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Le diversità fra Salvini e Renzi su Berlusconi

Salvini ricorda la lezione liberale di Berlusconi, mentre Renzi parla di mancata eredità per la "destra". La nota di Paola Sacchi.

 

“Ciao Silvio, onore a te, grande italiano, amico mio”. Un Matteo Salvini, commosso, che riprende per due volte il discorso della capogruppo in Senato di Forza Italia, Licia Ronzulli, per testimoniare la sua vicinanza alla “comunità” azzurra, così in Senato tributa il suo omaggio a Silvio Berlusconi. E segna un punto sull’altro “Matteo”, Renzi, che, pur affermando cose coraggiose rispetto alla sinistra come il riconoscimento a Berlusconi della figura di “statista capace di rapporti umani”, pur criticando quella sinistra che lo aveva trattato alla stregua di un nemico, pronuncia troppe volte la parola “eredità”, atteggiandosi in modo pedagogico con quella che definisce sempre “destra”. E mai centrodestra, quindi eliminando di fatto il “centro”, cioè FI, ovvero la stessa creatura del Cav. E parla addirittura di “lezione amara” per la “destra” perché, a suo avviso, eredità non ci sarebbe.

Ora, invece, gli stessi fatti stanno lì a testimoniare che, invece, l’eredità c’è ed è ben radicata. Non è solo FI, innanzitutto, ovvero “il centro della politica e non solo del centrodestra”, come subito Antonio Tajani ha messo in chiaro, ma è la stessa coalizione di centrodestra che Berlusconi ha fondato. Fondando così “il bipolarismo”, ricorda Salvini.

In perfetto stile leghista, da alleato di ferro, come ha sempre fatto e fa Umberto Bossi, chiamandolo Silvio, il leader della Lega, vicepremier e ministro Infrastrutture-Trasporti, ricorda la lezione “liberale”, “economica e della libertà dell’individuo che viene prima dello stato”. Sono questi i principi dello storico asse mai venuto meno tra due partiti nati al Nord, tra Arcore e Via Bellerio. Partiti-movimento poi nazionali.

Renzi, dopo quell’infelice game over dopo l’estromissione di Berlusconi in termini retroattivi dell’applicazione della legge Severino, è entrato ancora una volta un po’ a gamba tesa in casa altrui. Quella stessa casa politica fondata da Berlusconi. Anche impartendo lezioni alla “destra” sulle tasse da tagliare, senza spiegare cosa abbiano fatto in materia la sinistra e i governi di cui lui stesso ha fatto parte, propiziandoli come il Conte/2. Forse, non era ieri il momento più adatto per impartire alla cosiddetta “destra” anche l’indicazione su dove dovrebbe collocarsi in Europa. Ma lo stesso intervento dell’ ex premier, ex leader del Pd e ora capo di Italia Viva, dimostra che la gara al centro è già iniziata.

La cosiddetta “eredità” probabilmente è più un cruccio tutto di Iv e del Terzo polo. Che del centrodestra. Il quale in quanto coalizione ora al governo già rappresenta la cosiddetta eredità di “Silvio”, come è autorizzato a chiamarlo Salvini . E come ha ricordato nei giorni scorsi il premier Giorgia Meloni, la quale ha riferito che Berlusconi giudicava bene il suo esecutivo. Appuntamento alle Europee. Ma, intanto, Salvini, a differenza di Renzi, traccia un netto solco contro una “sinistra che non ha compreso Silvio che parlava alle classi più umili” e attacca i grillini ,pur non nominandoli , dicendo: “Spiace che non tutti hanno voluto ricordare Berlusconi”.

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