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Angela Merkel

Scuola e Covid, che cosa succede davvero in Germania?

Germania alla prova della ripresa della scuola, i dati dell'Ifo sulle lezioni ai tempi del lockdown e l'impreparazione con l'home schooling. L'approfondimento di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Neppure cinque giorni di scuola e nel primo Land tedesco che ha accolto gli studenti per il nuovo anno scolastico, il Meclenburgo-Pomerania Anteriore, si sono dovuti chiudere due istituti: un ginnasio e una scuola elementare. Uno studente e un’insegnante sono risultati positivi al coronavirus, evidenziando tutta la fragilità che accompagnerà questo avvio di anno scolastico.

Dopo Meclenburgo e Amburgo, questa settimana altri quattro Länder del nord sono ai nastri di partenza: oggi Berlino, Schleswig-Holstein e Brandeburgo, mercoledì toccherà al Nordreno-Vestfalia, la regione più popolosa e con i contagi più alti. È insomma la settimana della verità, con gran parte del sistema scolastico tedesco alla prova della ripresa dopo un anno dominato dai lockdown, dall’home schooling che non ha mai veramente funzionato e dalle lezioni frammentate delle ultime settimane pre-vacanze. E se i Länder tedeschi che ripartono oggi possono osservare con una settimana di vantaggio quel che accade in Meclenburgo, i paesi dell’Europa meridionale hanno tutto l’interesse a seguire quel che accdrà in Germania.

L’Ifo misura il calo degli standard di istruzione

Che la salute della scuola riguardi anche il mondo dell’economia lo testimonia il rapporto che a essa ha dedicato un istituto di ricerca importante come l’Ifo di Monaco. L’impatto della pandemia sull’andamento dell’anno scolastico passato è stato pesante. Durante tutta la fase dominata dal covid-19 il tempo in cui i bambini sono stati occupati con faccende scolastiche si è dimezzato, scendendo da 7,4 a 3,6 ore di media al giorno. Una media che nasconde diseguaglianze: il 38% ha dedicato a compiti e lezioni online solo 2 ore al giorno, il 74% non ha comunque superato le 4 ore. Al contrario, il tempo dedicato agli svaghi, tv, giochi su computer e smartphone è passato da 4 a 5,2 ore al giorno.

Un calo degli standard di apprendimento sul quale aveva nei giorni scorsi lanciato l’allarme l’Organizzazione mondiale della sanità, parlando del rischio di perdere scolasticamente un’intera generazione, e su cui in Germania era intervenuto già nei mesi del lockdown il mondo imprenditoriale, lamentando il fatto che le carenze formative accumulate a causa del covid-19 avrebbero potuto pesare sul futuro professionale degli studenti. “I risultati del rapporto mostrano quanto sia importante il ritorno a normali lezioni scolastiche, seppure sotto la stretta osservanza di misure di sicurezza e igiene”, ha detto Ludger Wößmann, direttore del dipartimento di economia dell’istruzione dell’Ifo, “e quando nuove chiusure si riterranno inevitabili, le scuole dovranno direttamente passare alle lezioni online”.

Insufficienze delle lezioni online

Quello dell’home schooling è un capitolo delicato anche per il sistema dell’istruzione tedesco. L’unico livello in cui ha davvero funzionato è quello universitario. Sul versante scolastico, tranne qualche eccezione, le cronache dei mesi scorsi sono state molto deludenti. Per non parlare della difficoltà di utilizzare i metodi di insegnamento a distanza con i bambini più piccoli delle classi elementari. Il peso maggiore della supplenza si è riversato così sui genitori, circostanza che ha accentuato le disuguaglianze tra figli di famiglie benestanti e famiglie povere e ancor più tra figli di genitori tedeschi e immigrati.

Secondo lo studio dell’Ifo, il 57% degli studenti ha partecipato meno di una volta alla settimana a lezioni online collettive con l’intera classe e solo il 6% lo ha fatto invece ogni giorno. Ancora più di rado gli studenti hanno potuto avere contatti diretti con gli insegnanti, una mancanza di rapporto che ha colpito maggiormente i figli di non accademici e di famiglie economicamente vulnerabili. Comunque il 96% degli studenti ha ricevuto settimanalmente compiti a casa e il 64% di essi almeno una valutazione a settimana da parte dell’insegnante.

Le incognite della ripartenza

Nel complesso non è stata un’esperienza esaltante. I dati specifici dell’Ifo sullo studio a distanza verranno presentati fra un mese, ma già dalle indicazioni del rapporto presentato si può sostenere alla prova dell’home schooling il sistema scolastico tedesco si è trovato impreparato. E l’impressione è che le cose non siano migliorate nel mese e passa di pausa estiva. Ecco perché i ministeri dei Länder (che sulla scuola hanno competenza diretta) hanno profuso tutte le loro energie per organizzare in maniera più lineare possibile un andamento ordinario dell’anno.

Ci sarà l’obbligo di indossare mascherine nelle aree comuni al chiuso e nei corridoi, ma solo in Nordreno-Vestfalia si partirà con l’obbligo di indossarle anche nelle aule durante le lezioni (una misura peraltro criticata come priva di senso dall’associazione dei medici). Nelle scuole berlinesi però è saltato l’obbligo di mantenere distanze tra gli alunni, una delle precauzioni suggerite proprio dai medici: non ci sarebbero gli spazi sufficienti. In alcune regioni vi sono indicazioni per tenere gruppi di classi separati, ma poi non tutti gli istituti sono in grado di gestire una tale complessità. Anche l’ipotesi di organizzare le lezioni in turni con classi ridotte è poi stata abbandonata per mancanza di spazi, di insegnanti ed educatori (chi appartiene a una categoria a rischio per età o per malattie pregresse sarà esonerato dal lavoro, aggravando la già persistente carenza di personale): si partirà con classi intere, nelle elementari anche con 25 e più studenti.

Banco di prova per l’intera economia

Sarà dunque una ripartenza a vista, con la speranza che le misure di igiene che le scuole hanno implementato contengano il diffondersi dei contagi e che i casi come quello dei due istituti in Meclenburgo restino un’eccezione. L’associazione dei genitori non ne è convinta e accusa la politica di aver sperperato il tempo della pausa estiva senza elaborare un concetto valido per la ripresa.

La scuola è un perno importante per il funzionamento dell’economia, è ritenuta “Systemrelevant”, di rilevanza sistemica nell’architettura del mondo del lavoro: un suo nuovo lockdown si riverberebbe sulle famiglie e ne innescherebbe altri a catena in vari settori produttivi. Un’eventualità che il governo vuole evitare a tutti i costi e che molti presidenti di Länder si affrettano a esorcizzare.

Preoccupano tuttavia i numeri dei contagi tornati a crescere in tutto il paese dopo tre mesi di bassa intensità (la scorsa settimana l’istituto Koch ha registrato per tre giorni consecutivi punte di oltre 1.000 nuove infezioni, con l’indice di riproduzione oltre la soglia di guardia dell’1%) e la tenuta complessiva della società, con la moltiplicazione di manifestazioni di protesta che sembrano raccogliere disagi e complottismi di ogni risma.

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