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Russia Cina Iran

Stanno meglio le democrazie o le autocrazie?

Un confronto fra democrazie e autocrazie (anche sul contrasto alla pandemia). Cosa emerge dal rapporto della Fondazione Bertelsmann

Tempi grami per le democrazie. Mentre sul fronte orientale europeo soffiano i venti del revanscismo imperiale russo, uno studio della prestigiosa Fondazione Bertelsmann certifica il sorpasso nel mondo dei sistemi autoritari rispetto a quelli democratici.

IL SORPASSO DEI SISTEMI AUTOCRATICI

È la prima volta dal 2004, anno in cui la fondazione tedesca ha iniziato a pubblicare l’Indice di trasformazione, un rapporto che indaga le strutture politiche e istituzionali di 137 paesi. Quello del 2022 appena presentato a Berlino riporta la presenza nel globo di 70 autocrazie e 67 democrazie. È l’Africa nella sua fascia sub-sahariana ad aver visto il maggior numero di transizioni verso regimi autoritari. La Bertelsmann classifica in questa categoria Costa d’Avorio, Guinea, Madagascar, Nigeria, Tanzania, Zambia e naturalmente il Mali, teatro del prossimo ritiro delle truppe francesi e del consolidamento di quelle russe. Anche su questo scenario si gioca l’ambiguo confronto fra Europa e Russia.

PEGGIORA LA QUALITÀ DELLE DEMOCRAZIE

“La tendenza verso i governi autoritari non è nuova”, avvertono i ricercatori berlinesi, “da tempo si va manifestando una strisciante inclinazione verso quella che potremmo definire un’autocratizzazione dei sistemi politici e istituzionali. Negli ultimi dieci anni, quasi una democrazia su cinque ha perso qualità”.
Infatti, oltre all’ingresso nell’aerea delle autocrazie di paesi già in bilico tra i due sistemi, la fondazione tedesca registra un peggioramento qualitativo di alcuni Stati ancora indicati come democrazie. Sei paesi, di cui quattro europei e tre addirittura membri dell’unione Europea, sono stati classificati come “democrazie difettose”. Accanto a Brasile e India, un tempo modelli di speranza democratica in aree complesse come il Sud America e l’Asia, trovano posto in questo particolare purgatorio Ungheria, Polonia, Bulgaria e Serbia.
Le interferenze politiche su materie come giustizia e informazione dei governi di Budapest e Varsavia, così come i contenziosi aperti con la Commissione europea sono i segnali di un deterioramento delle due ancor giovani democrazie centro-europee, stressate dall’azione ideologica di Victor Orban e del partito nazionalista polacco Pis. “L’applicazione di tattiche autoritarie, invece di risolvere i problemi risulta particolarmente devastante nelle società democratiche”, ha spiegato Sabine Donner, senior expert della Fondazione Bertelsmann, “perché è poi difficile ricostruire una fiducia nel sistema perduta in maniera sconsiderata”.

MA CONTRO LA PANDEMIA LE DEMOCRAZIE HANNO FATTO MEGLIO

La rivincita delle democrazie avviene invece sul terreno della gestione delle crisi, come è stato il caso della pandemia. Qui lo studio tedesco smentisce la narrazione di una maggiore efficacia delle autocrazie nel contrasto al Covid. Il successo nella gestione delle crisi dipende soprattutto dalla capacità organizzativa dei governi, spiegano i ricercatori della Bertelsmann, e questa ha potuto dispiegarsi maggiormente negli Stati democratici: dei 36 paesi che hanno gestito meglio l’emergenza Covid, 33 sono democrazie e solo 3 sono Stati autoritari. Una speranza viene dal rinnovato impegno della società civile: “Spesso proprio dove i governi hanno fallito nella pandemia, c’è stata una notevole forza di impegno civico e solidarietà sociale, che ha contribuito a colmare le lacune dell’offerta statale”, hanno detto gli autori.

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