Un saggio a sfondo politico sui nostri sconvolgenti tempi che termina con i versi di Leopardi, scioccamente sempre descritto come un cupo pessimista, e invece voce di “un umanesimo compiuto, integrale”, e anche un saggio nella cui penultima parte si spiega che la destra vince in tutto il mondo anche perché i suoi esponenti più si avvicinano, anzi più si dovrebbero avvicinare, con una componente “liberale e libertaria”, all’umanesimo libero e pop di Freddie Mercury (“senza forzature” negli accostamenti con la poesia musicale del gigante dei Queen), ecco un libro così non si era mai visto. È il raro e geniale dono che ci ha fatto Daniele Capezzone, direttore editoriale di “Libero Quotidiano”, ex parlamentare, capo di Commissione a Montecitorio, già portavoce del Pdl (centrodestra), da ragazzo segretario dei Radicali di Marco Pannella.
Che c’entra Mercury con “Trumpisti o Muskisti, comunque ‘fascisti’ – Sinistra a caccia di nemici” (Piemme, dal 16 settembre in libreria), con Donald Trump, Elon Musk, Javier Milei e Benjamin Netanyahu raffigurati nella copertina? I soliti noti di sinistra, pro-Pal, Flotilla e quant’altro inorridiranno per l’accostamento. Ma la vita di Mercury era la libertà che non imponeva modelli e i leader più demonizzati dei nostri giorni dal “deserto di idee”, tranne che la lotta contro il “nemico” , della sinistra italiana e mondiale, sono leader “anomali”, che entrano in contatto diretto con “il demos” (popolo). Pur molto diversi tra loro (Netanyahu più incurante della comunicazione “a cuori e menti” lo critica su questo Capezzone), non hanno l’espressione incartapecorita di “mummie” della burocrazia Ue. E per Capezzone sono potenziali rappresentanti di un quartetto di libertà, dai fondamentali economici e spirituali di un Occidente che si è incurvato su se stesso di fronte anche al fondamentalismo islamico. Un Occidente reso pericolosamente più debole e vulnerabile, anche di fronte all’aggressione di Putin all’Ucraina, da una stesso presidente Usa democrat, Joe Biden, il commander in chief che decise la disastrosa fuga da Kabul a Ferragosto di 4 anni fa.
Ma Capezzone, non avendo mentalità da provinciale esterofilo come la nostra sinistra che ora “al posto dell’ Urss ha messo la Ue” e definisce “fascista” chiunque non abbia le sue idee, sottolinea al tempo stesso il valore del modello che il nostro centrodestra, “complementare”e non competitivo tra i suoi leader, può avere per il resto dell’Occidente. Così come gli Usa con tutte le componenti dei Repubblicani possono essere un modello per noi, ma senza fare un partito unico. E valorizzando una coalizione dove il premier Giorgia Meloni , ponte tra Trump e Europa, ” più cauta per il suo ruolo” e Matteo Salvini “più simpatetico con Musk oltre che con Trump” si completano tra loro. Forza Italia è più fredda con il presidente Usa, ma Capezzone sottolinea il valore dell’ottimo rapporto, “anche personale che Antonio Tajani ha saputo stabilire con Marco Rubio (Segretario di Stato ndr)”.
Ora però il libro sprona il centrodestra a correre per i cambiamenti, a partire da schok per l’abbassamento della pressione fiscale sul ceto medio. E non a fermarsi al pur importante valore della stabilità di governo. Leader anomalo era da noi innanzitutto Silvio Berlusconi, fondatore del centrodestra, “l’uomo dal sole in tasca”. Più di Trump che “ai sorrisi preferisce la lotta”, quel “Fight, fight, fight” che lo ha salvato dall’attentato, ricorda l’autore. Il cui libro, in stampa prima dell’assassinio di Charlie Kirk, è stato di fatto tragicamente profetico della demonizzazione da sinistra (“Senza il talento di un Tony Blair, leader progressista”) verso destra. Fino alla tragedia in un campus Usa. Secondo un report di NCRI, analizzato dal politologo, Luigi Curini, a maggio per “Italia Oggi”, 38 americani su 100 considererebbero giustificabile l’assassinio di Trump e 31 quello di Musk, tra gli elettori di sinistra per il presidente Usa la percentuale sale a 55 su 100, per Musk a 48. Dati allarmanti. Trump, leader “imprevedibile” non sempre condivisibile da Capezzone come sui dazi , contrari alla filosofia liberale di Reagan, critica fatta, sottolinea, da “anti anti-Trump”, ha rappresentato la liberazione dalla cultura woke.
Ma Capezzone, che preferisce la destra liberale di Musk alla “destra sociale” di Trump, ricorda che il presidente Usa ha già vinto una battaglia per la ancora molto difficile pace in Ucraina, convincendo Zelensky ad accettare l’accordo per le terre rare, garanzia di fatto di una presenza Usa in Ucraina. E sottolinea che Trump con l’attacco di giugno (deciso con Bibi Netanyahu?) ha di fatto indebolito l’Iran anche di fronte a quel mondo arabo che fu decisivo per gli accordi di Abramo per riportare la pace in Medioriente. E sempre Trump è stato determinante per la resistenza dell’Ucraina poiché fornì a Zelensky i missili Javelin. Tutti risultati ignorati o derisi da una sinistra che non ha più l’agenda dell’Occidente. E in Europa i partiti che si oppongono, premiati dai sondaggi o peggio che avevano vinto “come in Francia e Romania” sono sotto “sequestro giudiziario”. Mentre il principale nemico è a Oriente, con la Cina.
Capezzone non dice che bisogna uscire dall’Europa, ma, ricordando il discorso di Bruges di Margaret Thatcher, suggerisce di stare insieme per alcune cose, non come in un Superstato che soffoca le peculiarità nazionali. E ha già provocato danni, sottolinea, con il Green Deal all’Automotive. È una Ue che mentre il mondo esplode pensa ad “aumentare le tasse sulle sigarette trattando i fumatori come faggiani all’apertura della caccia”.
Capezzone ricorda che non gliene è mai importato niente di accreditarsi come altri nei salotti chic, cui ha sempre preferito il popolo. E, “come dicono a Cambridge”, se a qualcuno il libro non piace ” ‘sti cazzi”. Lo ha scritto con il sorriso sulla bocca. Forse con quel “sole in tasca” del Cav, della cui Forza Italia fu anche portavoce. Quel sole che anche alla cronista fa tornare in mente proprio Leopardi, di cui scrisse all’esame di Maturità: “Non è un pessimista, ama la vita, che però gli sfugge, chi scrive anche delle ‘vie dorate e gli orti’.
‘”.