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Come e perché la Turchia corteggia il Niger con le armi

Il riavvicinamento militare tra Niger e Turchia è arrivato così lontano che Ankara prese in considerazione, due anni fa, di stabilire una presenza militare permanente nel Paese. L'analisi di Giuseppe Gagliano

Impegnato, come il vicino Ciad, in una revisione delle sue risorse aeree, il Niger è attivamente corteggiato dai produttori di apparecchiature turche. Una delegazione delle industrie aerospaziali turche (TAI) era a Niamey la scorsa settimana per offrire, tra l’altro, aerei da addestramento Hürkus, ma anche droni Anka, la cui versione più recente, Anka-S, può essere equipaggiata con missili a guida laser.

TAI ha firmato il suo primo contratto di esportazione di droni Anka con la Tunisia nel 2019 ma le crescenti tensioni diplomatiche con Tunisi – insieme a difficoltà di bilancio – hanno ritardato, se non compromesso, il progetto .Per riprendersi a Niamey, TAI ha fatto un vero colpo di scena venendo con i piloti collaudatori per dimostrare le sue attrezzature, in particolare gli aerei Hürkus.

Come in altri mercati di esportazione africani, TAI ha però trovato il suo eterno concorrente, Baykar Makina, la cui divisione militare è guidata da Selçuk Bayraktar, genero del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Baykar, che ha anche inviato i suoi rappresentanti di vendita in Niger, offre ai generali locali i suoi droni Bayraktar TB2, gli stessi che ha appena consegnato in Marocco .Questo modello è stato illustrato sul fronte libico, dove l’esercito turco lo ha utilizzato massicciamente a sostegno delle autorità di Tripoli, così come in Armenia, dove ha permesso all’Azerbaigian di vincere lo scorso anno, in meno di due mesi, contro Yerevan.

A Niamey, TAI e Baykar giocano sul velluto: con il Senegal, il Niger è il paese più vicino alla Turchia dell’Africa occidentale, e lo è da dieci anni. In campo militare tale vicinanza si è concretizzata in particolare con la firma, lo scorso anno, di un accordo di cooperazione militare relativo in particolare agli aiuti turchi alle forze militari nigeriane impegnate nella lotta contro Boko Haram, al confine con la Nigeria, ma anche con un rafforzamento di Ankara nella difesa delle aree vicine a Burkina Faso e Mali. L’ambasciatore turco a Niamey, Mustafa Türker Ari, proviene dalla divisione “sicurezza internazionale” del ministero degli Esteri turco.

Il riavvicinamento militare tra Niger e Turchia è arrivato così lontano che Ankara ha preso in seria considerazione, due anni fa, di stabilire una presenza militare permanente nel Paese. Erano stati previsti diversi insediamenti, in particolare Niamey, ma anche il forte di Madama – un tempo occupato dai soldati francesi di Barkhane – situato a 80 km dal confine libico. L’installazione di una base turca in Niger avrebbe consentito ad Ankara sia di suggellare la sua partnership militare con Niamey, ma anche di supportare le operazioni del suo esercito in Libia, impegnato con il governo di Tripoli. Il progetto turco aveva suscitato scalpore e gli Emirati, che appoggiano l’uomo forte della Libia orientale, Khalifa Haftar, si erano avvicinati al Niger con una controproposta di occupazione del forte di Madama .Alla fine, il sito è stato lasciato vuoto.

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