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Parità Genere

Schlein cancellerà il genere M o F?

Per Vladimir Luxuria non bisognerebbe chiedere a un elettore il proprio genere. Ecco perché non sono d'accordo. L'intervento di Francesco Alberto Comellini

 

Domenica sono andate in scena le primarie del Partito Democratico. Desidero formulare una riflessione diversa, leggera e senza che questa possa essere motivo di scontro ma semmai motivo di riflessione sull’oggi e sul futuro del Partito Democratico, affinché quella che sarà la nuova classe dirigente non si lasci distogliere da argomenti ben più seri, di quello di cui narriamo.

Tra i tanti post di commento dei cinguettatori seriali, in occasione della vittoria, si noti per poco più di ottantamila voti, della radical chic Elly Schlein (587.010 voti) sul compagno democratico Stefano Bonaccini (appena 505.532 voti), indubbiamente appare degno di nota il cinguettio, un po’ rauco e gutturale (me lo immagino così) di Vladimir Luxuria (visti i tempi gli suggerirei di cambiar il nome d’arte “Vladimir” con un nome meno evocativo del conflitto russo-ucraino e magari più europeista).

Vladimiro Guadagno, questo il vero nome di Vladimir Luxuria, già deputato della XV legislatura, durante il governo Prodi II, ha cinguettato con orgoglio “Sono andata a votare alle #primariepd2023 #primarie #Pd nella scheda da compilare c’era da barrare la casella M/F cioè maschio/femmina. Chiedo alla prossima segreteria di eliminare in futuro questa inutile distinzione: non è importante il genere di chi vota ma il voto espresso”.

Non c’è che dire una mozione d’ordine quella formulata da Vladimir alla nuova segretaria del PD Elly Schlein, su Twitter @ellyesse, degna di nota. Un desiderata quello dell’eliminazione della distinzione M/F (e allora perché no una scelta tra “M/F/*”? ) che sovrasta per spessore culturale e politico tutte le altre tematiche oggetto della contesa.

Cosa sono del resto i problemi dei giovani che faticano a trovare lavoro e quelli dei lavoratori che invece rischiano il loro posto, i problemi delle famiglie che non arrivano a fine mese, non certo per colpa del Governo Meloni, insediato da poco più di cento giorni, rispetto al dramma di dover sbarrare una casellina M o F? Cosa saranno mai i diritti disattesi delle persone con disabilità rispetto alla scelta di dichiararsi M o F sulla scheda delle Primarie del PD, quando quel partito, al governo per tanti anni, ha sempre dimenticato quel pezzo importante del Popolo italiano che campa ancora con circa 280 euro al mese di pensione di invalidità?

Ebbene a leggere i tweet di risposta salta subito agli occhi il fatto che Luxuria, statistica e realtà sono mondi a parte, non conciliabili fra loro. Infatti tra le tante risposte più o meno goliardiche, più o meno sarcastiche, più o meno drammaticamente specchio della società, al momento in cui scrivo sono 1.174 (non poche) molti fanno notare al paladino della fluidità che forse, dico forse, come segnala con rispetto Alvise Barsanti (@gattotattoo), che l’inutile distinzione M/F “Magari serve anche a fini statistici, ci hai pensato?” in risposta al nostro Vladimir.

Insomma caro/a/* Vladimir Luxuria, forse hai ragione, il dato di genere M/F, cioè il sesso genetico delle persone, è ininfluente per te ma forse non lo è per i tanti che hanno votato esprimendo un consenso favorevole o meno, ai valori e ai programmi espressi dal candidato scelto.

Voler ignorare il dato di genere, peraltro in una competizione che è stata fortemente caratterizzata sulle persone dei due candidati e che dunque diverrebbe un dato importante per comprendere i tanti perché di un voto altamente politico, significa disconoscere i bisogni che il dato genere M o F, ha espresso con il voto. Significa, detto in parole semplici, non consentire all’eletta alla Segreteria del Partito Democratico, di profilare il proprio elettorato rispetto a quello dell’avversario, ad esempio traendone spunti di riflessione.

Eliminare la differenziazione M/F – in una competizione politica più ampia e di ben altra valenza – significherebbe oscurare quegli elementi caratteristici dell’analisi politica su cui si fonda poi la proposta atta a dare risposta con i programmi alle istanze delle persone e quindi di poter sviluppare politiche, anche di genere, in modo consapevole. Eliminare questa, per lei Luxuria, forse irritante differenziazione, significa a mio avviso favorire un appiattimento culturale che farà del genere unico una forma di omologazione pericolosa.

Quindi mi scusi tanto Vladimir se invece ritengo fondamentale, almeno sul piano statistico, conoscere come votano gli uomini o le donne, perché tali restano nonostante tutto. Potrei amare un uomo, potrei amare una donna ma non posso dimenticare chi sono con i miei vecchi e nuovi bisogni, nemmeno quando mi reco a votare, perché altrimenti finirei per favorire l’oblio del genere umano nella sua fantastica diversità che è, se ci riflette, la sua vera forza nella lotta per la vita.

Dunque, al di là di tutto, perché voler cancellare il genere M/F?

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