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Se la Lega applaude la Craxi più di Conte

Il post di Paola Sacchi, già inviata di politica a L'Unità e a Panorama

 

E’ lo stesso capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, a fare i complimenti a Stefania Craxi per il suo discorso sul cosiddetto “Russiagate”, quando la incrocia al centro del salone Garibaldi, il “Transatlantico” di Palazzo Madama: “Brava, un gran discorso a difesa di un’Italia libera e dell’autonomia della politica”.

Un discorso in cui come per un paradosso della storia i leghisti è come se si siano sentiti più difesi dalla senatrice Craxi di Forza Italia e vicepresidente della commissione Esteri di Palazzo Madama che dallo stesso premier Giuseppe Conte di quel governo che condividono con i Cinque Stelle.

La Craxi, molto applaudita anche dai banchi leghisti, intervenendo in aula dopo l’informativa di Conte, ha spostato la palla più in alto e posto al centro il tema “irrisolto del finanziamento della politica”. Non ha risparmiato critiche a Conte, accusato in buona sostanza di essere venuto “a riassumerci notizie di stampa di cui abbiamo già abbondantemente letto”, e ha ricordato al Pd, che “se una commissione d’inchiesta deve esserci, questa non può affrontare il tema dei finanziamenti esteri solo nell’arco temporale, nell’orizzonte e nella direzione di propria convenienza”.

Il presidente dei senatori leghisti Romeo fa una battuta, che allude al finanziamento sovietico al Pci: “Lì i rubli erano veri, qui non ci sono proprio”. E altri senatori leghisti vanno a stringere la mano alla senatrice di Fi, figlia dello statista socialista con cui in altre epoche la Lega non fu certo tenera.

Stefania Craxi non tralascia certo il passato giustizialista del Carroccio ma anche di quella sinistra di cui il Pd è erede e ricorda che “Forza Italia è, oggi come ieri, l’unica forza autenticamente garantista che non ha mai agitato cappi e tirato monetine”. E in virtù di questo ma non solo di questo afferma: “Ma cos’è il Russiagate? Allo stato, francamente, è difficile dirlo perché è nulla. In mezzo a tanto clamore, in assenza di riscontri, non è facile orientarsi”.

Ma non risparmia la Craxi neppure critiche a quel governo di cui la Lega è parte decisiva. Le critiche più dure però sono per Conte accusato di esser andato in Senato “non tanto per adempiere alle richieste di una parte dell’opposizione, ma per soddisfare le esigenze propagandistiche di una parte della sua stessa maggioranza che da mesi non fa altro che litigare su tutto, condannando il Paese alla paralisi, al declino e all’irrilevanza”. E ancora rivolta a Conte: “Semmai, avrebbe dovuto riferire in questa sede della crisi di governo in atto, ma secondo alcuni la sua presenza qui oggi è funzionale a coltivare le sue ambizioni personali, indebolire il suo Ministro dell’Interno (Salvini, ndr) e accreditarsi come l’homo novus di una nuova e diversa stagione”.

Parole che, nel clima dei sospetti reciproci tra la Lega e Conte e che l’informativa del premier al Senato non sembra aver proprio aiutato a dissipare, non possono che esser gradite al Carroccio. Ma il tema centrale del discorso della senatrice Craxi è quello in generale rimasto “irrisolto” del finanziamento della politica: “Se facessimo per una volta tesoro della lezione della storia, utilizzeremmo questa circostanza come un’occasione utile non per abbandonarci a grida spagnolesche, ma per una riflessione sul ruolo, la funzione e l’autonomia della politica e per chiederci come coltivare e difendere l’interesse nazionale in uno scenario globale complesso che, in presenza di un’Europa debole, incapace di riformare e riformarsi, vede l’Italia e la nostra politica – tutta – ancora più esposta e vulnerabile”.

E qui arriva quella che suona come un’evocazione del finanziere Soros, non chiamato per nome : “Gravissimo, inammissibile e indifendibile – osserva Stefania Craxi – che Mosca finanziasse forze politiche per realizzare in Italia la rivoluzione e considereremmo altrettanto grave, se e quando dimostrato, che lo facesse oggi. Ma dobbiamo considerare altrettanto grave ogni altra interferenza e sostegno da ovunque e per qualsiasi ragione provenga. Attenzione ad usare , come troppo spesso è accaduto, due pesi e due misure, poiché qualcuno potrebbe dire: “Perché i soldi russi no e quelli di qualche miliardario che ha già speculato con profitto sulla lira sì?”.

E gli applausi scroscianti non partano solo dal gruppo di Fi, con la presidente dei senatori azzurri Annamaria Bernini che abbraccia Stefania Craxi, ma anche dalla Lega. Il centrodestra sembra essersi ricompattato, ma per un pomeriggio, a Palazzo Madama dopo l’informativa di Conte, dove i leghisti per paradosso sembrano sentirsi come più difesi dalla Craxi che dal premier del loro stesso governo.

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