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Scuola, ecco le follie di sindacati e Regioni su scioperi e super ponti

Il corsivo di Giuliano Cazzola sulle deriva scioperaiola che ammorba la scuola Vogliamo chiamarla “La cattiva scuola”? A noi pare di sì. Il bello è che a privare gli studenti di giornate utili alla loro formazione non ci si è messo soltanto un sedicente sindacato dei precari che ha proclamato uno sciopero per il 2…

Vogliamo chiamarla “La cattiva scuola”? A noi pare di sì.

Il bello è che a privare gli studenti di giornate utili alla loro formazione non ci si è messo soltanto un sedicente sindacato dei precari che ha proclamato uno sciopero per il 2 e il 3 maggio – a sostegno di rivendicazioni legittime ma discutibili – affinché il “ponte” (non del tipo di cui parla Papa Francesco) del 30 aprile sia prolungato in pratica alla intera settimana.

Gli scioperi-vacanza sono molto seguiti. Non a caso nel settore del trasporto locale i promotori scelgono sempre il venerdì.

Anche le Regioni stanno facendo la loro parte. Sono in buon numero quelle che hanno deciso la chiusura delle scuole il 30 aprile (immaginiamo che l’esempio sarà seguito anche da molte di quelle che ci stanno ancora pensando).

Poi c’è il 25 aprile che, oltre a ricordare La Liberazione del 1945, potrebbe anche servire a “liberare” qualche giorno in più di vacanza.

Ma perché prendersela? Sia gli insegnanti che gli studenti “tengono famiglia”. La scansione delle festività di fine aprile e di inizio maggio di solito consente – con un po’ di aggiustamenti come qualche giorno di ferie ben collocato nel calendario o addirittura grazie ad uno sciopero – di avere due settimane di tempo libero (anzi “liberato”) da utilizzare – in tutto o in parte – per qualche soggiorno in luoghi di villeggiatura. A tutto vantaggio del turismo, naturalmente.

Se poi si salta qualche lezione, pazienza. Tanto le lacune nell’uso dei congiuntivi non recheranno alcun pregiudizio a quei ragazzi che aspirano a diventare, da adulti, presidenti del Consiglio.

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