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Quali sono le prospettive della Russia in Ucraina?

La Russia e la guerra in Ucraina: una valutazione geopolitica e strategico-militare.

L’operazione militare russa iniziata il 24 febbraio 2022, definita da Mosca una “operazione speciale”, ha rapidamente assunto i tratti di una guerra prolungata e altamente logorante. Se nelle intenzioni del Cremlino l’obiettivo era quello di rovesciare il governo di Kiev in breve tempo e ripristinare l’influenza russa sull’Ucraina, i fatti hanno dimostrato una realtà molto diversa. La guerra, originariamente concepita come una campagna lampo, si è trasformata in un conflitto convenzionale su larga scala, che ha messo a nudo le difficoltà militari, economiche e strategiche della Russia.

Un piano iniziale fallimentare

Fin dall’inizio, la Russia ha sottovalutato la resistenza ucraina e la capacità del governo di Kiev di mobilitare un sostegno internazionale di vasta portata. Il piano iniziale, apparentemente ispirato all’operazione sovietica “Danubio” del 1968 in Cecoslovacchia, prevedeva un rapido cambio di regime. Tuttavia, i calcoli politico-militari russi si sono rivelati errati. A differenza della Cecoslovacchia del 1968, l’Ucraina non è rimasta passiva di fronte all’invasione e ha dimostrato una forte capacità di resistenza, anche grazie all’appoggio militare occidentale.

Questo errore di calcolo ha portato la Russia in una guerra di attrito che ha messo in luce le carenze strutturali del suo apparato militare, dall’addestramento insufficiente delle truppe alla carenza di materiali moderni. Già nell’autunno del 2022, l’esercito russo ha dovuto affrontare difficoltà logistiche e operative significative, aggravate dalle perdite umane e materiali subite durante i primi mesi del conflitto.

La militarizzazione della società russa

Di fronte alle difficoltà militari e al rischio di un completo fallimento, la Russia ha risposto intensificando la sua mobilitazione interna. A partire dalla primavera del 2023, il Cremlino ha avviato una vasta campagna di reclutamento di “contractor”, mercenari che sono stati arruolati con salari molto elevati per colmare le lacune dell’esercito regolare. Il compenso di circa trentamila rubli al mese offerto ai contractor rappresenta un forte incentivo, ma questa strategia ha sollevato preoccupazioni sia per la sostenibilità economica di tale operazione che per l’affidabilità militare di queste forze.

Parallelamente, la Russia ha avviato una massiccia acquisizione di materiali bellici e una conversione parziale della sua economia verso un modello di “economia di guerra”. Tuttavia, nonostante il complesso militare-industriale funzioni a pieno regime, le fabbriche civili non sono state completamente convertite alla produzione di armamenti, mantenendo l’economia russa su un livello di compromesso che ricorda i tempi della Guerra Fredda. Attualmente, la spesa militare della Russia si attesta al 6% del prodotto interno lordo, un valore ben al di sotto dei livelli sovietici, ma comunque significativo per le sfide odierne.

La controffensiva ucraina e le prospettive russe

Durante l’estate del 2023, l’esercito ucraino ha lanciato una controffensiva su larga scala, cercando di riconquistare territori chiave come Kharkiv, Zaporizhzhia e Odessa. Sebbene il governo ucraino non sia riuscito a ottenere vittorie decisive, la campagna ha messo in evidenza i limiti operativi della Russia nel gestire una guerra su più fronti. A questo punto, le forze russe, pur avendo stabilizzato alcune linee difensive, si trovano di fronte alla possibilità concreta di dover cedere ulteriori territori o, nel migliore dei casi, entrare in una fase di stallo prolungata.

Putin ha quindi deciso di rafforzare le sue posizioni, affidandosi non solo alla mobilitazione di risorse interne, ma anche cercando nuovi alleati internazionali per contrastare le sanzioni economiche imposte dall’Occidente. Il Cremlino ha intensificato i rapporti con paesi come la Cina, l’Iran e la Corea del Nord, nella speranza di ottenere forniture militari e supporto diplomatico. Tuttavia, il sostegno di questi alleati è stato finora limitato e non ha permesso alla Russia di compensare completamente le difficoltà interne.

Considerazioni geopolitiche: Russia isolata, ma resiliente

Da un punto di vista geopolitico, la guerra in Ucraina ha significativamente indebolito la posizione internazionale della Russia. L’isolamento diplomatico e le sanzioni economiche hanno ridotto la capacità di Mosca di influenzare gli affari globali, mentre l’alleanza NATO si è rafforzata, con Svezia e Finlandia che hanno abbandonato la loro storica neutralità per entrare nell’alleanza atlantica.

Tuttavia, nonostante queste difficoltà, la Russia non è completamente isolata. Il sostegno di alcuni paesi non occidentali e la resilienza dell’economia russa, che non ha ancora subito un tracollo completo, lasciano intendere che Mosca possa continuare a resistere nel lungo termine, anche se a costo di un crescente malcontento interno. L’inflazione e la carenza di beni di consumo stanno iniziando a pesare sulla popolazione russa, ma finora il regime di Putin è riuscito a mantenere un certo controllo sulla narrativa interna, dipingendo il conflitto come una lotta esistenziale contro l’Occidente.

Le prospettive future

Guardando al futuro, la guerra in Ucraina sembra destinata a prolungarsi. La Russia sta cercando di guadagnare tempo, aspettando che il sostegno occidentale all’Ucraina si indebolisca a causa di pressioni interne o cambiamenti politici. Allo stesso tempo, Putin sta cercando di rafforzare il controllo sui territori occupati, puntando su una strategia di lungo termine che mira a logorare le forze ucraine e a ridurre il loro sostegno internazionale.

Tuttavia, molto dipenderà dall’evoluzione del conflitto sul campo e dalla capacità di entrambe le parti di mantenere il sostegno dei rispettivi alleati. Se l’Occidente continuerà a fornire armi e risorse all’Ucraina, la Russia potrebbe trovarsi costretta a fare concessioni più significative o rischiare un completo esaurimento delle sue forze. In questo scenario, il futuro geopolitico della Russia e dell’Ucraina rimane altamente incerto, con il rischio di una escalation che potrebbe avere ripercussioni ben oltre i confini del conflitto.

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