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Sintonie e bizzarrie fra Greta e Sardine. Il pensiero di Ocone

“Ocone's corner”, la rubrica settimanale di Corrado Ocone, filosofo e saggista.

Nei giorni scorsi abbiamo visto saldarsi due movimenti di protesta molto diversi. O almeno provare a farlo. Friday for future, il classico (si fa per dire) appuntamento del fine settimana legato alle battaglie ambientalistiche di Greta Thunberg, e il neonato movimento italiano delle cosiddette “Sardine”.

Perché non scendere in piazza insieme? E in molti lo hanno fatto. Alcuni commentatori, soprattutto del campo avverso, hanno insistito sul fatto che la liaison si spiegava col sottofondo di sinistrismo che sottostà a tutti e due i movimenti e che a mala pena è celato da una patina di trasversalismo più predicato che praticato. È indubbiamente vero.

C’è tuttavia anche un altro elemento che è degno di considerazione. Si tratta di due movimenti di protesta che non solo trovano una sponda nei governi e nelle classi dirigenti ma sono anche da loro apertamente appoggiati. Sono movimenti contro, ma che stanno dentro. Abbiamo visto, nel caso di Greta, parlamenti nazionali e continentali, organismi sovranazionali, genuflettersi ai catastrofismi ambientalistici di quella che a tutti gli effetti una icona mondiale.

Quanto alle “Sardine” esse nascono con un solo obiettivo, che è lo stesso con cui è nato l’attuale governo: mettere ai margini del sistema politico Matteo Salvini. Detto in modo semplicistico: le “Sardine” scendono in piazza ma sono al governo!

Come interpretare la particolarità di queste proteste? Io credo che un elemento da considerare sia il fatto che oggi il conformismo non è quello borghese, ma quello di chi critica la borghesia, l’Occidente, il capitalismo, ecc.

Questo conformismo è tanto più pervasivo perché chi lo fa proprio si sente rassicurato, segue le mode, critica un potere astratto e non si rende conto di portare acqua ai tanti poteri costituiti.

Sembra strano, ma certe istanze critiche del potere che un tempo erano proprie della sinistra oggi sono appannaggio della destra o di quei movimenti di reietti che, per il pensiero conforme, son detti “populisti”. Dove è finita la critica alla omologazione e all’individuo-massa che era propria, ad esempio, della Scuola di Francoforte?

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