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Quel bizzarro comunicato dei magistrati su Hannoun, Hamas e Israele

La magistratura sgomina una banda fiancheggiatrice del terrorismo e si scusa, o quasi. I Graffi di Damato

 

Sorprendente, paradossale, diciamo pure scandaloso, ma vero. I magistrati di Genova, fra sostituti procuratori e giudice delle indagini preliminari, grazie anche alla collaborazione con fonti israeliane di informazione, scoprono e sgominano, fra sette o nove arresti, secondo le varie versioni giornalistiche, una banda di sostegno e fiancheggiamento dell’organizzazione terroristica Hamas, cui sono arrivati per anni milioni di euro raccolti in Italia per soccorrere i palestinesi a Gaza. Ma il procuratore nazionale dell’antiterrorismo Giovanni Melillo (nella foto) e il procuratore capo di Genova Nicola Piacente, solo di nome, hanno emesso un comunicato congiunto per ribadire che i “criminali” sono gli israeliani perseguiti dalla Corte Penale Internazionale per le loro reazioni alla carneficina, mattanza e quant’altro compiute il 7 ottobre 2023 in territorio ebraico.

Sarà rimasto soddisfatto di questo comunicato il principale degli arrestati a Genova Mohammad Hannoun che, informato delle indagini, stava per fuggire in Turchia. E che, da capo della comunità palestinese in Italia, ha goduto dell’appoggio ostentato di una parte del Pd, del partito di Giuseppe Conte e dalla sinistra radicale. Che adesso, sollecitati ad un chiarimento da esponenti della maggioranza di centrodestra, reagiscono senza alcun imbarazzo contro la “strumentalizzazione” che si starebbe facendo dell’operazione giudiziaria condotta a Genova. Questo, d’altronde, è anche il succo del comunicato congiunto di Melillo e Piacente, almeno- ripeto- di nome.

E poi dicono, a sinistra, che la magistratura italiana non ha bisogno di essere riformata, come ha tentato di fare il governo con la legge costituzionale approvata dalle Camere e sotto procedura referendaria. Lo dicono cercando anche di ritardare al massino la data del referendum e incorrendo, spero, in un clamoroso errore, visto ciò che i magistrati da soli riescono nel frattempo a fare contro se stessi.

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