skip to Main Content

Turismo

Recovery, la chance da non perdere anche per il turismo

Il turismo è un volàno per la nostra economia e anche qui il Recovery può e deve fare la differenza. Il post di Gianandrea Abbascià per la rubrica “Economia del gusto”

 

Fare la differenza era doveroso e necessario, in tempi normali, per essere quel qualcosa in più che caratterizzava l’italianità! Poi, tutto un tratto il blackout; sono trascorsi molti mesi ormai da quando il turismo, ma chiaramente non solo questo comparto, ha sospeso le proprie attività.

Se prima l’obiettivo era fare la differenza, ora è quello di non perder più tempo. Il tempo è ormai limitatissimo e da più parti si susseguono appelli, soprattutto dal comparto alberghiero, di fare presto per salvare il settore. Nel settore del turismo, il mercato digitale, ad esempio, nel 2020, è crollato registrando pesantissime perdite. In queste ore, specialmente, alla delicata situazione in cui tutti ci troviamo, si aggiunge anche l’apertura della crisi di governo, generando inevitabilmente ulteriore incertezza, nell’attesa che si formi quanto prima un nuovo Governo o quanto meno che se ne possano comprendere gli sviluppi.

Spesso, nei mesi scorsi, anche tramite questa rubrica, ci siamo trovati di fronte alla necessità di affrontare il problema della delicatissima situazione in cui il settore del turismo si è trovato, messo in ginocchio dalla pandemia.

Molte attività, specialmente quelle a caratterizzazione stagionale, hanno subito forti perdite e vissuto nella costante incertezza. Molte attività ahimè hanno dovuto “battere ritirata” non riuscendo più a reggere le costanti perdite derivanti non solo dai mancati introiti ma anche dai costi che inevitabilmente erano attivi.

Proprio grazie a questa rubrica, ho potuto sottolineare la mia posizione su questo comparto e la convinzione che il turismo è un – se non il – volàno per la nostra economia. È un punto di collegamento di diversi ambiti (trasporti, infrastrutture, formazione, tecnologia, digitalizzazione; quindi lavoro) che generano forte ricchezza economica. E anche qui il Recovery può e deve fare la differenza.

Già, proprio il Recovery, a questo punto, può divenire la determinante fondamentale per la rinascita; con una approfondita analisi, nelle scorse settimane, il Prof. Giovanni Tria, già Ministro dell’economia e delle finanze, ha sottolineato la necessità che è questo il momento per una nuova Bretton Woods.

Il vaccino, i vaccini si stanno via via facendo largo; le persone hanno ormai la consapevolezza che alcune regole (utilizzo delle mascherine, utilizzo dei disinfettanti, il mantenimento delle distanze) saranno necessarie ancora per un po’ di tempo; è quindi doveroso individuare regole e disposizioni certe e univoche in modo da supportare il rilancio del comparto turistico, anche per non veder ripetere errori commessi la scorsa estate e che probabilmente sono costate il prezzo dei successivi accadimenti.

Il settore turismo, è bene ricordarlo, non è a se stante. È un insieme strutturato di differenti componenti, sia essi diretti che indiretti e già prima citati: lavoro di migliaia di addetti ai lavori, strutture recettive, agenzie di turismo e di promozione turistica, trasporti, infrastrutture, formazione, digitalizzazione. Ed è per questo che il Recovery, ben strutturato, in azioni interdisciplinari, può determinare la rinascita economica del nostro Paese.

Usciremo presto da questa situazione, da questo tremendo incubo, ed è per questo che non ci si deve far trovare impreparati, ma pronti affinché si possa cavalcare con abilità la ripartenza. È un messaggio di buon auspicio, di speranza, ma certamente anche da stimolo per spronare a non perdere tempo e che un’occasione del genere probabilmente non ricapiterà più.

Forza turismo, viva l’Italia !

Back To Top