Skip to content

scurati

I frullati di Scurati e le seduzioni di Meloni

Le sortite mediatiche di Scurati e Meloni allo specchio. I Graffi di Damato.

 

Antonio Scurati, ospite ieri sera di Fabio Fazio in televisione, ha rinnovato alla premier l’accusa di averne fatto “un bersaglio” reagendo al suo monologo antifascista e antimeloniano mancato, censurato e quant’altro dalla Rai alla vigilia della festa della liberazione del 25 aprile. Poi, come per rafforzare il collegamento finale di quel monologo fra il fascismo che fu e quello incombente, egli ha lamentato la seduzione esercitata da Mussolini sull’Italia con la paura, nel solito, vecchio, patologico rapporto fra l’aguzzino e la vittima.

È un po’ la storia proposta nel 1974 da un film di Liliana Cavani di un ex ufficiale nazista che incontra in albergo una ex detenuta nei campi di concentramento da lui abusata e tornata a subirlo. Non a caso, del resto, Scurati è un po’ storico, un po’ giornalista, un po’ romanziere, un po’ psicologo e mescola tutto quando racconta e analizza passati e presenti che gli sembrano in qualche modo assomigliare.

Non so se per distrazione o generosità del conduttore, o per una natura differita dell’intervista, è rimasto fuori dalla chiacchierata il discorso pronunciato a Pescara dalla Meloni per sovraccaricare di significati le elezioni europee di giugno con la sua personale partecipazione come capolista dappertutto. Un discorso in cui pure una certa seduzione sul pubblico si potrebbe intravvedere con quella mezza rinuncia al cognome invitando a votarla Giorgia e basta. Giorgia, come se fosse una parente, un’amica di ciascun elettore della sua destra. E come si chiama e fa chiamare nelle biografie, dirette o indiretta.

La giovane premier – prima nella storia unitaria dell’Italia, comprensiva di regime monarchico e repubblicano – non è una dilettante. Ha del professionismo politico, e anche della furbizia, superiore a molti se non a tutti i suoi concorrenti, che magari insegnano politica a università italiane e straniere di un certo prestigio. La Garbatella d’origine per lei non è un handicap ma una risorsa per sentirsi, proclamarsi e lasciarsi avvertire “donna del popolo

Vedrete se quello rimasto sotto traccia ieri, per caso o per calcolo, nel dialogo tra Fazio e Scurati non emergerà e non si svilupperà nel corso di questa lunga campagna elettorale per cercare di fare della Meloni la portiera di notte dell’albergo Italia affollato di clienti da lei sedotti all’ombra di paure da cui liberarsi paradossalmente subendole. Vedrete se in tanti o pochi che potranno rivelarsi gli spettatori e vittime, e con Meloni virtualmente imputata di seduzione elettorale, non sarà questo il gioco di specchi a manipolare questa corsa alle urne anticipatrice di quella del 2027 per il rinnovo del Parlamento italiano.

Torna su