Elly Schlein definisce le parole del senatore-economista leghista Claudio Borghi “attacco senza precedenti della Lega proprio al presidente della Repubblica”. Schlein invita quindi il premier Giorgia Meloni “a prendere le distanze”. Eppure la segretaria del Pd parla proprio da quella manifestazione contro il premierato, poi ridimensionata per ragioni diplomatiche, organizzata il 2 giugno, data che avrebbe dovuto invece essere unificante, una scelta già oggetto di critiche anche nello stesso Pd.
La leader dem forse anche per minimizzare la sua scelta del 2 giugno per scendere in piazza a Roma contro il governo di Giorgia Meloni sembra ora amplificare il post su X già forte di suo, in cui Borghi all’osservazione che il 2 giugno si “consacra la sovranità della nostra nazione” aggiunge che se per il Capo dello Stato la sovranità europea sostituisce quella nazionale, “Mattarella per coerenza dovrebbe dimettersi”. Parole di replica alle affermazioni del presidente della Repubblica per il quale, secondo quanto riportato dalle cronache dei giornali, con le elezioni dell’ 8 e 9 giugno “consacriamo la sovranità europea”.
La conclusione teorica di Borghi che evoca proprio il 2 giugno eventuali dimissioni dell’inquilino del Colle incendia la polemica già forte. E divide il centrodestra. Matteo Salvini difende il suo “ottimo senatore Borghi” ma precisa: “Nessuna polemica col presidente della Repubblica. Non chiediamo le dimissioni di nessuno”. Il leader della Lega, vicepremier e titolare del Mit comunque rilancia lo stesso principio sottolineato da Borghi: “Oggi è la festa degli italiani e la sovranità italiana viene prima di ogni appartenenza. Con tutto il rispetto per il Quirinale, oggi è la festa degli italiani”.
Salvini ospite di “Stasera Italia” su Rete 4 osserva: ” Borghi è un ottimo senatore. Io penso che il capo dello Stato sia stato travisato da qualche giornale perché il 2 giugno parlare di sovranità europea…”. Antonio Tajani però si smarca, con un post su X ricorda che “siamo italiani e siamo europei”, dichiara “solidarietà ” a Mattarella “per gli attacchi”. Borghi gli replica caustico via social: “solidarietà…”. Sono le forti scintille di una campagna elettorale arrivata alle sue battute finali in cui gioco forza il centrodestra è chiamato a misurarsi anche negli equilibri interni visto che ogni forza della coalizione di maggioranza corre da sola, con il proporzionale. Se Meloni nella manifestazione di FdI di sabato scorso a piazza del Popolo a Roma dice basta ai governi con la sinistra in Europa e evoca “la prima idea di Europa che immaginava la sua forza anche nel valore degli Stati nazionali”, Salvini, che pure sottolinea il valore delle radici dell'”Europa di statisti come De Gasperi”, declina il concetto in modo ancora più forte. E ribadisce “no a un Superstato europeo”.
Tra FdI e Lega sembra consumarsi un duello tutto concentrato sul lato destro, mentre Forza Italia cerca di occupare tutto lo spazio che resta scoperto al centro, tra “Schlein e Meloni”, come dice sempre Tajani. In tutto questo, il centrodestra pur con frizioni interne sembra occupare lo spazio di unico protagonista. Pd e Cinque Stelle appaiono un’opposizione come a prescindere.