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Londra

Regno Unito, l’uscita dal lockdown fa innervosire Scozia e Galles

L'articolo di Daniele Meloni sull'allentamento del lockdown delineato da Johnson in Regno Unito

Un messaggio di 13 minuti alla nazione per delineare la roadmap dell’uscita dal lockdown, che, per il momento, resta ma viene alleggerito. Così ieri sera il Premier Boris Johnson si è rivolto al suo paese mettendo in chiaro che attualmente le condizioni non suggeriscono la fine della quarantena: il Regno Unito infatti resta la nazione europea con il maggior numero di morti da Coronavirus e, anche se i contagi diminuiscono giornalmente, non siamo ancora al punto tale da giustificare una ripresa delle attività.

Johnson ci ha tenuto comunque a sottolineare che alcune cose cambieranno nell’immediato: da questa settimana tutti coloro che non possono lavorare da casa – i lavoratori in particolare del manifatturiero e delle costruzioni – sono invitati a recarsi sul luogo di lavoro, possibilmente senza usare i mezzi pubblici di trasporto. I cittadini possono uscire più frequentemente purché lo facciano tenendo le adeguate misure di distanziamento sociale e di sicurezza sanitaria previste dal protocollo di Public Health England. Della riapertura di bar, negozi e ristoranti se ne riparlerà a giugno. Mentre da luglio sarà forse possibile la ripresa delle attività delle strutture di ricezione.

Questo per quanto riguarda l’Inghilterra. Già, perché il messaggio di Johnson non è stato accolto con entusiasmo dalle home nations che dal 1997 hanno ottenuto la devolution e le competenze di tutte le materie che non sono rimaste esplicitamente nelle mani del Parlamento di Westminster.

La First Minister scozzese Nicola Sturgeon ha affermato che per quanto riguarda Edimburgo il messaggio rimane “restate a casa” e non – come ha detto Johnson nel suo speech – “restate allerta”. Sturgeon ha criticato il messaggio del Primo Ministro in quanto “privo della necessaria chiarezza che richiede una situazione simile”. La Scozia, benché abbia cercato di muoversi all’unisono con le altre componenti del Regno Unito, mantiene una cautela estrema nelle misure di lockdown adottate nella lotta al Covid-19: i dati di ieri hanno visto il numero dei morti crescere di 10 unità, passando a 1,587 vittime, mentre quello dei positivi è di 13,486.

Anche in Galles le parole di Johnson hanno incontrato una reazione piuttosto fredda. Il First Minister Mark Drakeford, espressione del partito Laburista gallese, ha comunicato anch’egli che il messaggio di “restare a casa” non è cambiato e ha invitato gli inglesi a non recarsi in macchina nei parchi e nei luoghi all’aperto del vicino Galles per non essere fermati e rimandati indietro.

Molto critico con Johnson anche il Leader dell’Opposizione, Sir Keir Starmer: “Il messaggio del premier solleva più questioni che non risposte. La confusione sembra regnare sovrana a Downing Street, ha affermato Starmer. Nel frattempo la political editor della Bbc, Laura Kuenssberg, riporta che anche tra i backbenchers della maggioranza conservatrice ai Comuni si stanno levando le prime critiche nei confronti del Primo Ministro, accusato di non mostrare la leadership necessaria in un momento cruciale della storia del paese. Kuenssberg non è mai stata tenera con Johnson, ma la sensazione è che in molti in casa Tory vogliano vedere il paese ripartire.

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