Secondo alcuni analisti che si occupano di questioni russe, il coinvolgimento della Russia nel Kazakistan presenta numerose analogie con avvenimenti di un passato recente.
È simile a quello che è accaduto in Ucraina a partire dal 2014, quando i manifestanti pacifici sono stati repressi con violenza dal governo fino a quando è stata rovesciata la leadership politica sostenendo i separatisti lingua russa nelle regioni orientali dell’Ucraina.
Per più di otto anni, la Federazione russa ha continuato a sostenere quel conflitto in Ucraina e ha recentemente minacciato l’Ucraina di attuare un’invasione. Questa versione più recente dell’aggressione di Putin verso l’Ucraina è arrivata nel novembre del 2021, quando ha posizionato 175.000 soldati lungo il confine in Ucraina. Il suo obiettivo: utilizzare una potenziale invasione come leva per impedire che l’Ucraina entri nella Nato.
Nel Kazakistan, come in Ucraina nel 2014, il governo russo giustifica la sua presenza militare come una conseguenza di una richiesta da parte di un governo legittimo.
Come in Ucraina, il governo russo sottolinea che le forze esterne sono responsabili dei disordini nell’ex Repubblica sovietica. Come in Ucraina, la Federazione russa ha sottolineato la necessità di proteggere la popolazione di lingua russa.
Queste volontà di realpolitik da parte del governo russo di affermare il suo dominio su ex-territori che ha perso durante la caduta dell’impero sovietico dimostrano che la Russia è disposta ad agire rapidamente e fare qualsiasi cosa per mantenere il controllo dei suoi territori.
Non dimentichiamoci che la Russia considera il Kazakistan appartenete alla sua sfera di influenza. I
n una conferenza stampa il 23 dicembre 2021, Putin ha infatti definito il Kazakistan un “paese di lingua russa in ogni senso della parola”.
I riferimenti di Putin a una popolazione di lingua russa in Kazakistan ricordano l’esperienza della regione della Crimea e dell’Ucraina.
Nell’aprile 2014, i soldati russi sono apparsi per le strade della Crimea, hanno costretto i soldati ucraini a lasciare i loro posti per supervisionare il cosiddetto referendum che ha permesso alla Crimea di essere integrata nella Federazione russa.
Putin ha a lungo affermato che la rivoluzione scoppiata in Ucraina nel 2014, che ha detronizzato il suo alleato, il presidente Viktor Yanukovich, era davvero frutto di un colpo di stato sponsorizzato e coordinato dagli Stati Uniti.
Argomenti simili sulle influenze esterne sono state fatte dal dittatore bielorusso, Alexander Lukashenko, in relazione ai manifestanti anti-governativi nella Bielorussia.
I media interna, i media russi vedono le truppe russe come parte di una risposta di mantenimento della pace multilaterale, che include le truppe della Bielorussia e dell’Armenia. La presenza di queste forze di mantenimento della pace in Kazakistan nel mezzo di instabilità e della violenza vengono viste in Russia come un enorme risultato per Putin.
L’azione russa in Kazakistan dovrebbe servire come monito rivolto ai paesi occidentali: la Russia è disposta ad agire in modo decisivo pur di proteggere i suoi interessi e mantenere la sua influenza nei paesi limitrofi.