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Centrodestra

I 29 anni del politico Berlusconi

Opere e parole del politico Berlusconi. La nota di Paola Sacchi.

 

Ventinove anni, quasi 30, dal famoso discorso della discesa in campo per l’Italia “il Paese che amo” e che continua ad amare, ragione per la quale è ancora in campo. Ma il video-messaggio postato su Instagram di Silvio Berlusconi non è solo la celebrazione con tanto di torta del suo anniversario dell’impegno in politica e del compleanno di Forza Italia. Ogni volta è come una ridiscesa in campo per il Cav, di cui spesso ci si dimentica che paradossalmente sta in politica da meno anni dei più giovani premier e vicepremier Giorgia Meloni e Matteo Salvini, poiché era sulla soglia dei 60 anni quando si lanciò nell'”impresa della libertà”, che definisce “molto più difficile” di quella precedente da imprenditore.

Stavolta l’anniversario del famoso discorso del 26 gennaio 1994 – la discesa in campo “decisiva per la storia dell’Italia”, che “ci rende protagonisti”, ricorda, con i parlamentari azzurri, Antonio Tajani coordinatore di FI, vicepremier e ministro degli Esteri – cade alla vigilia delle due consultazioni elettorali di Lombardia e Lazio.

Appuntamenti per i quali è ripresa una campagna elettorale di Berlusconi molto intensa sui social, con messaggi quotidiani, dalla giustizia alla difesa della casa dagli eccessi delle direttive green europee, alla decontribuizioni per i giovani assunti, all’aumento delle pensioni minime che in cinque anni di governo intende portare a 1000 euro.

Il Cav si felicita poi in un’ intervista a Paolo Del Debbio su Rete4 per “Dritto e rovescio” anche del fatto di aver raggiunto un record di 5 milioni di like su TikTok e di aver iniziato un dialogo con i giovanissimi, che gli scrivono e pongono domande. “Noi siamo insostituibili”, scandisce.

Obiettivo del leader azzurro, fondatore del centrodestra, è rilanciare la centralità di FI nel governo, che passa anche per l’affermazione alle Regionali. I sondaggi fotografano un’ulteriore crescita di FdI che già doppiò alle politiche Lega e FI insieme. Se la Lega esprime comunque il candidato presidente in Lombardia, Attilio Fontana, dato in vantaggio, Forza Italia dovrà vedersela anche con la concorrenza esterna del “Terzo polo” che ha candidato l’ ex “berlusconiana” Letizia Moratti.

Non è quindi un caso che il Cav sia ripartito all’attacco con una campagna social che ricalca quella delle Politiche del 25 settembre in cui impedì al “terzo polo” il sorpasso e quasi pareggiò, seppur non nei seggi parlamentari, la Lega che lo aveva sorpassato nel 2018.

Berlusconi bipolarizza il messaggio elettorale, ricordando la sua discesa in campo con cui sconfisse “la sinistra giustizialista”, rimettendosi al centro della coalizione di centrodestra, rivendicando “l’insostituibilità” di FI. “Siamo noi l’anima, il cuore del centrodestra e di questo governo”. Ovvero, sottolinea, il “centro liberale, garantista, europeista, cristiano, atlantista”.

Berlusconi ribadisce il primato nell’eredità e rappresentanza di questi valori cardine, ricordando che “senza di noi non si governa, ci sarebbe una destra numericamente forte ma non in grado di governare”. Ricorda che FI fa e farà “la differenza”, certo di una buona affermazione anche alle Regionali. Parole con cui l’ex premier torna a tracciare un confine rispetto a ipotesi egemonizzanti ,di cui hanno parlato le cronache, da parte di FdI come un partito conservatore unico di fatto.

Sulla giustizia Berlusconi, dopo aver ricordato i numerosi e significativi successi dei suoi governi contro la mafia “mancava solo l’arresto di Messina Denaro”, rivendica il tratto nettamente garantista di FI, a cominciare dall’uso delle intercettazioni. Denuncia che sarebbe “un orrore”, un sistema “cinese”, quello in cui “gli italiani siano considerati tutti potenziali mafiosi e terroristi”.

Il Cav ricorda anche il suo merito storico di aver battuto “una sinistra molto comunista cui avevano spianato la strada alcuni magistrati”. Ma questo non significa affatto una dissonanza con il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha parlato di dialogo con la magistratura prima di portare la riforma nel “parlamento sovrano”. Tutt’altro. Berlusconi elogia il Guardasigilli che ha tracciato la strada “garantista”, anche se ora “devono seguire i fatti”. Dà un giudizio positivo dei quasi 100 giorni del governo Meloni: “Siamo partiti con il piede giusto”. Insomma, leale con il governo, ma “centrale”, anzi, “insostituibile”. Magari anche tenendo d’occhio le manovre del “terzo polo”.

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