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Stronzate

Rileggendo “Stronzate”, un divertente saggio filosofico di Harry G. Frankfurt

Il Bloc Notes di Michele Magno

A rigor di logica, quella dell’analisi costi-benefici che ha bocciato la Tav, ogni volta che prendo il treno al posto dell’auto mi rendo responsabile di un lucro cessante per l’erario (per il mancato introito delle accise sul carburante). A rigor di logica, quella dell’analisi costi-benefici della ricerca contro il cancro esposta da Alessandro Di Battista in un talk show televisivo, se scoprissi una sua cura risolutiva mi renderei responsabile di un danno emergente per il pil (in virtù della relativa riduzione della spesa sanitaria).

Sono solo due freschi esempi che attestano la dura realtà del dibattito pubblico domestico nel tempo presente: siamo ormai circondati da idiozie di ogni tipo. Forse sarebbe più esatto chiamarle “Stronzate”, come un importante filosofo americano, Harry G. Frankfurt, ha titolato un suo saggio del 1986 che è stato un best seller negli Stati Uniti (Rizzoli, 2005, in originale “On Bullshit”). Frasi prive di senso, vuote scemenze, affermazioni che denunciano una disperante povertà di pensiero vengono ormai pronunciate impunemente intorno a noi.

Se non ne hanno il monopolio, i politici che impazzano sui social network le brevettano ad un ritmo impressionante. Eppure nessuno si è preso la briga di indagare la natura del fenomeno. Non è il caso di Frankfurt. Il professore emerito della Princeton University sostiene che “le stronzate sono un nemico della verità più pericoloso delle menzogne.” Il “bullshitter” -in italiano diremmo il cazzaro o il contaballe- è più temibile del mentitore. Come ci ha insegnato sant’Agostino, al mentitore interessa -almeno in qualche misura- sapere la verità, perché per mentire deve conoscerla. Si deve cioè confrontare con la verità per poter costruire una menzogna.

Se quindi il bugiardo “onora” ancora la verità e si muove nel suo orizzonte, invece chi dice stronzate la scavalca e si preoccupa solo di negarla. Un interlocutore ben informato su come stanno le cose, quindi, può sempre contrastarlo. Al contrario, il cazzaro risulta più difficile da contraddire, in quanto si disinteressa completamente di ciò che è vero e di ciò che è falso. Spara le sue stronzate e, se si pensa a certi comportamenti che stanno dilagando su Facebook e Twitter, condivide e diffonde quelle altrui per seminare confusione e avvelenare i pozzi del discorso razionale.

Sempre secondo Frankfurt, la sua progressiva emancipazione dai fatti inizia interiorizzando la seguente massima: “Mai dire una bugia quando puoi cavartela a furia di stronzate”. In questo senso, ma forse non è ancora del tutto chiaro, i Cinquestelle sono il vero portafortuna di Salvini. Chi non vorrebbe avere un alleato ostile all’obbligo dei vaccini, che ha proposto di chiudere i negozi la domenica, di nazionalizzare Alitalia e l’acqua, di bloccare il metanodotto Tap, che ha osteggiato le Olimpiadi estive a Roma e (non va dimenticato) quelle invernali a Milano-Cortina?

Basta scuotere un po’ la testa e i voti piovono a catinelle. In fondo, non nasce anche da queste sensazionali stronzate dell’uno la forza attrattiva dell’altro?

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