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Russia

Tutte le novità sullo scandalo dei servizi segreti in Germania pro Russia

Dopo l'arresto, oltre un mese fa, di un agente dei servizi segreti tedeschi (Bnd) accusato di spionaggio per la Russia, ora è toccato a un suo presunto complice. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino.

 

Si stringe il cerchio attorno alla rete di spioni tedeschi che per anni hanno lavorato nell’ombra, e nelle pieghe slabbrate dei servizi segreti della Bundesrepublik, a beneficio dell’intelligence di Putin. Dopo l’arresto avvenuto oltre un mese fa di un dipendente del Servizio federale di intelligence (BND) per spionaggio a favore della Russia, è ora finito nelle maglie della polizia tedesca anche un suo presunto complice.

CHI È IL NUOVO SOSPETTATO

Si tratta di Arthur E., cittadino tedesco, non dipendente del BND, arrestato domenica scorsa (22 gennaio) all’aeroporto di Monaco al suo arrivo dagli Stati Uniti. Secondo il procuratore generale federale che sovraintende le indagini, l’uomo è sospettato di aver portato in Russia le informazioni segrete carpite dal dipendente del BND Carsten L. e di averle consegnate a un servizio di intelligence di quel Paese. Carsten L., ed era stato arrestato a Berlino il 21 dicembre scorso per sospetto tradimento.

L’indagine è stata condotta in stretta collaborazione con il BND e con il supporto del Federal Bureau of Investigation (FBI) statunitense. L’accusato è stato portato davanti al giudice istruttore del tribunale federale già nella giornata di lunedì. Il giudice ha ordinato la custodia cautelare.

NUOVI DETTAGLI SUL CASO CARSTEN L.

Nel frattempo, i dettagli emersi sulla figura di Carsten L. dalle indagini in corso ne sottolineano il delicato ruolo che aveva ricoperto all’interno del servizio di sicurezza tedesco. L’uomo era responsabile del controllo di sicurezza degli agenti tedeschi, di fatto una talpa che avrebbe dovuto dare la caccia alle talpe. Incarico cui era stato chiamato negli ultimi tempi, dopo aver lavorato come capo unità nel dipartimento “Technical Reconnaissance”. Da lui passavano tutti gli screening di sicurezza dei dipendenti e dei candidati del BND e il sospetto è che abbia potuto condividere con i suoi secondi datori di lavoro a Mosca le conoscenze più intime su centinaia di dipendenti del BND.

LA SOFFIATA AI SERVIZI SEGRETI TEDESCHI

Sulle sue tracce i servizi segreti tedeschi sono stati indirizzati dalla soffiata di un servizio di intelligence straniero. E quando gli inquirenti hanno intuito il calibro dell’arrestato, sono partite indagini a tappeto. A quel punto sono stati perquisiti l’appartamento del sospettato e anche due proprietà del BND. Il ministro della Giustizia Marco Buschmann aveva parlato già a dicembre di un importante colpo contro lo spionaggio russo, se i sospetti fossero stati confermati. E il presidente del BND Bruno Kahl aveva annunciato che, dopo essere venuti a conoscenza del possibile caso di sospetto all’interno dei propri ranghi, erano state immediatamente avviate ampie indagini interne. E quando le indagini hanno confermato i sospetti, la palla è passata alla Procura federale.

Per i servizi segreti federali, la vicenda è altamente esplosiva: durante la guerra di aggressione russa in Ucraina una spia russa viene smascherata tra le proprie fila. Così la pressione da parte del mondo politico sul BND è aumentata, così come si è consolidata la consapevolezza che Berlino (e la Germania) non hanno cessato di essere un crocevia delle spie con la fine della Guerra fredda e la caduta del Muro. Anzi, l’ex città divisa sul fronte del conflitto Est-Ovest resta una piazza ambita, sia per lo spionaggio industriale che per quello tradizionale più politico. E il riaccendersi del conflitto nell’Europa dell’Est, con il ritorno di venti di Guerra fredda, non fa che riportarla al centro degli interessi.

Quando il caso era venuto allo scoperto, il presidente del BND Kahl aveva sottolineato che la moderazione e la discrezione erano molto importanti nelle indagini sulla vicenda. Con la Russia abbiamo a che fare con un attore dall’altra parte “con la cui spregiudicatezza e volontà di usare la violenza dobbiamo fare i conti”, aveva detto testualmente, “ogni dettaglio del caso che diventasse pubblico sarebbe un vantaggio per questo avversario con l’intenzione di danneggiare la Germania”.

I PRECEDENTI

L’ultima volta che una cosiddetta talpa o agente doppiogiochista del BND era stata smascherata correva l’anno 2014. Ma – a parziale consolazione – si trattava di “fuoco amico”. Alla fine di indagini protrattesi per due anni, il tribunale superiore di Monaco aveva condannato un 32enne a otto anni di carcere per tradimento e violazione del segreto d’ufficio, principalmente a favore della CIA. Tra il 2008 e il 2014, l’impiegato addestrato aveva passato alla CIA più di 200 documenti del BND, alcuni dei quali top secret o esplosivi, incassando almeno 80.000 euro.

Ora è il momento del fronte russo, particolarmente delicato anche perché negli anni scorsi la Germania è stata visibilmente terreno di caccia da parte di agenti di Mosca, e Berlino stessa teatro di attentati la cui matrice russa è stata acclarata. Quello che oggi è cambiato è proprio il rapporto fra Berlino e Mosca.

COSA SUCCEDE ORA

Con il secondo arresto, gli investigatori dell’Ufficio del procuratore generale e dell’Ufficio federale di polizia criminale hanno ora la possibilità di chiarire il più possibile il caso, cominciando dalla ricostruzione dei passaggi che hanno consentito al materiale presumibilmente organizzato da Carsten L. di arrivare in Russia. Adesso potrebbe anche essere possibile chiarire una delle maggiori incongruenze del caso: il movente di Carsten L. Secondo le informazioni in possesso del settimanale Der Spiegel, ci sono sempre più indicazioni che sotto ci sia una questione di denaro. Il magazine riporta anche rumors di fonti non citate dalle quali risulterebbe che il doppiogiochista fosse sempre più frustrato nei confronti del suo datore di lavoro e avesse maturato una certa simpatia per il partito nazionalista AfD.

I giuristi sottolineano che, secondo il codice penale, in casi particolarmente gravi il tradimento può essere punito con una pena detentiva di almeno cinque anni o addirittura con l’ergastolo. Tale caso sussiste, ad esempio, se l’autore del reato ha abusato di una posizione di responsabilità che lo pone sotto uno speciale obbligo di proteggere i segreti di Stato.

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