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Quali saranno gli effetti politici dei raid anglo-americani nello Yemen?

Le incursioni aeree e missilistiche nello Yemen ingigantiranno la percezione di un asse tra Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna che non aiuterà le potenze occidentali a ricoprire un utile ruolo di mediazione per risolvere la crisi di Gaza. Il commento di Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa

I raid anglo-americani vanno presi in esame per l’impatto che possono avere sul piano militare e politico. Sotto il primo aspetto si è trattato di incursioni limitate e di certo non risolutive, che quindi non impediranno alle milizie Houthi di continuare a minacciare il traffico navale nel Mar Rosso meridionale con il rischio di escalation se venisse colpita una nave militare britannica o statunitense.

LE CONSEGUENZE POLITICHE DEI RAID USA CONTRO GLI HOUTHI NELLO YEMEN

Sul piano politico le conseguenze potrebbero essere molto gravi per il ruolo delle potenze occidentali nell’intera ragione radicalizzando le posizioni del mondo arabo e ampliando il rischio di attacchi alle basi o alle navi americane e britanniche nel Medio Oriente e di rappresaglie terroristiche contro i territori e gli interessi di Londra e Washington non solo in quella regione. Non a caso il  Consiglio politico supremo degli Houthi ha già fatto sapere che tutti gli interessi statunitensi e britannici sono diventati “obiettivi legittimi”.

LA PERCEZIONE SULL’ASSE FRA USA, ISRAELE E UK

Le incursioni aeree e missilistiche nello Yemen ingigantiranno la percezione di un asse tra Israele, Stati Uniti e Gran Bretagna che non aiuterà le potenze occidentali a ricoprire un utile ruolo di mediazione per risolvere la crisi di Gaza, rafforzando potenzialmente la posizione dell’Iran e dei suoi alleati ma anche quella della Turchia. Inoltre il mondo arabo non sembra disposto a sacrificare la ritrovata distensione con Teheran mediata dalla Cina né i sauditi sembrano disposti a riaprire le tensioni con gli Houthi con cui è imminente la firma di un accordo di pace.

COSA FARANNO O NON FARANNO ITALIA, FRANCIA E SPAGNA

L’Europa e soprattutto Francia, Spagna e Italia non sembrano avere alcuna intenzione di farsi trascinare in un’altra avventura militare dagli anglo-americani e mantengono le loro navi presenti in quella regione ben al di fuori del comando statunitense dell’operazione Prosperity Guardian. D’altra parte la Risoluzione dell’Onu che nei giorni scorsi ha chiesto agli Houthi di cessare gli attacchi alle navi mercantili non ha autorizzato incursioni o “spedizioni punitive” sul territorio yemenita.

LE MOSSE AMERICANE

Del resto l’ultima volta che gli anglo-americani hanno avviato operazioni militari unilaterali in Medio Oriente, al di fuori di una vasta coalizione e dell’ombrello di una risoluzione delle Nazioni Unite, è stato nel marzo 2003 con l’operazione Iraqi Freedom (Operation Telic per i britannici) che portò alla conquista dell’Iraq e alla caduta di Saddam Hussein.

Un’iniziativa che, a quasi 21 anni di distanza, si può affermare non abbia certo contribuito alla stabilità e alla sicurezza.

(Estratto da un lungo articolo pubblicato su Analisi Difesa)

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