Tasse, redditi, debito: Axios ha fatto il conto degli effetti fiscali delle promesse elettorali dei due candidati alla Casa Bianca, Trump e Harris, ambedue portatori di proposte destinate a generare significativi riflessi.
Debito pubblico
Che vinca Trump o Harris, il debito già preoccupante dell’America è destinato a ingrossarsi ulteriormente anche se in misura molto diversa a seconda di chi prevarrà alle urne.
È quanto scrive il sito Axios attingendo alle analisi condotte dal Penn Wharton Budget Model. Lo studio fa emergere come le promesse elettorali di Trump si tradurrebbero in un aumento del debito da qui ai prossimi dieci anni che potrebbe raggiungere i 5,8 trilioni. Questa cifra monstre, rivelano gli autori del rapporto, potrebbe scendere a 4,1 trilioni calcolando il cosiddetto “dynamic pricing”, che tiene conto delle aumentate entrate fiscali derivanti da una spinta economica dettata dagli incentivi introdotti.
Il programma della Harris risulta invece meno oneroso e si rifletterebbe in un aumento del debito di 1,2 trilioni, che potrebbero salire ai 2 tenendo conto del “dynamic pricing”,
I tagli trumpiani
Lo studio del Penn Wharton Budget Model valuta poi cosa succederà in caso che i tagli alle tasse introdotti da Trump nel suo primo mandato fossero eliminati come ha indicato Harris o addirittura estesi come propone il tycoon.
In caso di vittoria di Trump, e dunque di proroga del taglio sulle tasse dei redditi, il costo per lo Stato sarebbe di 3,4 trilioni in dieci anni che diventerebbero 4 se fossero rinnovati anche i tagli alle tasse sulle imprese.
Ma il conto potrebbe diventare più salato se Trump onorasse l’impegno di abbassare ulteriormente il prelievo sulle imprese dall’attuale 21% al 15. In questo caso bisognerebbe aggiungere una cifra stimabile in 600 miliardi.
E se vince Harris?
Nell’altro scenario che ipotizza la vittoria di Harris, è nota la promessa di aumentare le tasse aziendali alzando l’aliquota al 28%. L’effetto fiscale sarebbe invertito rispetto a Trump perché l’erario raccoglierebbe ulteriori 1,1 trilioni.
Questo tesoretto, viene rilevato, sarebbe sufficiente a una amministrazione Harris per raccogliere i 600 miliardi necessari a varare le nuove politiche promesse, relative in particolare all’alleggerimento della pressione fiscale sulla classe media, all’introduzione di un tax credit da 6.000 dollari per i nuovi nati e di contributi per chi acquista la prima casa.
Ma Harris ha un’altra proposta molto ambiziosa e costosa, l’innalzamento dei tax credit rispettivamente per i bambini con meno o più di cinque anni, che drenerebbe risorse per 1,7 trilioni.
Effetti sul debito
Lo studio Wharton calcola nel 9,3% il tasso di aumento del debito di qui al 2034 in caso di piena implementazione dell’agenda Trump, con ulteriore risalita al 12,7% estendendo l’orizzonte temporale al 2.054. In caso invece di vittoria di Harris, gli incrementi corrispondenti sarebbero invece del 4,4 e del 7,7%.
Effetti sui contribuenti
Sono marcatissime le differenze anche sui riflessi per i contribuenti. L’1% degli americani più ricchi vedrebbe il proprio reddito aumentare di 47.000 dollari in caso di elezione di Trump e diminuire invece di 9.000 in caso di esito favorevole per Harris. Non si registrano invece differenze quanto agli effetti sulla classe media, il cui reddito aumenterebbe ugualmente di 2.000 dollari in caso di vittoria dell’uno o dell’altro candidato.