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leggi guerra

Quali leggi sui crimini di guerra regolano il conflitto tra Israele e Hamas?

Le leggi della guerra sulla carta esistono, anche per Hamas. Ma nemmeno Israele, pur di fronte allo scempio subito, può ignorarle. Dalle Convenzioni di Ginevra al Diritto internazionale umanitario, entrambe le parti li avrebbero già violati, ma qualcuno li giudicherà veramente? Fatti e commenti degli esperti

 

La ferocia e la barbarie terroristica di Hamas che si sono scagliate contro Israele a partire da sabato scorso ha lasciato il mondo senza parole e indotto Israele a una inevitabile ritorsione. Ma anche la guerra ha le sue regole ed entrambe le parti dovrebbero attenersi a una serie di norme e leggi che la regolano. Per i civili prima di tutto.

Non a caso, il Segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, in visita a Tel Aviv dal premier Benjamin Netanyahu, pur sottolineando “il diritto, anzi l’obbligo, di difendersi” di Israele, ha chiesto moderazione perché “il modo in cui lo fa è importante”. Chi si erge infatti a modello di democrazia dovrebbe distinguersi dai terroristi e per farlo è fondamentale tutelare i civili rispettando le leggi.

TUTTO HA INIZIO CON LE CONVENZIONI DI GINEVRA

La guerra, ricorda Reuters, rientra in un complesso sistema di giustizia internazionale che si è sviluppato a partire dalla Seconda guerra mondiale.

Le regole dei conflitti armati accettate a livello internazionale derivano dalle Convenzioni di Ginevra del 1949, ratificate da tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e integrate dalle sentenze dei tribunali internazionali per i crimini di guerra.

IL DIRITTO DEI CONFLITTI ARMATI O DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO

Il Diritto dei conflitti armati o Diritto internazionale umanitario regola il trattamento dei civili, dei soldati e dei prigionieri di guerra. Come sottolinea l’agenzia di stampa, si applica alle forze governative e ai gruppi armati organizzati, compreso Hamas.

Dall’altra parte, la legge interessa ugualmente Israele perché, come ha spiegato nel corso di Piazza Pulita su La7 Chantal Meloni (professore associato di Diritto penale presso l’Università degli Studi di Milano ove è titolare del corso di International Criminal Law), il contesto del conflitto, dal punto di vista del diritto internazionale, del diritto internazionale umanitario e delle Convenzioni di Ginevra, “è quello di un’occupazione militare belligerante”, in cui Israele è la potenza occupante. “Il contesto – ha detto Meloni – va ricordato ed è un contesto dove la popolazione palestinese è popolazione occupata e quindi è protetta a livello di diritto internazionale umanitario”.

QUALI ATTI NON SONO AMMESSI IN UNA GUERRA

La presa di ostaggi, l’omicidio e la tortura sono tra i crimini esplicitamente vietati dalle Convenzioni di Ginevra. Human Rights Watch (Hrw) ha citato come possibili crimini di guerra l’aver deliberatamente preso di mira i civili, gli attacchi missilistici indiscriminati e la presa di civili come ostaggi da parte di gruppi armati palestinesi, ma anche i contrattacchi israeliani a Gaza che hanno ucciso centinaia di palestinesi. E in questi giorni ha iniziato a circolare il dubbio che Israele stia usando munizioni al fosforo bianco, vietate dal diritto internazionale.

Secondo gli esperti potrebbero già esserci gli estremi per un’indagine per crimini di guerra sia contro Hamas che Israele.

L’uccisione di centinaia di ragazzi che partecipavano al festival Supernova e la carneficina al kibbutz Be’eri da parte del gruppo terroristico ma anche l’assedio della Striscia di Gaza stabilito da Israele sono alcuni dei fatti che potrebbero finire di fronte alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia.

“Gli attacchi contro obiettivi militari – sottolinea Reuters – devono essere proporzionali secondo il diritto internazionale, il che significa che non devono comportare un’eccessiva perdita di vite umane o danni a oggetti civili in relazione al vantaggio militare diretto e concreto atteso”.

L’ASSEDIO DI GAZA E LE LEGGI VIOLATE

L’assedio stesso se, più che minare le capacità militari di Hamas, risulta sproporzionato e prende di mira i civili è un crimine di guerra come, tra l’altro, affermava l’anno scorso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen parlando dell’aggressione russa all’Ucraina. Giovedì i funzionari palestinesi hanno dichiarato che il sistema sanitario di Gaza ha “veramente iniziato a collassare”, i medicinali scarseggiano, le terapie intensive sono completamente occupate e gli ospedali strapieni. Per la Croce Rossa, rischiano di trasformarsi in obitori.

Nell’articolo 14 dei Protocolli aggiuntivi del 1977 delle Convenzioni di Ginevra, afferma a La Verità il vicepresidente dell’Istituto diplomatico internazionale e professore di diritto internazionale e dell’Ue alla Sapienza, Carlo Curti Gialdino, è specificato che chi occupa un’area deve “assicurarsi che i bisogni sanitari della popolazione civile continuino a essere soddisfatti”. L’articolo 54, prosegue La Verità, sancisce il divieto di interrompere l’erogazione idrica e l’articolo 69 ribadisce i doveri di preservare le forniture mediche e alimentari, cui si aggiungono vestiti, letti, ripari e oggetti necessari all’esercizio del culto religioso. Infine, le norme chiedono che sia garantita la facoltà di abbandonare il territorio interessato dalle operazioni belliche.

Tuttavia, l’unico varco che consentirebbe di evacuare i civili di Gaza (la cui popolazione per il 50% ha meno di 18 anni) è quello di Rafah che confina con l’Egitto, ma il Paese – che ora sostiene di non averlo mai chiuso ma di essere inagibile per i raid israeliani – non ha intenzione di renderlo accessibile per timore di un esodo di massa.

L’INCONSISTENZA DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE…

Ma nonostante tutte queste leggi scritte nere su bianco, la realtà dei fatti è ben diversa e più amara. Se, infatti, i responsabili palestinesi e israeliani di atrocità non venissero portati davanti alla giustizia in patria, spetterebbe alla Corte penale internazionale (Cpi) formulare accuse.

Peccato però che molte delle maggiori potenze mondiali non siano suoi membri. Sebbene i Paesi che aderiscono allo Statuto di Roma (il trattato internazionale istitutivo della Cpi) sono 123, tra cui lo Stato della Palestina, 32 tra di loro lo hanno firmato ma non ratificato e tra questi figurano Israele, Stati Uniti, Egitto, Russia e Cina. Motivo per cui Putin nei giorni scorsi se n’è andato bellamente in Kirghizistan e probabilmente si recherà a novembre in Cina nonostante il mandato di arresto emesso dalla Cpi nei suoi confronti.

…E DEL DIRITTO INTERNAZIONALE

Anche il diritto internazionale, tuttavia, non sempre viene applicato. Come ha ricordato la giurista Meloni, “nel 2004 la Corte internazionale di giustizia, la massima autorità giudiziaria dell’Onu ha dichiarato la Barriera tra Israele e la Striscia di Gaza illegale e ha anche dichiarato che gli Stati terzi, compresi gli Stati europei, tutti quelli che fanno parte dell’Onu non dovevano riconoscere la situazione illegale delle colonie”.

“Ma in questi 20 anni non è avvenuto nulla – spiega Meloni -, Israele ha continuato a colonizzare la Cisgiordania, ha continuato a espandere la propria occupazione militare nel silenzio assoluto, dopo che la Corte aveva chiarito quali erano i parametri di azione legittimi dal punto di vista del diritto internazionale”. Nelle parole della Corte, prosegue l’esperta, “veniva tracciato molto bene il confine tra quelle che sono le legittime preoccupazioni di Israele di garantire la propria sicurezza, anche di fronte a possibili attacchi terroristici, e i diritti umani dei palestinesi come popolazione occupata”.

E, dunque, come affermato dalla giurista, “se il diritto internazionale non viene applicato non vale nulla”.

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