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Le news su al-Jolani, Assad, Erdogan, Putin, Ruffini, Sinner, lobbisti e non solo

Che cosa si dice e che cosa non si dice di al-Jolani, Assad, Draghi, Erdogan, Putin, Ruffini, Sinner, lobbisti e non solo. Pillole di rassegna stampa

 

RUFFINI, LA PREGO: SI DIMETTA

 

I CONTI IN TASCA A SINNER

 

I NUMERI DEI SUPER LOBBISTI

 

EVVIVA, GITE SCOLASTICHE SALVE

 

LE ULTIME SUL CRAC ASTALDI

 

IL TURBO LIBERISMO MANAGERIALE ED ECLETTICO DEI NUOVI SIGNORI DI DAMASCO… GULP

 

 

 

LE VITTORIE DI ISRAELE

 

STATI UNITI ALLA FINESTRA IN SIRIA? SICURI?

 

LE COSE TURCHE – E DI SUCCESSO – DI ERDOGAN VISTE DA MINNITI E MOLINARI

 

 

 

CHI PERDE DI SICURO IN SIRIA

 

I TIMORI RUSSI

 

UMORI E MALUMORI DELL’ARABIA SAUDITA (SECONDO MOLINARI)

 

IL PREGIO DI ASSAD SECONDO IL MANIFESTO

 

VESCOVO PIU’ TRANQUILLO CON I NUOVI RIVOLUZIONARI

 

CHE FA L’ITALIA SUL MERCOSUR?

 

CARTOLINA DA BRUXELLES

 

CARTOLINA LIBERISTA DALLA CINA

 

CARTOLINA DALLA DANIMARCA

 

CARTOLINA DALL’INDIA

 

LA PILLOLA DRAGHIANA

 

OSPEDALI? NO GRAZIE

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO DOMANI SU RUFFINI, DIRETTORE DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE:

«Non è la prima volta che partecipo a occasioni come questa, di dialogo e ascolto. L’ho fatto e continuerò a farlo. Ma leggendo i giornali mi rendo conto che siamo ormai abituati ai talent show, alle nomination. Non appartiene alla mia cultura. Tutti siamo chiamati a servire in paese nel tempo e nel luogo in cui ci troviamo».

La premessa è necessaria per Ernesto Maria Ruffini, siciliano, figlio di un ministro, è il direttore dell’Agenzia delle Entrate che da qualche giorno viene indicato «dai giornali», dice lui, come il nome fin qui «coperto» del possibile federatore, o insomma di un uomo in grado di cucire il centrosinistra.

Lui, amico di Romano Prodi e di Sergio Mattarella ma è del 1969, quindi di tutt’altra generazione, fin qui ha smentito. Ma non può negare di avere a cuore «il bene comune». Che sia lui poi l’uomo della provvidenza del centrosinistra è presto per dirlo: probabile che se continuerà a circolare il suo nome, dovrà dimettersi dall’incarico di dirigente pubblico.

L’idea del seminario, organizzato all’università Lumsa di Roma, a due passi dal Vaticano, è di affrontare fattivamente il tema dell’impegno politico dei cattolici democratici.

Ruffini scherza, spiega di avere un problema al menisco, poi però entra nel merito: «Sono anni che mi ostino a parlarne, ricordando le splendide parole della nostra Costituzione. Prima tra tutte la parola che riguarda tutti: uguaglianza». E ancora: «La democrazia è di tutti o non è, la democrazia è un telaio di fili con tutti i colori, non c’è una tela monocolore», serve «un impegno costante, serio, generoso, non ci sono alternative all’impegno di ogni cittadino». Perché, spiega al suo fianco padre Francesco Occhetta, gesuita molto vicino a papa Francesco, «la democrazia deve essere ben custodita».

Chissà se più avanti succederà anche a Ruffini. Lui intanto la prende alla larga, dice che «bisogna arare il terreno, altri raccoglieranno». Fioroni, che ha lasciato il Pd perché ha capito che Elly Schlein stava facendo «un partito di sinistra» e non «di centrosinistra», gli ricorda che «è un periodo in cui è richiesto di metterci in gioco. Il primo salto è esserci. L’impegno civico non è una lista civica ma l’amore per la qualità della democrazia». Dalla platea sono in molti a sperarci.

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