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Erdogan Bin Salman

Ecco come la Turchia sguazza e costruisce in Libia

I giganti turchi dell'edilizia sono tornati in attività nella capitale della Libia. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

Come era prevedibile, la Turchia sta incassando i proventi della sua politica di potenza in Libia. Anche nel settore edilizio.

I giganti turchi dell’edilizia sono tornati in attività nella capitale libica. Tra i primi a muoversi di nuovo c’è Sembol Construction, che ha appena riavviato i lavori su Bab Tripoli 2.

Questo progetto simbolo del regno di Muammar Gheddafi e di suo figlio Saif al-Islam Gheddafi, situato nel sud della capitale sulla strada che porta all’aeroporto internazionale, comprende un hotel, un centro commerciale e uffici.

Inizialmente è stato assegnato prima della caduta del regime a un’altra azienda turca, Renaissance Construction, meglio conosciuta con il nome di Rönesans, Sembol è molto attiva in Turchia e Kazakistan e aveva iniziato a stabilirsi in Libia entro il 2010. In particolare, la società ha costruito il Rixos Al-Nasr Hotel in collaborazione con l’Organizzazione per lo sviluppo dei centri amministrativi (ODAC), guidata da Ali Ibrahim Dabaiba, cugino dell’attuale primo ministro Abdelhamid Dabaiba.

Questo albergo a cinque stelle, inaugurato dallo stesso Saif al-Islam Gheddafi, ospitava molti giornalisti durante gli ultimi giorni dell’era Gheddafi ed è stato in seguito utilizzato come quartier generale del Consiglio nazionale di transizione. Sembol e Rixos Hotels sono gestiti da Fettah Tamince, un uomo d’affari vicino al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Nel 2010, Sembol ha anche costruito 50 ville di lusso a Sirte e poi ha ottenuto contratti a Bengasi.

Molte società turche hanno risolto i loro contratti dopo il 2011. Secondo alcune stime, il valore totale di questi contratti era di circa 19 miliardi di dollari. Il governo di Erdogan ha fatto un punto per garantire il loro ripristino, essendo la questione al centro dei negoziati con il governo di Fayez al-Sarraj, e poi quello di Dabaiba. Questa riapertura dei cantieri viene utilizzata come contrappeso al sostegno politico e militare offerto da Ankara a Tripoli, in particolare durante l’offensiva lanciata da Khalifa Haftar sulla capitale nel 2020.

La riapertura del cantiere Bab Tripoli 2 arriva quando Dabaiba sta rilanciando diversi progetti chiave mentre il 24 dicembre, la data prevista per le elezioni presidenziali, si avvicina sempre di più.

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