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Lezioni Covid

Qual è la vera origine di Sars-Cov-2? Fatti e polemiche (su Lancet)

Chi e perché su Lancet il 19 febbraio 2020 rassicurò sull'origine animale di Sars-Cov-2 escludendo altre ipotesi. L'approfondimento di Presadiretta (Rai3) e le polemiche sui conflitti d'interesse di alcuni autori del saggio su Lancet con l'istituto di virologia di Wuhan

 

Il 19 febbraio 2020, quando la parola “Covid-19” iniziava a entrare nel lessico comune, 27 scienziati, tra i più accreditati, firmavano una lettera su Lancet nell’intento di tranquillizzare la popolazione sul nuovo coronavirus. Nell’editoriale della prestigiosa rivista scientifica i ricercatori rassicuravano circa la collaborazione da parte delle autorità cinesi e mettevano in guardia rispetto alla disinformazione circolante su diversi mezzi di informazione e social media.

Antony Blinken: preoccupato da metodologia e processo report OMS

Presadiretta, la trasmissione di Rai 3, nella sua ultima puntata della stagione è partita da quella lettera per tornare a parlare del rapporto redatto dall’OMS dopo il viaggio di una sua delegazione in Cina. In settimana il segretario di Stato americano Antony Blinken si è detto “seriamente preoccupato sulla metodologia e sul processo”, criticando i risultati del report che esclude ogni ipotesi di intervento umano sull’incipit della pandemia. Il segretario Blinken, inoltre, ha il sospetto che il governo cinese abbia messo una manina nella redazione finale del report e dubita che i membri dell’OMS abbiano avuto accesso a tutti i dati di cui avevano bisogno.

La corrispondenza tra gli esperti di Lancet

Ai microfoni di Rai 3 Colin Butler, professore onorario di epidemiologia all’Australian National University, critica il tono della lettera di Lancet che reputa prepotente. “Chiunque non fosse d’accordo sul fatto che il virus provenisse dal mondo animale allora doveva essere considerato un complottista”, chiosa il prof. Butler. Gary Ruskin è il direttore esecutivo di U.S. Right to Know, un’associazione americana che protegge la libertà di informazione. Grazie a una richiesta di accesso agli atti è riuscito ad ottenere tutta la corrispondenza intercorsa tra gli scienziati prima di pubblicare la lettera su Lancet. A quel carteggio partecipa anche il dott. Peter Daszak, presidente di EcoHealt Alliance e uno dei più famosi esperti di zonosi, tra i più intervistati quest’anno per la sua lunga esperienza sul campo. EcoHealt Alliance si occupa di prevenzione delle malattie infettive, è un ente finanziato dal governo americano, responsabile di 50 progetti in giro per il mondo e 17 milioni di dollari.

I finanziamenti di EcoHealt all’Istituto di virologia di Wuhan

Nella corrispondenza alla quale ha avuto accesso il gruppo di Gary Ruskin il dott. Peter Daszak sottolineava l’importanza di non far emergere alcun colore politico, o altro tipo di appartenenza da quella lettera. Questo per evitare possibili insinuazioni su conflitto di interesse. Secondo quando detto da Gary Ruskin a Presadiretta, il conflitto di interesse esisterebbe perché la EcoHealt Alliance è finanziata dal governo federale americano e con quei fondi sostiene, a sua volta, l’Istituto di virologia di Wuhan.  Negli ultimi 5 anni EcoHeal Alliance, tramite l’NIH (National Institute of Healt), ha finanziato l’Istituto di virologia di Wuhan con 1,2 milioni di dollari per tre filoni di ricerche: studio di nuovi coronavirus, campionamento popolazione nel sud della Cina, studio popolazione che vive a contatto con pipistrelli.

I firmatari legati a EcoHealt

Tra i firmatari legati alla EcoHealt ci sono Rita Colwell e James Hughes (membri CdA), William Karesh (vicepresidente esecutivo del gruppo per la salute e la politica) e Hume Field (consulente scientifico e politico). Nella lettera di Lancet non si fa menzione di queste collaborazioni sebbene la rivista obblighi a dichiarare tutte le relazioni finanziarie o personali in cui vi sia un potenziale o effettivo conflitto di interesse.

La mancata replica di Lancet

La rivista Lancet appartiene al gruppo Elsevier che conta anche numerose pubblicazioni open-access finanziate da istituti cinesi. Presadiretta ha provato a contattate Lancet ma il direttore Richard Horton non ha voluto essere intervistato. Lancet ha però inviato una precisazione in cui afferma che dalla pubblicazione della lettera Lancet ha creato una task force presieduta da Peter Daszak per valutare tutte le ipotesi sulle origini del virus tra le quali quella di origine artificiale.

L’OMS manda scienziati a Wuhan

Il 14 gennaio 2021 gennaio il team OMS sbarca in Cina, tra i quali c’è anche il presidente di EcoHealt Alliance Peter Daszak. Dopo 15 giorni di quarantena il 29 gennaio iniziano a investigare. I ricercatori dell’OMS visitano il mercato del pesce di Wuhan, da dove si immagina abbia avuto origine l’epidemia ma mai nessun animale, vivo o congelato, è stato ritrovato positivo al Covid-19. Visitano anche, per sole tre ore, l’Istituto di virologia di Wuhan, dove si studiano i coronavirus, senza trovare nulla di sconveniente. La presenza della politica cinese è stata costante per tutto il viaggio della delegazione dell’OMS.

I dubbi del consulente OMS Jamie Metzil

“In questa trattativa la Cina ha ottenuto il potere di veto sui membri della commissione d’inchiesta, vale a dire chi avrebbe partecipato e chi no – ha detto Jamie Metzil, consulente OMS -. E ha ottenuto il potere di svolgere l’indagine e presentare le sue conclusioni. Il problema è che l’OMS è controllata e finanziata dagli stati, l’OMS si trova nella posizione di indagare sugli stati che la finanziano”. Inoltre la presenza di Peter Daszak risulta sospetta poiché EcoHealth Alliance finanziava la ricerca dei coronavirus dei pipistrelli del laboratorio di virologia di Wuhan. “Dal momento che una delle teorie da approfondire è proprio quella della fuga accidentale del virus dall’istituto di virologia – continua il consulente Metzl -, qualsiasi scienziato che sia stato coinvolto in questo tipo di collaborazioni, non dovrebbe far parte dell’indagine.

Le mancate indagini sul RATG13, parente del Covid-19

La delegazione OMS si è fermata a Wuhan, senza approfondire le ricerche nei villaggi dello Yannan, una regione a sud della Cina al confine con il Laos, dove è stato trovato il virus RATG13 che condivide con il Sars-CoV-2 il 96,2% del DNA. Samuel Mcneil, giornalista dell’Associated Press che voleva recarsi nei pressi delle miniere in cui vivono copiose popolazioni di pipistrelli e in cui sono stati rintracciati circa 100 coronavirus di  cui 9 potenzialmente pericolosi per l’uomo, è stato bloccati dalla polizia. Il sospetto della trasmissione è che la Cina stia nascondendo molti dati.

Il rapporto della delegazione OMS

Il 9 febbraio 2021 termina la missione internazionale OMS. Tutti gli scienziati concordano sull’origine del tutto naturale del Covid-19.  Liang Wannian (Capo della delegazione cinese) afferma che Sars-CoV2 si è diffuso grazie a una trasmissione zoonotica. Peter Ben Embarek (Responsabile programma sicurezza alimentare e zoonosi OMS), aggiunge tutto il lavoro continua a puntare su ipotesi naturale. Pochi giorni dopo la conferenza di Wuhan il numero due dell’OMS, dott. Michael Ryan ha affermato che quella dell’OMS non era un’investigazione ma una relazione con la collaborazione dello stato sovrano cinese.

I dubbi della comunità scientifica

Non tutti i membri della comunità scientifica si trovano d’accordo con le conclusioni a cui sono giunti gli esperti dell’OMS. Il CNRS di Marsiglia mette in dubbio l’ipotesi di origine naturale del Sars-CoV2 perché a Wuhan si stavano conducendo studi per capire se inserendo la proteina spike nel virus si poteva manipolarlo per capire se poteva attaccare l’uomo. Colin Butler, prof. onorario epidemiologia Australian National University, parla di indagine farsa che potrebbe mettere in imbarazzo l’OMS in futuro. Filippa Lentzos, esperta di biosicurezza – King’s College Londra, afferma che da un anno la comunità scientifica cerca senza successo l’animale intermedio tra l’uomo e il pipistrello vettore del virus. Quindi bisognerebbe chiedersi se questa sia ancora l’ipotesi più probabile. E sull’indagine dell’OMS dice: “Quella dell’OMS non è stata un’indagine indipendente. Lo si capisce dai termini dell’accordo e dalla scelta del team”. Il prof. Ralph Baric, docente di Microbiologia e Immunologia Università Nord Carolina, è più diretto e senza giri di parole dice: “Le domande ancora senza risposte senza dubbio vanno ricercate a Wuhan. L’Istituto di virologia di Wuhan ha un grande team che cerca coronavirus nei pipistrelli, quindi hanno un’ampia collezione di campioni di pipistrelli. È difficile convincere le persone che non sia uscito dal laboratorio”.

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