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La lezione di Craxi per le elezioni al Quirinale

Conversazione di Paola Sacchi con Stefania Craxi, figlia di Bettino e senatrice per Forza Italia

 

“Da 22 anni ho un solo pensiero: consegnare Bettino Craxi alla storia positiva di questo Paese. Lui disse: finché sono vivo mi difendo da solo, ma da morto chi mi difenderà?”.

Parla Stefania Craxi, figlia dello statista socialista, senatrice di Forza Italia, vicepresidente della commissione Esteri, in occasione dell’anniversario della morte del padre a Hammamet il 19 gennaio 2000, a 65 anni. Un anniversario a ridosso delle elezioni quirinalizie.

Sull’ipotesi di Silvio Berlusconi al Colle, dice: “Dalla sinistra mancanza di rispetto, non più tollerabili le sue patenti di legittimità”.

Senatrice Craxi, è il 22esimo anniversario della morte di suo padre Bettino, statista, premier del governo più longevo della Prima Repubblica, leader del PSI. Anniversario anche quest’anno, a causa del Covid, senza la delegazione della Fondazione Craxi al cimitero cristiano di Hammamet. Qual è il suo pensiero oggi?

Da 22 anni ho un solo pensiero: consegnare la figura di Craxi alla storia positiva di questo Paese, consentire che si scrivano pagine di verità sulla sua vicenda umana e politica costellata da menzogne, ingiustizie e falsità. Una volta disse: «Finché sono vivo mi difendo da solo, ma quando sarò morto chi mi difenderà?» Per me, non solo in quanto figlia – e ci tengo a sottolinearlo – è stato naturale intraprendere una battaglia di verità. Quanto alle celebrazioni spero, mi auguro, che il prossimo anno possa essere definitivamente archiviata l’emergenza sanitaria cosicché in tanti italiani – e non solo – potremo tornare ad Hammamet… ma questo dipende anche da noi, se sapremo porci il tema di sostenere realtà come la Tunisia…per questo mi consenta una riflessione craxiana…

Prego.

È vero solo in parte che la pandemia non conosce differenze geografiche e di reddito. Come dimostra la vicenda dei vaccini – o anche internamente, ad esempio, le differenze tra lavori autonomi e dipendenti, specie pubblici – la pandemia acuisce i divari, nello specifico tra i Paesi “poveri” e Paesi “ricchi”, ma anche tra le stesse potenze. È un tema cruciale che, come intuì Craxi, ci pone innanzi alla necessità di sostenere le realtà in via di sviluppo. Se vogliamo uscire presto dalla pandemia dobbiamo raddoppiare gli sforzi e garantire, ad esempio, più vaccini per tutti. Come Italia e come Europa dobbiamo sostenere con ancora più forza le realtà dell’area Mediterranea come la Tunisia…

Il 22esimo anniversario avviene a ridosso della prima votazione fissata per lunedì prossimo per l’elezione del Capo dello Stato. E nel mezzo di un grande dibattito in cui la politica sembra faticare. Qual è la lezione che Craxi ha lasciato anche di fronte a una scadenza così cruciale?

Che serve la politica. Serve questa sconosciuta! Come il rispetto delle persone e delle loro storie… sulla carta stampata e nei talk si consuma uno stillicidio quotidiano inaccettabile! Ad ogni modo questa elezione del presidente della Repubblica, nel caso servisse una conferma, statuisce ancora una volta la necessità di affrontare la perdurante crisi politica ed istituzionale che attanaglia il Paese. È sufficiente guardare il Parlamento… c’è un “pacchetto di mischia” che non si era mai visto, tanto eterogeneo quanto imprevedibile nelle sue determinazioni… se solo avessero dato retta a Craxi…

È tempo di fare quell’elezione diretta, da parte del popolo, che suo padre propose nella Grande Riforma per primo, nel 1979?

Beh, è nelle cose. Tutta l’esperienza da Cossiga in poi porta verso un modello presidenziale, o meglio, semi-presidenziale. I presidenti, nonostante le polemiche che hanno accompagnato i diversi settennati, alla fine risultano coloro che hanno il maggior indice di gradimento tra i cittadini… Non credo sia un caso.

Quali sarebbero i vantaggi?

Far scegliere gli elettori, per esempio. So che per alcuni sembra una prassi demodé ma è linfa vitale per loro… E poi, considero il presidenzialismo una riforma necessaria perché rappresenta un valido ed efficiente sistema di governo, ma ancor di più perché sarebbe una terapia d’urto in grado di rigenerare un tessuto democratico profondamente minato rivitalizzando le istituzioni e restituendo ruolo e funzione ai partiti. I cittadini vogliono decidere e non comprendono più molte scelte che sebbene corrette nel rispetto della costituzione formale contrastando con le loro volontà e con la stessa costituzione materiale…

Quale ricordo di Craxi possiamo citare per le elezioni quirinalizie?

Beh, due elezioni tra loro opposte nelle figure e per gli effetti che ebbero sul Paese: quella di Pertini e quella di Scalfaro. Su entrambe gioco un ruolo da protagonista e fu determinante per la loro elezione, seppur in condizioni e contesti assai diversi tra loro. Se con il partigiano socialista, al di là di alcune vulgate sinistrose, riuscì a regalare all’Italia un grande presidente che schiuse le porte di Palazzo Chigi a un socialista, con Scalfaro, diciamo così, non ebbe mano felice… Quando parlano di Presidenti super-partes e penso al suo settennato viene da sorridere….

Cosa pensa del duro veto dal Pd all’ipotesi di Silvio Berlusconi al Colle?

Per carità, ci sta che una forza politica possa preferire un nome ad un altro. Ma c’è modo e modo e ci sono anche i numeri! Io non posso però tollerare i doppiopesismi, la doppia morale, l’idea che questa sinistra, a prescindere, abbia il potere assoluto di dare legittimità politica ed istituzionale, finanche etica e morale, a qualcuno. Si sono sentite dichiarazioni forti, stonate ed irrispettose non solo verso Berlusconi, ma anche verso noi parlamentari e il centrodestra tutto, con una larga parte del quale – lo voglio ricordare – governano il Paese! I più gentili dicono è di parte. Vero! Ma quale sarebbe la differenza rispetto al passato? Al momento dell’elezione tanto Mattarella che Napolitano, per citare gli ultimi due inquilini del Colle, erano personalità di parte, eletti a maggioranza. Non per questo non sono poi state figure di alto profilo! E poi, Berlusconi va bene a questa sinistra se porta al governo – come nel 2013 – Enrico Letta, se sostiene con loro governi di larghe intese, se critica i suoi alleati su alcune questioni… insomma quando gli fa comodo… mentre poi è indegno di ricoprire cariche istituzionali? Suvvia! Siamo seri…

Stefania Craxi sulla tomba del padre ad Hammamet
Fonte: Adnkronos

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