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Tangentopoli vista dai diplomatici americani

“The End 1992-1994” di Andrea Spiri letto da Tullio Fazzolari

 

Trent’anni dopo la fine della prima repubblica, la storia di quello che accadde davvero è ancora da completare. “The End 1992-1994” di Andrea Spiri (Baldini + Castoldi, 236 pagine, 18 euro) porta un contributo importante per una ricostruzione definitiva utilizzando documenti finora inediti e fino a poco tempo fa rigorosamente inaccessibili: gli archivi segreti americani. Se qualcuno si aspetta una spy story resterà deluso. Non ci sono particolari e indebite ingerenze della CIA nella politica italiana. Ci sono invece le testimonianze di diplomatici e funzionari statunitensi che nelle loro relazioni inviate a Washington descrivono perfettamente quanto sta avvenendo in Italia. E molto spesso prevedono con esattezza quello che sarebbe successo dopo.

Sono gli anni di tangentopoli, del progressivo e inesorabile crollo dei partiti tradizionali, degli assassini di Falcone e Borsellino ma anche della svalutazione della lira e del prelievo forzoso sui depositi bancari. E gli osservatori americani vigilano attentamente sulle disgrazie italiane. Ma lo fanno con un approccio più discreto rispetto ai decenni passati. Dopo la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, si esaurisce la necessità di Washington a interferire nella politica italiana. Ciò non esclude però che ci sia preoccupazione per l’evidente instabilità di un paese che è un alleato storico degli Stati Uniti. E com’è comprensibile si cerca di capire quale può essere la via d’uscita da questa crisi devastante.

Inizia così nel 1992 un flusso massiccio di informazioni che i diplomatici americani in Italia spediscono al Dipartimento di Stato. Andrea Spiri ne fa una ricostruzione dettagliata da cui emerge che a Washington sapevano tutto. Perfino particolari a cui ben pochi prestavano attenzione come, per esempio, il fatto che la perdita di credibilità di Milano fra gli investitori stranieri dopo l’uragano di tangentopoli si poteva misurare con il calo del 30 per cento delle prenotazioni alberghiere.

Fra il 1992 e il 1994 si avvicendano come ambasciatori statunitensi a Roma Peter Secchia e Reginald Bartholomew. Entrambi hanno una serie infinita di colloqui ufficiali o riservati con esponenti della politica italiana. E lo stesso lavoro svolgono i loro principali collaboratori. I resoconti che inviano al Dipartimento di Stato e che Spiri ha selezionato accuratamente mostrano in tutta evidenza lo sfacelo in corso. Il verbale di un incontro in ambasciata con gli ultimi leader della DC sembra quasi una seduta di psicoterapia di gruppo con nulla che faccia intravedere un sussulto di orgoglio e tanto meno una qualche capacità politica. Quanto basta ai diplomatici americani per prevedere che entro un quinquennio ci sarà una classe politica completamente nuova. Bene o male ci siamo arrivati ma, come dimostra “The End 1992-1994” il nostro destino era già scritto negli archivi segreti americani…

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