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Schlein

Perché il centrodestra non deve sottovalutare l’ammucchiata che sta allestendo Schlein

Mosse e ambizioni del centrosinistra a trazione Schlein dopo la piroetta di Renzi. La nota di Sacchi.

 

Pur con dentro tutto e il contrario di tutto, in una sorta di mix “melenchoniano”, cui si è aggiunto ora anche il leader di Iv nell’imprevedibile fuori programma “torna a casa Renzi”, il fronte alternativo dei banchetti per il referendum contro l’Autonomia ha fissato come debutto per cementare la sua unità le Regionali d’autunno in Umbria e Emilia Romagna. Lo annuncia l’ex governatore emiliano Stefano Bonaccini, ora europarlamentare oltre che presidente del Pd, in un’intervista di ieri al Corriere della sera.

Schlein, Conte, Bonelli, Fratoianni e ora Renzi, tutti insieme appassionatamente per riprendersi dopo 5 anni di guida di centrodestra, a trazione leghista, l’Umbria del clamoroso cambio con Donatella Tesei, dopo aver strappato nel giugno scorso Perugia al centrodestra dopo 10 anni di guida dell’ex sindaco azzurro Andrea Romizi.

Quella che Carlo Calenda, in rotta con Renzi, ha finora sdegnato liquidandola come “accozzaglia” procede comunque spedita anche per consolidare il governo dem in Emilia Romagna e in sintesi ricostruire insieme con la Toscana l’ex “triangolo rosso” delle Regioni dell’Italia centrale con il suo altamente simbolico cuore verde d’Italia. E con un occhio particolare rivolto a Nord, alla Liguria dove in spregio a ogni garantismo il “fronte alternativo” è andato in piazza contro il presidente detenuto da maggio ai domiciliari Giovanni Toti, raggiunto anche da un altro provvedimento cautelare, per chiederne le dimissioni. Renzi sul garantismo ha preso le distanze. Finora.

Ma, intanto, la segretaria del Pd, proprio da Perugia, ora governata dal sindaco Vittoria Ferdinandi, annuncia che il fronte è “ostinatamente unitario”. C’è tutto e il contrario di tutto dentro. L’obiettivo è “trovarsi pronti”, annuncia Bonaccini, di fronte a eventuali cadute del governo Meloni. Che però appaiono molto improbabili all’orizzonte.

Ma il centrodestra, magari più che continuare a dividersi, peraltro a campagna elettorale delle Europee già terminata da più di un mese, farebbe male a sottovalutare queste manovre. Dovrebbe già da ora misurarsi con l’autunno caldo delle Regionali segnato dall’ obiettivo che il campo largo o extralarge intanto si è “ostinatamente” dato sul territorio con il sogno di ripristinare il ” triangolo rosso”. E l’anno prossimo si voterà anche in Veneto. Con l’incognita sul terzo mandato. Ovvero sulla ricandidatura di Luca Zaia.

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