miliardi di dollari. Sia rammentato a margine, infine, che il ministro Giorgetti è parso pragmaticamente operativo nelle “politiche” di sviluppo e crescita di Stati membri all’interno dell’Unione europea, rispetto ai toni antieuropei della Lega nel primo governo gialloverde di Giuseppe Conte.

Il secondo tema riguarda i settori di cooperazione industriale tra Italia e Francia di cui hanno parlato i due ministri centrati sull’autonomia europea e quindi nel processo più generale di deglobalizzazione regionale. Si tratta dello spazio e dei lanciatori, con una road map europea e un gruppo di lavoro. Poi vi è l’idrogeno, con progetti tra imprese italiane e francesi, anche intermedie e pmi: tutta la filiera è oggetto di cooperazione, dall’elettrolisi alle valvole, dai serbatoi alle pile a combustibile. Segue il tema delle componenti microelettroniche, con l’Europa troppo dipendente dall’Asia, e si intende dalla Cina, con uno sfondo sui problemi Huawei e sicurezza. Infine, il settore delle tecnologie mediche, compresi i trattamenti e le biotecnologie, va fatto crescere considerata la dipendenza extra-europea emersa durante la pandemia.

Il terzo tema riguarda l’inquadramento europeo della cooperazione italo-francese. Vi è una richiesta alla Commissione di avviare programmi entro il 2021 per ognuno di questi temi: spazio e lanciatori, idrogeno, componenti elettroniche, biotecnologie e biomedicale. In secondo luogo, si pensa alla Germania, perché il quadro del bilaterale Italia-Francia è stato spesso ricollegato alla trilaterale, com’è stato per Industria 4.0. Vi si legge sia la sottesa preoccupazione francese del proprio ritardo rispetto all’oltre Reno, sia la necessità di mantenere un coinvolgimento europeo complessivo – quindi oltre il primo motore della trilaterale verso tutti gli altri Stati membri – per affrontare la competizione globale.

Il quarto elemento da ricordare riguarda il patto di stabilità e crescita. Il ministro Le Maire lo ha ricordato sostanzialmente negli stessi termini del presidente del Consiglio Mario Draghi, e cioè che la stabilità delle finanze pubbliche è fondamentale, ma che prima deve venire la crescita. È la lezione appresa dalla crisi 2010-2011, quando la crescita è stata fermata dall’affanno a riequilibrare le finanze pubbliche.

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