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Salvini

Tutte le contraddizioni della variopinta macchina di guerra del Pd

Ecco le ultime novità dal centrosinistra e dal centrodestra. La nota di Paola Sacchi

 

Dall’ex giallo di Luigi Di Maio, unito alla spruzzata di bianco centrista di Bruno Tabacci, al profondo rosso di Nicola Fratoianni, con l’ambientalismo radicale di Angelo Bonelli, fino, se comprendiamo anche l’intesa con Carlo Calenda, all’ex azzurro pallido delle ministre Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna uscite da Forza Italia.

Ecco la variopinta macchina da guerra del Pd di Enrico Letta. Che con Fratoianni e Bonelli fa solo “un accordo elettorale, non di governo”, assegnando loro, insieme con Impegno civico di Di Maio e Tabacci, il 20 per cento dei collegi unininominali del Pd.

Letta imbarca anche la sinistra radicale elettorale pur di fermare “le destre, impedire a Matteo Salvini e Giorgia Meloni in caso di vittoria di stravolgere la Costituzione”. Ma tutta la variopinta macchina da guerra, compreso l’accordo anche programmatico con Calenda è esplicitamente un’alleanza contro, che ricalca lo schema quasi trentennale inaugurato con la prima macchina, quella gioiosa di Achille Occhetto, sbaragliata da Silvio Berlusconi.

Un’impostazione di aprioristica, dichiarata delegittimazione dell’avversario politico, trattato ogni volta alla stregua del nemico e contro il quale la sinistra lancia quello che lo stesso Letta chiama “allarme”.

Con Fratoianni e Bonelli sarà pure solo un accordo elettorale, ma è evidente che le contraddizioni siano destinate a esplodere prima o poi. Come conciliare il programma sottoscritto con Calenda di abbassare le tasse con la linea opposta non solo di Fratoianni ma anche di Roberto Speranza di Articolo Uno? Come conciliare il posizionamento occidentale, gli attacchi alle “destre” definite dallo stesso Calenda “orbaniane e filoputiniane” con Fratoianni che si è sempre espresso contro l’invio delle armi all’Ucraina?

Matteo Renzi mette subito il dito nella piaga e attacca il Pd: “Come si fa a promettere la riduzione delle tasse se poi per prima cosa Letta propone la patrimoniale?”. Per cui confermato: Renzi correrà da solo con la sua Iv per quel terzo polo cui aveva chiamato Calenda, il quale ora dovrà tenere a freno il disagio del suo frastagliato mondo di Azione dove sono anche le ministre ex FI. Ieri sera si parlava di una certa agitazione dalle parti di Calenda.

Duro affondo della presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Un carrozzone. Un accordo senza alcuna visione comune non + un accordo per governare 5 anni una Nazione. ‘Per salvare la Costituzione’ dicono, a me sembra solo per garantirsi le poltrone. Non fatevi fregare”. Meloni, in un’intervista al canale Usa Fox, dice che potrebbe essere lei la “prima premier donna” in Italia.

Sferzante Salvini: “Sono senza vergogna, accordo solo per spartirsi le poltrone”. Come affermano anche i leghisti Claudio Borghi, Alberto Bagnai, Stefano Candiani il quale denuncia che questa intesa “crea una situazione di caos”. Salvini, infatti, rigetta lo stesso metodo lettiano: “Così si dimostra di non voler rispettare il popolo che invece sarà il solo a decidere”. E Giorgio Mulè con Licia Ronzulli (FI): “Accordo solo per spartirsi le sedie, l’intesa svela tutta la disperazione di Letta”. Berlusconi in un’intervista a Il Messaggero di oggi: “Sanno solo denigrare l’avversario”.

Il centrodestra preferisce parlare del programma che sta perfezionando in 15 punti, dal titolo “Italia domani“. Berlusconi propone una flat tax per tutti al 23 per cento, Salvini osserva che intanto si potrebbero “detassare subito premi ai lavoratori, straordinari, aumenti di stipendio”. Visioni opposte quelle tra un centrodestra compatto e un centrosinistra che gli opposti però li ha anche al suo stesso interno. Pur di battere “le destre”, senza mai nominare la parola centro.

Il Pd dovrebbe presentarsi nel 58 per cento dei collegi uninominali, il 24 per cento dovrebbe andare a Calenda e +Europa, il 14 ai Verdi e Sinistra Italiana , il 4 per cento a Impegno civico di Di Maio e Tabacci. Sarà d’accordo Calenda che fino a ieri sera taceva e l’altro ieri ha bombardato via Twitter la possibile intesa, poi raggiunta dal Pd,  anche con Fratoianni  e Bonelli?

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