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Chi accusa Total di conflitto di interessi in Francia

In Francia è stata aperta un'indagine preliminare contro l'amministratore delegato di TotalEnergies, Pouyanné, accusato di aver abusato del suo ruolo in un'università per favorire l'azienda che dirige. Tutti i dettagli

La procura finanziaria della Francia ha aperto un’indagine preliminare nei confronti di Patrick Pouyanné, amministratore delegato della società energetica francese TotalEnergies (precedentemente nota come Total), per conflitto di interessi. Lo scrive il quotidiano Le Monde.

L’ACCUSA

Secondo le autorità, Pouyanné avrebbe abusato del suo ruolo di membro del consiglio dell’École polytechnique – una delle università più prestigiose della Francia – per favorire l’azienda che dirige.

Nel 2020, infatti, l’università ha votato a favore della realizzazione, da parte di TotalEnergies, di un centro di ricerca e innovazione nel campus del politecnico a Saclay, a sud di Parigi. Pouyanné – stando all’accusa – avrebbe sfruttato la sua posizione nel consiglio universitario per influenzare questa decisione.

CHI HA PRESENTATO LA DENUNCIA

La denuncia è stata presentata alla procura finanziaria dalla divisione francese lo scorso 22 aprile dall’organizzazione ambientalista Greenpeace, dall’associazione anticorruzione francese ANTICOR e da un gruppo, chiamato La Sphinx, che rappresenta gli studenti dell’università.

COSA HA DETTO TOTAL

Con un comunicato, TotalEnergies ha dichiarato che Pouyanné non ha mai preso parte alle decisioni del consiglio universitario collegate alla società da lui amministrata.

COSA HA DETTO GREENPEACE

Clara Gonzales di Greenpeace ha detto a Le Monde che Pouyanné “tiene il piede in due scarpe, quindi era suo dovere identificare i rischi di conflitti di interesse come direttore di un’istituzione pubblica. Questi rischi”, aggiunge, “avrebbero dovuto essere valutati anche dal consiglio di amministrazione, che dovrebbe garantire l’indipendenza dell’istruzione pubblica”.

COSA RISCHIA POUYANNÉ

Le Monde scrive che il reato di conflitto di interesse è punibile con cinque anni di prigione e una multa di 500mila euro.

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