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Covid-19, ecco cosa succede in Russia

Tutte le novità sulla diffusione del Coronavirus in Russia e la conferma del ministro degli Esteri russo sulla richiesta di Conte di ricevere aiuti da Mosca 

Che cosa succede in Russia sul Coronavirus? Ecco numeri, dettagli e dichiarazioni.

I NUMERI SUL CORONAVIRUS IN RUSSIA

Il numero di casi di coronavirus in Russia è aumentato di 2.774 unità nelle ultime 24 ore, arrivando a toccare quota 21.102. È il dato – fa sapere la task force nazionale contro l’epidemia, citata dalla Tass – più consistente da quando sono iniziate le rilevazioni, peraltro in continuo aumento. I morti ufficiali, nello stesso lasso di tempo, sono stati 22 – in totale dunque sono 170. Altri 1.489 casi di coronavirus sono stati poi confermati a Mosca, toccando quota 13.002.

CHE COSA HA FATTO LA RUSSIA PER L’ITALIA

La Russia fornisce assistenza all’Italia nella lotta contro il coronavirus “su richiesta diretta” del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ai media russi e stranieri dopo le parole dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue Josep Borrell secondo cui la Russia e la Cina avrebbero utilizzato l’epidemia per rafforzare il loro ruolo geopolitico nel mondo. Lo riporta la Tass.

Quanto scrive la Tass è la conferma di un comunicato del Cremlino del 21 marzo in cui si leggeva: “Abbiamo convenuto su una stretta interazione nella lotta contro il coronavirus. In risposta all’appello della parte italiana, il presidente russo ha confermato la volontà di fornire tempestivamente l’assistenza necessaria e ha delineato i suoi parametri specifici”.

“La Russia ha fornito assistenza all’Italia a seguito di una richiesta diretta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: credo che questo dica tutto”, ha dichiarato Lavrov durante un’intervista online ai media russi e stranieri. “È deplorevole che Borrell abbia detto quello che ha detto ed è deplorevole che ci siano persone che cercano di creare un caso e di presentare tutto ciò che viene fatto in Italia come un intervento militare nel territorio della Nato o dell’Unione Europea”, ha sottolineato Lavrov. “Purtroppo queste accuse appaiono anche in alcuni media italiani. Proprio di recente il quotidiano La Stampa ha pubblicato un articolo su questo tema e ha tentato di sminuire e screditare senza fondamento l’importanza dell’assistenza della Russia all’Italia”, ha proseguito.

L’OPINIONE DI KASPAROV

Guardate “quanto sta accadendo in Russia, in Cina, ma anche in Ungheria. Sono settimane che i regimi dittatoriali, anche con l’uso spregiudicato della rete e delle fake news, inondano l’Occidente di messaggi per mettere in dubbio l’efficacia dei sistemi democratici nel contrasto della pandemia. Il leit-motiv è sempre lo stesso: ‘I sistemi democratici non sono in grado di proteggervi. Guardate alla Cina. Solo un governo forte può garantire protezione e sicurezza’. Questa falsa narrativa è una minaccia per le democrazie occidentali quanto, se non di più della pandemia”. È quanto ha affermato in un’intervista a La Stampa Garry Kasparov, ex campione mondiale di scacchi, che dal 2015 vive a New York in esilio volontario e presiede la Human Rights Foundation e la Renew Democracy Initiative, organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani e nella promozione della democrazia liberale in Russia e nel mondo. Sugli aiuti russi in Italia per la lotta al coronavirus, Kasparov parla di “un’operazione militare e di intelligence, non certo un aiuto umanitario”, di un’ “operazione gestita dall’esercito e dall’intelligence russa”. Il presidente russo Vladimir Putin, “inviando oltre 100 soldati in Italia, voleva raggiungere due obiettivi: vincere una campagna di pubbliche relazioni, mandando un messaggio di sostegno all’Italia, e al tempo stesso installare la propria intelligence sul terreno in un Paese Nato”, dice Kasparov, convinto che Putin stia “affrontando la crisi globale del coronavirus come una ‘guerra ibrida’: esportando instabilità in un momento di grande difficoltà per l’Occidente, e tentando di distruggere la fiducia diffusa nel libero mercato e nelle società aperte fra le due sponde dell’Atlantico”.

LE STIME DEL FMI

Per il 2021 l‘Fmi stima un rimbalzo variabile e comunque inferiore al crollo che si dovrebbe registrare quest’anno: fra le grandi economie gli Usa potrebbero recuperare il 4,7%, stesso rimbalzo dell’Eurozona (trainato dal +5,2% della Germania): più anemica la ripresa prevista per il Giappone (+3%) e per il Regno Unito (+4%). Fra le economie emergenti, tornerebbe a correre la Cina (+9,2%) mentre Russia e Brasile dopo il -5,5% e il -5,3% previsto per quest’anno non potrebbero recuperare che – rispettivamente – +3,5% e +2,9%.

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