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Vi racconto la tragedia americana dell’omicidio di Charlie Kirk

Tutte le reazioni (e i silenzi) all'assassinio di Charlie Kirk, attivista molto vicino a Donald Trump, in un campus universitario negli Stati Uniti. La nota di Paola Sacchi.

Forse sarà ricordato come l’anniversario più nero per gli Usa e l’Occidente dell’11 settembre 2001. Stavolta, almeno fino a notte fonda in Italia, mentre scriviamo, senza la solidarietà della sinistra italiana e mondiale ad eccezione dei democrats Usa ex presidente Biden, ex sfidante di Trump Kamala Harris, ex presidente Obama, premier inglese Starmer. E questo perché, purtroppo, si sa che gli Usa per politici e intellò di una sinistra italiana e internazionale in crisi in tutto il mondo, secondo una teoria irresponsabile e pericolosa, non sarebbero più gli Usa, faro di libertà per l’Occidente dopo la vittoria di Donald Trump.

Prima il sorvolo dei droni russi in Polonia nel cielo sopra la Nato, poi la raccapricciante uccisione di una giovane rifugiata ucraina, la cameriera ventitreenne Iryna Zarutska, in cerca di pace oltreoceano, su una linea di metro in North Carolina da parte di un tagliagole di colore, nella lista, a quanto si legge, di immigrati irregolari che avrebbero dovuto essere espulsi già da tempo, cosa che ha fatto postare su X all’ex sindaco di New York Rudy Giuliani: troppo è troppo. Ma non era ancora purtroppo “enough” (“Enough is enough”) abbastanza, come ha scritto esattamente il repubblicano Giuliani.

La tragica giornata Usa e del resto dell’Occidente, tra una Ue imbambolata e impegnata sui rincari delle sigarette e a elettrizzare di felicità la Cina sull’Automotive, si è chiusa con l’assassinio di Charlie Kirk, 31 anni, campione della gioventù trumpista, esponente di punta del movimento MAGA, mentre parlava in pubblico, in un campus universitario, tra migliaia di persone, tra cui c’erano anche la moglie e i figli.

Daniele Capezzone, direttore editoriale di “Libero Quotidiano”, ha subito commentato su X con addolorata ironia “No, non c’è mica demonizzazione da sinistra verso destra”, definendo “tristemente profetico” il suo nuovo libro, dal 16 settembre in libreria, Trumpisti o Muskisti , comunque fascisti. Sinistra a caccia di nemici (Piemme). Immediato il doloroso cordoglio del premier Giorgia Meloni, del vicepremier Matteo Salvini, seguiti nella notte dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana: “Ferita profonda per la democrazia”. E a livello europeo e internazionale dalla presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, “sconvolta”, dal premier labourista britannico, Starmer, i big dei Conservatori inglesi, dal premier israeliano Benjamin Netanyahu: “perdo un amico di Israele, un combattente per la libertà”.

Intanto, come ha scritto sul web “Il Tempo” di Tommaso Cerno, su Telegram attivisti Pro-Pal esultavano. E poco prima penosamente su una delle nostre più importanti tv un opinionista aveva paragonato Trump, peraltro già miracolosamente sfuggito a un attentato, a Hitler. Da stendere un velo di pietoso silenzio.

Cronaca della più nera vigilia dell’ anniversario dell’11 settembre, che cade per una beffarda coincidenza proprio oggi. Con calma, molta calma, almeno si spera, arriverà anche la condanna da parte della nostra sinistra della violenza dell’assassinio, solo per le sue idee, per mano di un cecchino su un tetto? Come per JFK. Chiediamo già da ora scusa se arriverà dopo che questo articolo stamattina presto sarà pubblicato. Nel caso, doverosamente, aggiungeremo.

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