L’America Latina è al centro delle nuove mosse geopolitiche di Donald Trump, che intrecciano sostegno economico e azioni militari.
In Argentina, un bailout da 20 miliardi di dollari è legato alla vittoria elettorale del libertario Javier Milei, mentre in Venezuela la CIA riceve l’ok per operazioni coperte contro Nicolás Maduro, accusato di narcoterrorismo.
Bombardamenti nel Caribe e accuse di “guerra multiforme” da Caracas alzano la tensione, evocando una storia di interventi USA nella regione.
Il sostegno economico a Milei
In un incontro alla Casa Bianca che ha fatto scalpore, il presidente Trump ha accolto il leader libertario argentino Javier Milei, legando esplicitamente un salvataggio finanziario da 20 miliardi di dollari alle sorti elettorali del suo alleato.
Come scrive la BBC, Trump ha dichiarato che il sostegno statunitense non sarebbe “spreco di tempo” se il partito di Milei non prevalesse nelle elezioni legislative del 26 ottobre. “La vittoria è molto importante”, ha aggiunto, avvertendo che in caso di sconfitta “non saremo generosi con l’Argentina”.
Milei, salito al potere a dicembre 2023, ha elogiato Trump per i suoi sforzi di pace, attribuendo la crisi valutaria argentina agli attacchi dei suoi avversari politici.
Stabilizzare il peso
Questa mossa, un currency swap per stabilizzare il peso, arriva in un momento critico: l’Argentina affronta inflazione galoppante e riserve prosciugate, con debiti per 20 miliardi in scadenza nel 2026.
Come riportato dalla BBC, i mercati hanno reagito con scetticismo, con le azioni argentine in calo dopo la conferenza stampa. Trump, che ha sempre criticato l’interferenza straniera nelle elezioni, ora la pratica apertamente per difendere la “grande filosofia” libertaria di Milei.
Le recenti elezioni provinciali a Buenos Aires hanno deluso La Libertad Avanza, colpita da scandali di corruzione, e un midterm negativo potrebbe bloccare le riforme di austerity, già ostacolate dal Congresso.
Per i sostenitori di Milei, le misure hanno ridotto deficit e inflazione; per i critici, hanno imposto tagli dolorosi a pensioni, sanità e sussidi, alimentando il malcontento popolare
Escalation contro Maduro
Parallelamente al fronte argentino, Trump ha intensificato la pressione su Caracas, autorizzando segretamente la CIA a operazioni coperte in Venezuela, incluse azioni letali.
Secondo il New York Times, alla CIA sarà permesso di colpire il regime di Nicolás Maduro unilateralmente o con operazioni militari, in un contesto di escalation militare regionale fatta di 10.000 truppe Usa, otto navi da guerra e un sottomarino nel Caribe.
L’obiettivo è chiaro, come riferito dal NYT: destituire Maduro, accusato di narcoterrorismo e di svuotare le prigioni per inviare migranti e criminali negli Usa.
Trump ha confermato pubblicamente l’autorizzazione in una conferenza stampa, come riportato da Al Jazeera, motivandola con due ragioni: il presunto “svuotamento delle prigioni” venezuelane e il traffico di droga via mare. “Abbiamo molte droghe che arrivano dal Venezuela”, ha detto, annunciando di valutare operazioni terrestri dopo aver “quasi fermato” il flusso marittimo.
La strategia, orchestrata dal segretario di Stato Marco Rubio e dal direttore della CIA John Ratcliffe, evolve da sforzi antidroga preesistenti, ma ignora contraddizioni: un report USA declassificato, citato da Al Jazeera, smentisce legami diretti tra Maduro e gang come Tren de Aragua.
Nonostante ciò, Trump ha dichiarato un “conflitto armato” con i cartelli, etichettandoli “combattenti illegali” e offrendo 50 milioni per l’arresto di Maduro.
Le operazioni militari nel Caribe
Le parole di Trump si traducono in azioni concrete: da settimane, la marina Usa bombarda imbarcazioni al largo del Venezuela, uccidendo 27 persone in almeno cinque raid aerei dal 2 settembre.
Come descritto da Al Jazeera, l’ultimo attacco ha colpito una barca con un missile, uccidendo sei presunti “narco-terroristi”. “Quando sono cariche di droga, sono prede lecite”, si è giustificato il presidente, affermando di avere “informazioni profonde” sui bersagli, inclusa polvere di fentanyl sulle imbarcazioni.
Esperti legali, però, denunciano violazioni del diritto internazionale: i trafficanti non sono “combattenti armati” in guerra, e mancano prove pubbliche.
Da Caracas, Maduro ribatte con veemenza. Come riportato da El Universal, il leader venezuelano ha accusato gli Usa di “suprematismo nazista” e di pianificare un “cambio di regime” per rubare risorse come petrolio e oro, evocando fallimenti passati come Afghanistan e Iraq.
“No alla guerra nel Caribe né in Sudamerica”, ha esortato, rivolgendosi all’opinione pubblica Usa per diffondere “la verità” della sua nazione.
Maduro ha respinto le operazioni CIA come reminiscenze di colpi di stato storici – dal Guatemala ’54 al Cile ’73 – e ha condannato i bombardamenti come “aggressione armata” ingiustificata.
Nessuna prova, sostiene, lega il suo governo al narcotraffico; al contrario, è vittima di una “guerra multiforme” per imporre un governo fantoccio.
Le radici storiche e le implicazioni attuali
Questa escalation non è isolata: riflette una storia controversa della CIA in America Latina, come rammentato dal New York Times, da colpi in Guatemala e Brasile a tentativi di assassinio di Castro.
Sotto Trump, l’agenzia – diretta da Ratcliffe, che promette maggiore aggressività – evolve in sforzi antidroga e operazioni letali, inclusi droni su Messico e Caraibi.
In agosto, un ordine ha autorizzato azioni contro cartelli; a ottobre, un memo al Congresso ha dichiarato un “conflitto non internazionale” contro gli stessi.
Le ripercussioni sono ampie: Maduro chiama all'”unione nazionale” contro la “guerra psicologica” Usa, mentre i leader regionali dubitano delle accuse di Washington.
In Argentina, il bailout a Milei rafforza un alleato anti-socialista, ma rischia di alienare mercati e elettori.
Come nota Al Jazeera, Trump assume poteri bellici – invocando l’Alien Enemies Act del 1798 – senza prove solide, minando la credibilità Usa.
La regione, già divisa da migrazioni e crisi economiche, teme un’escalation che trasformi tensioni in conflitto aperto, riecheggiando le “guerre eterne” criticate da Maduro.