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Università

Come e perché le università cinesi minacciano il primato culturale Usa

Nella classifica 2022 delle migliori università al mondo si è registrato, per la prima volta, il sorpasso numerico degli atenei cinesi su quelli americani. Ecco cause e conseguenze. L'articolo di Marco Orioles.

 

Se il primato culturale degli Usa – il famoso soft power a stelle e strisce – è attribuibile anche al prestigio delle università americane, questo vantaggio strategico si sta gradualmente erodendo anche a causa dell’ascesa degli Atenei cinesi, che in una recente classifica hanno addirittura superato quelle Usa.

2022-2023 Best Global Universities rankings

Negli ultimi giorni lo U.S. News & World Report, istituzione leader nella valutazione delle performance degli istituti formativi, ha pubblicato il suo nuovo ranking delle università globali, intitolato Best Global Universities rankings.

La classifica, in cui figurano 2.000 atenei di oltre 90 Paesi, viene elaborata tenendo conto di fattori come la ricerca accademica e la reputazione. Quest’anno, inoltre, tra i criteri di valutazione sono stati inseriti i risultati raccolti in ambiti di avanguardia come l’intelligenza artificiale.

Nel ranking del 2022-2023 si registra per la prima volta il sorpasso delle università cinesi su quelle americane: sono 338 gli Atenei della Cina a figurare nella classifica contro i 280 degli Usa. A seguire nella graduatoria troviamo il Giappone con 105 istituti, la Gran Bretagna con 92 e l’India con 81.

Se sorpasso c’è stato, non ha riguardato però le posizioni di testa, saldamente occupate dalle Università americane, che conquistano otto posti nella top ten, che è la seguente:

  1. Harvard University (U.S.)
  2. Massachusetts Institute of Technology (U.S.)
  3. Stanford University (U.S.)
  4. University of California–Berkeley (U.S.)
  5. University of Oxford (U.K.)
  6. University of Washington–Seattle (U.S.)
  7. Columbia University (U.S.)
  8. University of Cambridge (U.K.)
  9. California Institute of Technology (U.S.)
  10. Johns Hopkins University (U.S.)

Secondo il Best Global Universities rankings, le Università più prestigiose della Cina sono la Tsinghua University e l’Università di Pechino, che scalano parecchie posizioni raggiungendo rispettivamente il 23° e il 39° posto.

Come osserva entusiasta il China Daily in un articolo che dà ampio risalto al sorpasso della Cina sugli Usa, cinque delle prime 10 migliori università per quanto riguarda gli studi sull’intelligenza artificiale sono cinesi e tra queste c’è ancora la Tsinghua University.

Times Higher Education World University Rankings 2023

Lo smottamento si registra anche in un altro ranking molto popolare, il Times Higher Education World University Rankings, che valuta e indicizza le performance d 1.799 università in 104 Paesi.

Nell’edizione del 2023 si rileva l’uscita dalla Top 100 di molte università americane in contrasto con quanto avviene per quelle cinesi, che invece guadagnano posizioni. Si nota in particolare che dal 2018 ad oggi le università Usa nella Top 100 sono scese da 43 a 34, mentre quelle cinesi passano da 2 a 7.

Nonostante questo cambiamento di equilibri, il primato degli istituti di formazione Usa nella Top 10 rimane invariato, con la presenza di 7 atenei su 10.

La graduatoria delle prime dieci università è leggermente diversa da quella di U.S. News & World Report, ed è la seguente:

  1. Oxford University (U.K.)
  2. Harvard University (U.S.)
  3. University of Cambridge (U.K.)
  4. Stanford University (U.S.)
  5. Massachusetts Institute of Technology (U.S.)
  6. California Institute of Technology (U.S.)
  7. Princeton University (U.S.)
  8. University of California Berkeley (U.S.)
  9. Yale University (U.S.)
  10. Imperial College London (U.K.)

Le prime università cinesi nella lista si trovano a pari merito nella sedicesima posizione e sono di nuovo la Tsinghua University e l’Università di Pechino, con un ranking più elevato rispetto a quello attribuito loro dall’U.S. News & World Report. Cinque anni fa entrambi gli Atenei si trovavano sotto la trentesima posizione.

Le altre cinque università cinesi che rientrano nella Top 100 sono Fudan University, Shanghai Jiao Tong University, Zhejiang University, University of Science and Technology of China e Nanjing University.

Le ragioni del sorpasso

In un articolo dedicato ai recenti mutamenti in favore della Cina nei ranking universitari, la rivista Fortune prova a esplorarne i motivi.

Il primo fattore che viene evidenziato è il sorpasso della Cina sugli Usa sul numero delle ricerche “ad alto impatto”: le università cinesi non solo ne hanno portate a termine di più, ma ne hanno anche prodotte di maggior qualità.

Un indicatore in tal senso è il numero dei paper più citati globalmente, che vede la Cina avere una quota rilevante dell’1% dei paper più citati.

Un secondo elemento richiamato da Fortune è il numero dei brevetti prodotti: la quota dei brevetti internazionali registrati dalle università cinesi è salita dal 16% del 2010 al 49% del 2020. Nello stesso periodo di tempo la quota degli Usa è scesa dal 15 al 10%.

Un ulteriore fattore è la parte del budget nazionale destinata agli investimenti in ricerca e sviluppo. Nel 2021 in America la spesa in questo comparto è precipitata al minimo storico degli ultimi 70 anni. Ciò contrasta molto con quanto avvenuto in Cina, che ha effettuato aumenti medi di spesa annui del 10,6% tra il 2010 e il 2019.

Ma il declino delle istituzioni formative Usa si spiega anche con la loro minore attrattività nei confronti degli studenti internazionali.  Come osserva Fortune, secondo il Migration Observatory dell’Università di Oxford sia le università americane che quelle britanniche, ossia due destinazioni tradizionalmente popolari per gli studenti internazionali, hanno costantemente perso quote di mercato tra il 2008 e il 2019 al contrario di quanto è successo in Cina, che ne sta attraendo sempre di più.

In conclusione di questa rassegna riportiamo la dichiarazione del chief knowledge officer di Times Higher Education, Phil Baty, che a proposito degli ultimi ranking parla di “dati molto chiari: stiamo assistendo a un cambiamento reale nell’equilibrio di potere nell’economia globale della conoscenza, a sfavore del tradizionalmente dominante mondo occidentale”.

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