Il presidente Trump ha annunciato la sospensione immediata di tutti i pagamenti e sussidi Usa alla Colombia, accusandone il leader Gustavo Petro di essere un “capo del traffico illegale di droga” e di non contrastare adeguatamente la produzione di stupefacenti.
Questa escalation è alimentata da una serie di attacchi militari americani contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico nel Mar dei Caraibi, che hanno causato decine di morti, inclusi presunti civili colombiani.
Petro ha risposto accusando Washington di omicidi e violazioni della sovranità, mentre emergono critiche interne negli Usa sulla legalità di queste operazioni.
Un’alleanza sotto stress
La Colombia è stata per decenni uno dei principali alleati degli Stati Uniti in America Latina, ricevendo miliardi di dollari in aiuti per la lotta al narcotraffico attraverso iniziative come il “Plan Colombia” degli anni 2000, che mirava a combattere cartelli della droga e insurrezioni armate.
Come riporta la BBC, nel 2023 gli USA hanno erogato oltre 740 milioni di dollari in assistenza, rendendo Bogotà il principale partner di Washington per la sicurezza regionale.
Tuttavia, l’ascesa al potere di Gustavo Petro nel 2022, un ex guerrigliero di sinistra e alleato del leader venezuelano Nicolás Maduro, ha invertito questa dinamica.
Petro ha criticato l’approccio militarizzato alla droga, proponendo interventi sociali nelle regioni produttrici di coca, ma con scarso successo: la produzione di cocaina ha raggiunto livelli record, come nota il Dipartimento di Stato USA, che a settembre ha dichiarato la Colombia “fallita” negli obblighi antinarcotici per la prima volta dal 1996, pur concedendo una deroga agli aiuti.
Come scrive il New York Times, questa frizione si inserisce in un più ampio dispiegamento militare Usa nel Caraibi, mirato principalmente al Venezuela, con circa 10.000 truppe e decine di navi e aerei, ufficialmente per contrastare droga e terrorismo ma con l’obiettivo non detto di destituire Maduro.
Attacchi militari Usa nel Caraibi
Le tensioni sono esplose con una campagna di attacchi aerei e navali Usa contro imbarcazioni sospettate di trasportare droga dal Venezuela e dalla Colombia.
Come riporta Reuters, questi attacchi hanno ucciso decine di persone nelle ultime settimane, con il Pentagono che li descrive come necessari per fermare il flusso di narcotici verso l’America.
L’ultimo strike, annunciato domenica dal segretario alla Difesa Pete Hegseth, ha distrutto un’imbarcazione affiliata al gruppo ribelle colombiano Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), uccidendo tre presunti “narco-terroristi” venerdì scorso.
Secondo la CNN, si tratta del settimo attacco noto, dopo uno su un sottomarino giovedì che ha ucciso due persone ma lasciato due sopravvissuti – un colombiano e un ecuadoregno – trasferiti su una nave Usa e poi rimpatriati. Trump ha confermato su Truth Social che l’imbarcazione era carica di fentanyl e altre droghe.
Come scrive il Nyt, esperti legali e attivisti per i diritti umani hanno condannato queste operazioni come “esecuzioni extragiudiziali”, poiché i militari non possono prendere di mira civili non minacciosi, e l’amministrazione ha rilasciato solo video parziali senza evidenze complete sulle identità delle vittime.
Le accuse reciproche
Il cuore del conflitto è lo scontro personale tra i due leader. Petro ha accusato gli Usa di “omicidio” in un attacco di settembre su una barca colombiana in acque territoriali, che ha ucciso il pescatore Alejandro Carranza, descritto come un “uomo semplice senza legami con il narcotraffico” la cui imbarcazione era in avaria con segnale di soccorso attivo, come riporta la BBC.
Il New York Times riporta che Petro ha scritto sui social: “Funzionari Usa hanno commesso un omicidio e violato la nostra sovranità”. In risposta, Trump ha etichettato Petro come “leader illegale della droga”, accusandolo di incoraggiare la produzione di stupefacenti nonostante gli aiuti Usa, come scrive Axios citando un post su Truth Social.
Petro ha ribattuto invocando Gabriel García Márquez: “Sei rude e ignorante verso la Colombia. Leggi ‘Cento anni di solitudine’ e imparerai qualcosa sulla solitudine”, aggiungendo di essere un socialista senza avidità nel cuore, secondo la CNN.
Le ostilità risalgono a gennaio, quando Trump minacciò dazi elevati per il blocco di deportazioni di migranti, e a settembre, quando revocò il visto a Petro dopo un appello a soldati Usa di disobbedire a Trump durante una manifestazione pro-Palestina a New York, come riporta Reuters.
Tagli agli aiuti e nuovi dazi
Domenica, Trump ha annunciato la fine immediata di “tutti i pagamenti, sussidi o altre forme di assistenza” alla Colombia, definendoli una “truffa a lungo termine per l’America”, come riporta la CNN.
Non è chiaro esattamente quali fondi siano colpiti, ma secondo dati del Dipartimento di Stato citati da Axios, gli USA hanno fornito oltre 200 milioni di dollari nel 2025, in calo rispetto agli anni precedenti a causa della chiusura dell’USAID.
Come scrive il New York Times, la Colombia era destinata a ricevere oltre 400 milioni all’inizio dell’anno.
Trump ha anche confermato nuovi super-dazi su importazioni colombiane – attualmente al 10% – da annunciare lunedì, come riferito da Reuters e Axios.
Il ministero degli Esteri colombiano ha denunciato queste mosse come un “atto gravemente offensivo” che mina la dignità del presidente, promettendo di cercare supporto internazionale.
La Colombia, principale produttore mondiale di cocaina (due terzi della produzione globale secondo l’Onu, come nota la CNN), rischia un isolamento economico che potrebbe esacerbare i problemi interni di droga e migrazione.
Critiche interne e implicazioni regionali
Negli Usa, la campagna di strikes ha generato divisioni bipartisan. Come riporta Axios, il senatore repubblicano Rand Paul ha criticato su NBC le operazioni come contrarie alla tradizione americana, lamentando la mancanza di accuse, prove e nomi delle vittime.
Il senatore democratico Mark Kelly, su CBS, ha espresso preoccupazioni sulla “razionalità legale e costituzionalità”, notando “buchi enormi” nel briefing al Congresso.
Critiche simili arrivano da esperti Onu, che parlano di “esecuzioni extragiudiziali”, secondo la BBC.
In Colombia, le reazioni sono polarizzate: la giornalista conservatrice Vicky Dávila ha appoggiato Trump accusando Petro di favorire il narcotraffico, mentre il senatore Iván Cepeda ha difeso il presidente, invitando gli Usa a assumersi le proprie responsabilità per la domanda interna di droga, come scrive il New York Times.
Questa crisi rischia di destabilizzare l’intera regione, con Maduro che accusa Trump di colonialismo e Petro che spinge per azioni legali congiunte con le famiglie delle vittime da Trinidad.
Come riporta Reuters, un altro colombiano, Jeison Obando Pérez, sopravvissuto a un attacco con trauma cerebrale, sarà processato per narcotraffico una volta ripresosi.
Le dimissioni di Holsey
Il sorprendente annuncio del precoce ritiro dal servizio dell’ammiraglio Alvin Holsey, che presiedeva alle operazioni nel Sud America, solleva ulteriori interrogativi sulle strategie Usa.
L’annuncio è arrivato in modo inaspettato: Holsey ha postato su X un messaggio di commiato, elogiando il personale di USSOUTHCOM per i “contributi duraturi alla difesa della nazione” e esprimendo fiducia nel loro futuro, senza menzionare esplicitamente gli attacchi nel Caraibi.
Hegseth ha risposto con gratitudine, definendo il servizio di Holsey “un’eredità di eccellenza operativa e visione strategica”, ma senza specificare motivi o un successore.
Tipicamente, i comandi di combattimento come USSOUTHCOM durano tre-quattro anni, e Holsey ne ha completati appena undici mesi, in coincidenza con la più grande mobilitazione Usa nella regione da decenni – circa 10.000 truppe, otto navi da guerra, un sottomarino nucleare e jet F-35.