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Sicilia

Come sta davvero la Sicilia?

La classifica del Sole 24 Ore su città e qualità della vita. Il pensiero del governatore della Sicilia, Musumeci. Le prospettive e i problemi per l'isola nell'approfondimento di Nunzio Ingiusto

La Sicilia con Trapani e Caltanissetta precipita negli ultimi posti per qualità della vita, dice la classifica del Sole 24 Ore. Una classifica che prende in esame, tra l’altro, ambiente, cultura, mobilità. Il dato siciliano non ha stupito molti, a cominciare dal Presidente della Regione Nello Musumeci.

Tanta altra parte della Sicilia confidava in un risultato migliore, giacché sono migliaia le persone che ad ogni livello e nei contesti più diversi si impegnano per cambiare le cose o non farle peggiorare.

Ma Musumeci ha commentato che la Sicilia è nelle classifiche nazionali ultima da 73 anni e lo sarà per molto se non cambieremo mentalità. Se abbiamo capito bene, per il governatore la causa dell’arretratezza sta tutta nei comportamenti poco virtuosi dei siciliani. Ma è davvero così?

La Sicilia gode di un’autonomia speciale, costituzionale, che le consente di programmare e gestire, come pochissimi altri territori in Europa, investimenti, opere pubbliche, infrastrutture. La giunta di Musumeci è stata eletta proprio rivendicando un’autonomia che le ultime coalizioni avevano invece offuscato.

Al netto delle vicissitudini giudiziarie di precedenti governatori finiti in galera e di decine di altri amministratori pubblici poco inclini all’osservanza della legge, la Sicilia resta una terra straordinaria. Un microcosmo sociale molto simile all’Italia, dove non manca nulla che non si riscontri poi anche al Centro e al Nord. “Noi facciamo finta di cambiare ma non è così, perché diciamo sempre è meglio il cattivo conosciuto che il buono ancora da conoscere”, ha aggiunto Musumeci

È stato anche coraggioso il governatore, quando ha ricordato che ci sono 4 miliardi di euro da spendere perché nei cassetti della Regione lui non ha trovato progetti. Con queste somme a disposizione si possono fare investimenti in settori importanti per l’economia dell’isola. Dai trasporti, alla scuola, alle strade, all’ambiente a partire da una corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Sono migliaia i siciliani che non aspettano altro. Non solo a Trapani o Caltanissetta, a dispetto di una certa mentalità.

La Giunta siciliana è diventata un caso nazionale per i fondi europei non utilizzati. Il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano in un incontro a Gela ha chiesto serietà e rimproverato gli amministratori perché i fondi europei rischiano di tornare indietro. “La Regione siciliana è il fanalino di coda in tutta Europa per la spesa di fondi europei. Io non voglio richieste di deroghe come viene fatto dalla Regione ma voglio un impegno”, ha spiegato.

Il migliore impegno che la Regione può assumere è quello di decidere subito dove mettere i soldi non spesi. Musumeci si è lamentato che dal 1991 la Regione non ha bandito concorsi per assumere i tecnici.

La sua giunta è in grado di farlo? Se accelera, come gli va riconosciuto per la chiusura di alcune discariche per rifiuti, può darsi che nella prossima classifica la Sicilia non sia più in fondo. Dopo 73 anni.

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