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Selçuk Bayraktar

Selçuk Bayraktar, chi è l’Elon Musk turco magnate dei droni Baykar

I droni Bayraktar TB2, prodotti dalla Baykar, si sono rivelati particolarmente efficaci per la resistenza ucraina oltre a essere i più esportati al mondo. Dietro al successo dell'azienda turca c'è la visione di Selçuk Bayraktar, chief technology officer (CTO) e presidente del cda nonché genero del presidente Erdogan. Biografia e curiosità sull’uomo dei droni

Dietro ai droni TB2, rivelatisi particolarmente efficaci per la resistenza ucraina oltre a essere i più esportati al mondo, c’è l’uomo da cui hanno preso il nome.

Definito da alcuni l’Elon Musk turco, Selçuk Bayraktar è soprattutto il magnate dei droni: quello che all’inizio del nuovo secolo ha visto la Turchia come una potenza in fatto di UAV.

Classe 1979, Selçuk Bayraktar è un ingegnere formatosi al Massachusetts Institute of Technology (Mit) degli Stati Uniti, sposato con la figlia di Erdogan, Sumeyye, nel 2016, gestisce insieme ai due fratelli (Haluk nel ruolo di amministratore delegato e Ahmet come direttore delle finanze) l’azienda di famiglia Baykar, fondata dal padre di Selçuk nel 1994.

“Nel grande schema di Selçuk Bayraktar, ovviamente, i droni e gli altri armamenti, oltre alle tecnologie che sviluppa l’azienda, dovevano acquistare forza e trovare un mercato di riferimento” illustra Alessandro Aresu, consigliere scientifico di Limes, nell’ultimo numero della rivista mensile di geopolitica fondata e diretta da Lucio Carocciolo.

Nel suo ritratto di Selçuk Bayraktar, Aresu sottolinea che “Lo scopo del genero di Erdoğan non è usare i droni per cambiare la natura della guerra ma il rapporto dei turchi con la scienza e la tecnologia”.

Oggi la Baykar è il più noto esportatore di armi della Turchia, ed è considerata un’azienda strategica dallo stato turco, elemento fondamentale del piano per trasformare il paese in una potenza nell’industria delle armi, sottolineava l’anno scorso Agi.

Tutti i dettagli.

LA FORMAZIONE AL MIT

Come racconta Aresu “Al Mit, Bayraktar collabora in particolare con Eric Feron, docente di ingegneria aerospaziale e informatica, su vari esperimenti per migliorare le prestazioni dei veicoli autonomi 5. Quando nel 2007 la comunità accademica e i media scientifici dedicano una certa attenzione agli esperimenti suoi e di Feron, Bayraktar è già tornato in patria per collaborare attivamente all’impresa di famiglia. Con l’ossessione di rendere la Turchia una potenza mondiale nel campo dei droni e degli armamenti”.

Dopo gli studi, nel 2007 Selçuk Bayraktar è tornato in Turchia ed è diventato responsabile della tecnologia di Baykar. Sotto la sua guida, l’azienda ha sviluppato gli UAV Bayraktar, il primo progetto UAV nazionale della Turchia, tra cui il noto Bayraktar TB2.

LE CARATTERISTICHE DEL DRONE TURCO PIÙ VENDUTO AL MONDO

Il Bayraktar TB2 è lungo 6,5 metri e ha un’apertura alare di 12 metri. Può rimanere in aria fino a 24 ore e viaggia a una velocità massima di 220 chilometri orari. “Il TB2 è stato fin qui costruito in più di 250 esemplari ed è in servizio dal 2015 in Turchia dove ha raggiunto il traguardo delle 400.000 ore di volo, diventando l’aereo turco con più ore di volo nella storia” evidenziava l’anno scorso AresDifesa.

“Il Bayraktar fa, in piccolo, il lavoro che farebbe un cacciabombardiere da 200 milioni, solo che si nasconde in cantina in caso di bombardamento, si trasporta con un camioncino e non ha bisogno di aeroporti” sottolineava il Corriere della Sera. “Il primo veicolo aereo senza pilota (UAV) della Turchia potrebbe non essere all’avanguardia come i droni americani MQ-9 Reaper o SkyGuardian della General Atomics. Eppure il suo fascino risiede in un rapporto costi-benefici brutalmente efficiente sul campo di battaglia”, secondo Fortune.

Si stima infatti che ogni esemplare costi tra 1 milione e 2 milioni di dollari. Secondo Reuters Bayraktar è probabilmente il drone più venduto al mondo.

Secondo l’azienda ci sono 257 droni Bayraktar in funzione, che servono Turchia, Qatar, Ucraina e Azerbaigian.

IL MATRIMONIO CON LA FIGLIA DI ERDOGAN

“Il 20 marzo 2016 è il giorno del fidanzamento sul Bosforo tra l’ingegnere tornato dall’America per fare grande la Turchia e Sümeyye Erdoğan, figlia di Recep, proveniente da studi negli Stati Uniti e nel Regno Unito e dotata di notevole capacità di influire sulle scelte del padre” prosegue Aresu.

“Pochi mesi dopo, come prevedibile, il matrimonio certifica l’accesso al potere e l’influenza di Bayraktar: alle nozze, oltre alla molto evidente gioia personale del padre della sposa, si registra anche la presenza delle principali autorità politiche nazionali e di capi di governo esteri, dal Pakistan alla Bosnia, dall’Albania al Libano” si legge ancora su Limes.

L’ASCESA DELL’AZIENDA BAYKAR

Da quando l’azienda ha esportato il drone per la prima volta in Qatar nel 2018, il TB-2 si è assicurato ordini commerciali da 16 paesi, tra cui Ucraina, Azerbaigian, Marocco, Tunisia, Kirghizistan e Turkmenistan. La Polonia è stato il primo membro della Nato ad acquistare il drone l’anno scorso, aggiungendone 24 al suo arsenale.

“Nella diplomazia dei droni e degli altri servizi tecnologici c’è un’ambiguità di fondo che, come è facilmente comprensibile, è gestita dalla Turchia secondo i propri interessi” illustra Alessandro Aresu su Limes. “Quando i prodotti Bayraktar sono oggetto di critiche o dubbi di qualunque genere, e quando vengono paventati controlli sulle esportazioni per colpire l’azienda e quindi la Turchia, allora Ankara nega ogni rapporto diretto: si tratta di un’azienda privata e lo Stato turco non ha legami né responsabilità. Quando Bayraktar è sinonimo di successo, di potere, ed è il volto di una diplomazia commerciale turca in grado di offrire alternative rispetto agli strumenti degli altri, siano essi statunitensi, cinesi o iraniani, allora l’azienda fa chiaramente parte di un pacchetto più vasto” spiega Aresu.

IL FUTURO DI SELÇUK BAYRAKTAR

Tuttavia, precisa su Limes Alessandro Aresu, “I prodotti di Bayraktar, anche se hanno generato un’innovazione nel complesso militare-industriale di Ankara, che dal 2021 ha collocato l’azienda al vertice delle esportazioni militari turche all’estero, non debbono però essere giudicati solo per le loro prestazioni o per il loro giro d’affari. Tale chiave di lettura, basata solo sull’efficacia del prodotto o sul suo ritorno economico, non ci consente di comprendere il vero impatto di Selçuk sulla Turchia degli ultimi e dei prossimi anni”.

Secondo Aresu infatti “la principale posta in gioco è infatti culturale. Selçuk Bayraktar è l’ingegnere-imprenditore che mette insieme lo studio, la fede, la violenza, l’ambizione, il successo. Il suo esempio è il suo messaggio, rivolto ai giovani turchi di questo secolo. La sua storia è la possibilità del secolo turco”.

“L’uomo che studia materie scientifiche — prosegue ancora Aresu — e che si impegna può accedere al trono. I giovani turchi possono seguire la sua strada. Per questo, a seguito del suo matrimonio, Bayraktar si impegna direttamente in iniziative educative. Il denaro gli serve per supportare gli studenti, i giovani imprenditori, per sostenere il ruolo pubblico della scienza e della tecnologia, e quindi per occupare uno spazio, che rafforza il suo sostegno interno e che lo rende un protagonista della scena pubblica turca. A questo scopo lancia Teknofest, festival di aerospazio e tecnologia. Potremmo aggiungere: festival di pedagogia”.

“L’ELON MUSK OTTOMANO”

E proprio come l’imprenditore statunitense Elon Musk, anche l’uso dei social media da parte di Selçuk Bayraktar rientra in una strategia ben precisa.

“L’account @Selçuk ha più di 2,8 milioni di follower. Il canale YouTube dell’azienda lo mostra spesso impegnato a pilotare aerei. I commentatori turchi lo definiscono l’Elon Musk ottomano. Hanno perfino sostenuto, dopo aver visto Top Gun: Maverick, che il nemico nascosto di Tom Cruise è Selçuk Bayraktar, perché saranno i suoi droni a mandare definitivamente in pensione Maverick e le sue performance. O forse perché il nemico ambiguo e nascosto del film è la stessa Turchia, che può giocare su più tavoli e rivendicare allo stesso tempo la competizione con la Cina” sottolinea Aresu su Limes.

A LAVORO SUL CACCIA SENZA PILOTA KIZILELMA

Prprio in occasione del festival Teknofest tenutosi a inizio settembre a Ankara, Baykar Technologies ha presentato il suo ultimo veicolo aereo senza pilota (UAV), il Bayraktar Kizilelma.

“Kizilelma è il primo aereo da caccia senza pilota turco. Lo aspettiamo da 20 anni”, ha detto Selcuk Bayraktar a TRT World parlando del drone all’avanguardia e di cosa rappresenta per l’industria della difesa turca. Il Bayraktar Kizilelma è un aereo da caccia senza pilota, “che si punta a far volare prima del centenario dell’indipendenza” precisa Aresu.

“Era il nostro sogno fin dal primo giorno”, ha detto, svelando il simbolismo dietro il nome del drone (Kizilelma significa ‘mela rossa’), la rappresentazione di un obiettivo difficile da raggiungere che si allontana proprio quando sta per essere raggiunto. “Quella era la nostra Kizilema”, riferendosi al rigoroso ma gratificante viaggio lungo vent’anni, che vede la Turchia tra i soli tre paesi al mondo ora in grado di sviluppare una tecnologia aerea così avanzata.

SUCCESSORE DI ERDOGAN?

Infine, secondo Aresu per il magnate turco dei droni si profila la possibilità concreta della successione al suocero nel ruolo di leader della Turchia.

“Questo cambiamento culturale, la popolarità di Selçuk, oltre a Sümeyye, possono giocare a suo favore nella successione di Erdoğan. Ormai per la Turchia è difficile fare a meno della sua azienda e lui, nel prossimo futuro, ha bisogno di un contesto politico favorevole per la prosperità di Baykar e delle iniziative culturali che devono crescere e dispiegare i loro effetti” ha concluso Alessandro Aresu.

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